Se dalle parti di Blackpool la promozione in League One sembra aver, almeno per il momento, sedato i malumori dei tifosi, avviati a digerire forzatamente l’ennesimo anno sotto la proprietà degli Oyston (se ne parlava qui), ancora tutto da definire il futuro di un altro club, il Leyton Orient FC, reduce anche’esso dal campionato della League Two ma che al contrario dei Tangerine ha raggiunto il punto più basso della sua storia retrocedendo nella Conference National.
Il club dell’East London, fondato nel 1881 come club di cricket, dal 1905 ha partecipato ai campionati inglesi di calcio professionistico, una sola volta in Premier League, nel ’63, ma un passato lontano caratterizzato dal grande seguito negli anni in seconda nella divisione inglese, quindi la discesa nelle categorie della Football League nel corso degli anni ’80 in un susseguirsi di stagioni anonime, ma tranquille. A seguito della migliore delle stagioni recenti arriva il cambio di proprietà, nel 2013/14 il club in League One era in salute e con buone prospettive, nonostante avesse perso da poco la finale dei playoff promozione per la Championship, ma in poco meno di tre anni arriva la doppia retrocessione e i 112 anni continui tra i professionisti giungono al termine.
Fuori dai pro per la prima volta nella storia della società, ma soprattutto divampa il timore per la sopravvivenza stessa del club che in questi anni a causa di una gestione approssimativa, e disinteressata alla valorizzazione della società, ha accumulato ingenti debiti.
Una storia che in qualche maniera ci riguarda da vicino visto che il principale accusato della disfatta degli O’s è l’italiano Francesco Becchetti, imprenditore del settore dei rifiuti e delle energie rinnovabili con un passato nello sport, alla fine degli anni ’90 Amministratore delegato dell’allora Piaggio Roma Volley. Balzato successivamente alla cronaca per i problemi in Albania con le autorità locali, dove è coinvolto dagli anni 2000 nella realizzazione della centrale elettrica più grande del Paese, che hanno travolto e condotto alla chiusura del canale TV Agon channel. L’emittente, fondata nel 2013 ed ha trasmesso anche in Italia fino al Novembre 2015, è stata parte successivamente dell’avventura nel Leyton Orient che Becchetti rileva nel 2014 per circa 4 milioni di sterline.
La base del tifo locale lo accoglie tiepidamente ma colma di buone speranza che però si rivelano ben presto vane. L’imprenditore (per non farsi mancare nulla) si porta a Londra anche Moggi jr., e la prima stagione 2014/15 è disastrosa, una girandola di quattro allenatori cambiati, tra cui le nostre conoscenze Mauro Milanese e Fabio Liverani, ed è retrocessione. Alla guida degli O’s farà anche un’apparizione Cavasin, ad ora sono già undici gli allenatori cambiati. Intanto il club entra nel palinsesto di Agon channel e viene usato per un mediocre reality show ‘Leyton Orient’ sullo stile di ‘Campioni’, un format realizzato nella società del Cervia nel 2004 che qualcuno ricorderà. Per la tifoseria della seconda squadra più antica di Londra un altro boccone amaro da mandare giù e la crescente consapevolezza del totale disinteresse per le sorti della società da parte di Becchetti.
Nascono i primi malumori per l’assenza di un progetto sportivo serio e per le continue ingerenze dannose del proprietario nella gestione tecnica e sportiva della società, i risultati non arrivano ma i debiti del club crescono, come cresce la contestazione che nella stagione che si è da poco conclusa sembra ormai aver determinato una rottura insanabile tra la proprietà e la base del tifo che a gran voce chiede da tempo la cessione.
A Marzo 2017 compaiono i primi spettri di un possibile fallimento, alcuni ritardi nei pagamenti dei dipendenti del club portano all’apertura di un fascicolo da parte della HM Revenue & Customs(HMRC) per debiti non onorati e intimano al proprietario del Leyton Orient di provvedere al saldo del dovuto entro il 12 giugno 2017 o a cedere la società. La contestazione della HMRC porta i tifosi alla mobilitazione, se fino ad allora era rimasta solo un protesta che si era limitata a manifestazioni di dissenso dentro e fuori lo stadio, su impulso del Leyton Orient Fans’ Trust (LOFT), un’associazione di tifosi attiva dal 2001, parte la raccolta fondi per scongiurare l’eventualità di un’amministrazione controllata o, peggio, della procedura di liquidazione.
Iniziano gli incontri e i confronti tra la base per definire una strategia di intervento, il LOFT allestisce il ‘Regeneration Fund’, un fondo vincolato a specifiche condizioni in cui raccogliere risorse per far fronte all’evoluzione delle dinamiche societarie. La raccolta si articola attraverso donazioni online e contributi raccolti ai match, a cui si aggiungono i ricavati dalle aste di maglie e cimeli storici messi a disposizione dell’associazione di tifosi da sostenitori e appassionati. Anche le vecchie glorie del club non hanno mancato di sostenere la causa partecipando ad un match amatoriale con una selezione di tifosi che si è svolto lo scorso 20 Maggio. Significativa in questa fase anche la solidarietà riscossa dalle vicende del Leyton che ha coinvolto diverse tifoserie, come in occasione del ‘Judgement Day’ 3, che spesso in occasione delle trasferte hanno dato sostegno e spazi ai banchetti per le raccolte fondi.
Parallelamente è partita la ricerca di soluzioni alternative alla gestione Becchetti, con i tifosi pronti ad intervenire direttamente negli scenari di salvataggio del club o nel sostegno di proposte di acquisto che abbiano credibilità, concretezza e un orizzonte programmatico di medio-lungo periodo. A fine Maggio il fondo sorpassa le 170.000 sterline raccolte e si guarda allo spartiacque della scadenza del 12 Giugno. Lo scorso Lunedì la sorpresa: la HMRC non procede contro Becchetti in quanto alla data di Giugno risultano onorate le scadenze debitorie, un sospiro di sollievo per la tifoseria che però ancora teme per il futuro. I debiti restano e mancano le prospettive della nuova stagione. A margine dell’udienza infatti la preoccupazione per le sorti della società inglese restano alte, intervistati dalla BBC i portavoce del LOFT, rinnovando la richiesta di cessione della società, riferivano:
“Stiamo usando una parola: sopravvivere, ma non so per quanto ancora la potremo usare. La nostra sopravvivenza è quasi settimanale al momento. Il nostro futuro si sta giocando oltre la High Court, abbiamo una rosa con pochi uomini, non c’è garanzia che potremo effettivamente tirare fuori una squadra per il campionato del prossimo anno, quindi la sopravvivenza, sì, ma nel senso più sottile della parola”.
“Non siamo in grado di dire cosa stia succedendo. La comunicazione che abbiamo avuto con la società è assolutamente zero. Tutto quello che sappiamo è quello che possiamo vedere, che abbiamo nove semi-professionisti, siamo senza giocatori senior, nessun accesso a un campo di allenamento, mancano le maglie, nessun allenamento e la pre-stagione partirà solo nella prima settimana di luglio.”
Situazione tutt’altro che risolta quindi, per i tifosi del Leyton Orient ci sarà ancora da attendere purtroppo, ma la vicenda non è passata inosservata e assieme ad altri casi evidenti di cattiva gestione dell’ultima stagione sembra abbia spinto la Football League a rendere più efficienti i sistemi di controllo sui proprietari dei club. La scorsa settimana la EFL ha approvato alcuni emendamenti che rendono più strette le magie delle valutazioni di integrità dei proprietari dei club e ha aperto al confronto su nuovi strumenti da inserire per i test. Magari cogliendo spunto proprio da una proposta del LOFT che nelle passate settimane esortava la lega a prevedere incontri formali con la tifoseria nelle fasi di valutazione del ‘fit and proper test’ e l’impegno formale dei nuovi proprietari ad un dialogo strutturato con i supporters per evitare altri ‘casi Becchetti’.
Per il video si ringrazia Copa90