Ci sono una banca, anzi due, un cinese e un italiano. No, non è una barzelletta e c’è anche poco da ridere. Una storia da Totò e Peppino in salsa di…soia. La vicenda Li è di dominio pubblico. Il magnate (?) cinese ha una cassaforte…vuota. Insolvente. E adesso? Altro che top player. L’augurio è che Li abbia fiato e dribbling sufficiente a sfuggire all’orda di creditori che lo insegue. E il Milan? Ottima domanda. Che avrebbe dovuto porsi, prima di tutti, la FIGC. Lo scoop del quotidiano milanese ha scoperchiato la società cinese che ha ereditato il Milan, ma non può coprirne le spese. La lista è lunghetta: 750 milioni per l’acquisto del club e altri 230 milioni per il mercato estivo. Totale, quasi un miliardo di euro di rosso, che rendono il futuro nerissimo e lascia in eredità un interrogativo inquietante. Come ha fatto il Milan a iscriversi al campionato? E chi doveva vigilare sulla regolarità delle operazioni cosa ha controllato?
Nessuno ha pensato di approfondire quanto accaduto. Eppure in Cina, questo Li, non lo conosce nessuno. O meglio, forse lo conoscevano bene. In primis Suning, che si è ben guardato dall’affiancare la sua immagine al connazionale durante il primo derby in salsa cinese. Eppure mr. Yonghong Li, è riuscito a completare una delle più importanti operazioni finanziarie nella storia del calcio italiano. Un vero e proprio genio. O i polli sono altri? Nel dubbio, chi sono gli altri protagonisti?
Beh qualche domanda andrebbe fatta a Marco Samaja, Advisor di Fininvest a capo di Lazard Italia che ha gestito, insieme alla Rothschild, il passaggio dal gruppo Fininvest ai cinesi. Nell’aprile del 2017, il 99,93%, dell’AC Milan cambia proprietà. Passa al gruppo Rossoneri Sport Investment Lux, cordata guidata da Yonghong Li. Il closing si celebra il 13 aprile 2017 nelle sale dello studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners. Le cifre sono note. E anche la provenienza. Una buona parte del finanziamento arriva dal fondo Elliott. Gli americani, tramite l’holding costituita (Project Redblack) prestano alla newco Rossoneri Sport Investments Luxembourg una “cifretta” niente male: 300 milioni. Affarone per tutti. Il tasso medio è al 9,8 per cento, da restituire neanche in comode rate. Anzi. In un’unica tranche, entro ottobre. Sette mesi. 210 giorni. Non a caso Fassone, sulle orme di Willy Fog, ha iniziato il giro del mondo e ha (avrebbe) trovato i milioni necessari grazie a Merryl Lynch.
Premesso ciò restano alcuni dubbi: Samaja non ha riscontato nulla di pregiudizievole a carico di Li, garantendo la presenza di “adeguate risorse finanziarie”. Peccato che questi soldi fossero contenuti all’interno della famosa cassaforte fantasma appartenente a una società insolvente. E cosa dire della Rothschild? Paolo Scaroni, ex numero uno di Eni ed Enel, e attuale consigliere del Milan proviene dal sodalizio inglese (ne era vicepresidente) che ha allacciato i rapporti con il fondo Elliott. Anche loro si sono fidati. Non si parla certo di manager sprovveduti. Quindi restano due ipotesi: la prima. Li è un genio e anche i manager più esperti si fanno fregare. Oppure non è stato ancora scoperto tutto….
e nel frattempo hai spalato merda sul Milan e sui milioni di tifosi.
Hahaha! Insomma Bar dello Sport dopo il 4-5 aperitivo…. cito “Eppure in Cina questo Li non lo conosce nessuno”…. Incredibile… cioe’ il dottor Pellicone e’ andato la’ e ha chiesto a millemila cinesi se conoscono Mr. Li….. E quelli pure gli rispondono…
Ma iscriversi all’ Albo dei giornalisti in Italia e’ come iscriversi a FB o twitter? Chiedo perche’ vivo all’estero… E quanto qua qualcuno scrive in malafede come minimo lo richiamano… come minimo…