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I leggendari 1.140 minuti dello Swindon Town dalla Third Division alla gloria di Wembley

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I leggendari 1.140 minuti dello Swindon Town dalla Third Division alla gloria di Wembley

Il calcio è uno sport meraviglioso e niente entusiasma più delle imprese impossibili. Quelle imprese alle quali si stenta ancora a credere ad anni di distanza. Da sempre patria indiscutibile di tale epica calcistica è l’Inghilterra, tra le cui pagine affiora la storia dello Swindon Town.

È il 13 agosto del 1968 e lo Swindon Town, squadra di Third Division, terza serie inglese, dell’omonima cittadina del Wiltshire esordisce in casa nel primo turno di League Cup, Coppa di Lega alla quale partecipano tutte le squadre professionistiche. Una vittoria sofferta contro il Torquay United per 2-1 segna l’inizio di una cavalcata gloriosa che porterà i Robins di Danny Williams a calcare il campo di Wembley.

Perso il terzino e autentico punto di riferimento John Trollope per infortuno dopo 368 match consecutivi giocati, l’avventura dello Swindon continua in maniera per niente esaltante. Nel secondo turno fuori casa pareggia 1-1 contro il Bradford City. È necessario ripetere l’incontro, questa volta tra le mura amiche. L’avvio è disastroso e il Town va sotto 0-2. Poi arriva la rimonta e la vittoria per 4-3.

Nel terzo turno del 24 settembre, lo Swindon affronta e sconfigge 1-0 i Blackburn Rovers, avversari di Second Division.

Passaggio al quarto turno conquistato e trasferta a Coventry, contro il Coventry City, formazione di First Division, massima serie inglese. La leggenda ha ufficialmente inizio. Nonostante gli sfavori dei pronostici, il team del Wiltshire annichilisce i ben più quotati avversari e si porta in vantaggio per 2-0 fino a cinque minuti dalla fine. Ma un improvviso calo di concentrazione unito all’inesperienza permette la rimonta degli Sky Blues. 2-2 e replay del match fissato al 21 ottobre.

Si gioca a Swindon, in un County Ground in fervida attesa, mandato poi in completa estasi dalle reti di Don Rogers, Roger Smart e Willie Penman, 3-0.

Al quinto turno, i Robins si trovano di fronte a una difficile trasferta contro un agguerrito Derby County. Pareggio a reti inviolate, 0-0, e ancora un replay. La storia non cambia e il match rigiocato in casa vede il Town ottenere una vittoria inaspettata per 1-0.

Arrivano così le semifinali, le uniche da disputarsi con andata e ritorno. Fanno compagnia allo Swindon solo formazioni di First Division: Arsenal, Tottenham Hotspur e Burnley. North London derby da una parte e Swindon Town – Burnley dall’altra.

L’andata si gioca il 20 novembre, il Town va in trasferta a Turf Moor contro i Clarets, una delle formazioni più temibili nelle doppie sfide sul finire degli anni Sessanta.

Ma i match impossibili accendono la squadra del Wiltshire che strappa la vittoria per 2-1. L’eccessivo entusiasmo viene pagato però nel ritorno in casa del 4 dicembre dove il Burnley si impone con lo stesso risultato. Per la quarta volta nel torneo i Robins devono ripetere l’incontro, questa volta in trasferta. John Smith porta in vantaggio lo Swindon, ma a match quasi finito arriva il pareggio del Burnley con il giovane Dave Thomas. Il colpo si fa sentire e nei supplementari i padroni di casa raddoppiano con Frank Caspar. È il momento decisivo, il Town riprende ad attaccare e raggiunge il pareggio con un autogol di Arthur Bellamy. La situazione cambia e ben presto arriva la rete del definitivo vantaggio di Peter Noble: un 2-3 che significa finale.

L’epilogo di questa storia è racchiuso in una data: 15 marzo 1969, ore 15, nella cattedrale del calcio del Wembley Stadium, davanti a 98.189 spettatori. L’avversario è l’Arsenal di Bob Wilson, Frank McLintock, Bobby Gould e George Graham, stabilmente nelle prime posizioni della First Division e indubbio favorito dell’incontro. Lo Swindon Town ha recuperato John Trollope e punta sul giovane di belle speranze Don Rogers.

Il terreno di gioco di Wembley risulta appesantito dalle continue piogge di quei giorni ed è ancora in condizioni disastrose dall’evento di equitazione dell’Horse of the Year Show della settimana precedente. Un sicuro svantaggio per la manovra metodica basata sui passaggi corti dei Gunners, già alle prese con otto giocatori influenzati. Le squadre, aventi gli stessi colori sociali, scendono in campo con le seconde maglie come da tradizione della League Cup. Arsenal nella consueta tenuta da trasferta, maglia gialla e pantaloncini blu scuro, mentre il Town opta per un completo bianco. L’Arsenal inizia la partita con un 4-3-3 votato all’attacco, lo Swidon risponde con una difesa folta e una formazione di contenimento che si basa sulle veloci ripartenze di Rogers. Nei primi minuti la partita è a senso unico in favore dei londinesi. Al 4’ il portiere Peter Downsborough esegue il primo di una lunga serie di interventi su Jon Sammels. La situazione è difficile ma la difesa dei Robins, guidata da Frank Burrows e Rod Thomas, regge bene all’urto con interventi tempestivi. Al 35’ accade l’impensabile. Rogers avanza con un’azione personale fin oltre la metà campo, la palla arriva in area. Una incomprensione sul retropassaggio del difensore Ian Ure al portiere Bob Safe Hands Wilson permette a Smart di approfittarne e andare in rete. Lo Swindon è in vantaggio, 1-0. L’Arsenal riprende ad attaccare e prima della fine del tempo colpisce il palo con un colpo di testa di Bobby Gould.

La seconda frazione di gioco è in completo controllo dei Gunners. Il Town è costretto a una difesa disperata per proteggere il vantaggio. L’Arsenal è stabilmente nella metà avversaria e conquista una successione di angoli. Ma Downsborough ferma di tutto fino all’86’ dove proprio un suo errore in uscita permette a Gould di pareggiare, 1-1.

Si va ai supplementari, ma è chiaro che i giocatori dell’Arsenal debilitati dall’influenza siano ormai distrutti dalla fatica dei 90 minuti. Molti di loro si siedono con i calzettoni arrotolati fino alle caviglie e l’autore del gol, Bobby Gould, è piegato da un dolore atroce al petto.

Il primo tempo supplementare è una battaglia alla pari. Al 103’ ancora Gould si vede negato il vantaggio da una parata di Downsborough. Sul capovolgimento di fronte nel minuto successivo un colpo di testa di Smart viene deviato sul palo da Wilson. Dal seguente angolo scaturisce il 2-1 di Rogers, che mette in rete una palla vagante nell’area affollata.

L’Arsenal stremato cade definitivamente. Al termine del secondo tempo supplementare, al 119’, Ure perde il pallone. Smart lancia così Rogers, solo davanti a Wilson. Lo supera con una finta e sigla il 3-1 e la doppietta personale. È il trionfo degli underdogs, gli sfavoriti, contro i campioni. Il capitano Stan Harland riceve la Coppa di Lega dalla principessa Marie Christine von Reibnitz in un Wembley in visibilio. Nel giro d’onore i giocatori vengono acclamati come eroi dalle migliaia di spettatori presenti. La degna conclusione di un’impresa eccezionale ed epica avventura sul campo durata 1.140 minuti che dimostra nel modo più tangibile come nel calcio e nella vita in fondo nulla sia impossibile.

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