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Leeds United e Massimo Cellino: storia di un amore mai nato

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Non bastava un rapporto mai sbocciato con la tifoseria, che lo esortava ad allontanarsi dal loro gioiello, dalla loro piccola gioia che da quando non risale più dalla Championship di gioie ne ha regalate ben poche. Ora per Massimo Cellino è arrivata anche la squalifica di 18 mesi: un anno e mezzo di sanzione determinato dalla Football Association dopo la violazione del regolamento sui procuratori sportivi. L’accusa – sinora confermata – riguarda un pagamento irregolare, autorizzato dal club Leeds, nell’affare che ha portato alla cessione al Fulham dell’attaccante scozzese Ross McCormack, risalente all’agosto 2014. La conseguenza decretata, è la sospensione di Massimo Cellino da qualsiasi attività legata al calcio. «Non sono colpevole e intraprenderò i passi necessari per difendermi», sono state le prime parole del patron del Leeds, sorpreso della sanzione attribuitagli, che però è solo l’ultima di una serie che comincia ad allungarsi, poiché questa è la terza sospensione da quando Cellino è a capo del club britannico, acquisito il 1° febbraio 2014, quando il 75% delle quote del club passò dalla GFH alla sua Eleonora Sport LTD.

Tutto iniziò decisamente col botto: l’esonero improvviso del coach McDermott nonostante la vittoria per 5-1 contro l’Huddersfield Town (e in quell’occasione McCormack, causa dell’ultima inibizione, segnò una tripletta), seguito dalla tempestiva riassunzione nel giro di 24 ore. L’esonero fulmineo non fu preso bene dai tifosi, che si schierò dalla parte di McDermott, dando la prima lezione al neo-patron Cellino, che di lì a poco si sarebbe ritrovato davanti ad un veto imposto dalla Football League per impedire l’acquisto del club inglese, a causa di una condanna in primo grado per evasione fiscale comminatagli in Italia (dove la legge ammette la presunzione di innocenza sino all’ultimo grado di giudizio, ergo, Cellino può comprare il club in Inghilterra). Superate le vicende legislative, e accolto con malumore il suo arrivo dal popolo di Leeds, per Cellino la strada sarà tutta in salita. «Un atto arrogante, non doveva comportarsi così», esclamerà un fan dopo l’esonero-lampo di McDermott, poi rientrato facendo tramontare l’ipotesi Festa come allenatore del club. Si commenta poi da sola la decisione di Cellino di allontanare dalla squadra il portiere Paddy Kenny per la stagione 2014-15, adducendo «motivi scaramantici»: il giocatore è nato il giorno 17, per Cellino è un valido motivo per l’esclusione dalla rosa e il successivo licenziamento. Nel frattempo, arriveranno altre due inibizioni, sempre connesse a questioni legali, tra il 2014 e il 2015: prima la non conformità all’Owner and Directors test, organismo di preservazione dell’accesso a cariche influenti da parte di soggetti coinvolti in problemi di carattere finanziario o giudiziario. Una sospensione che decreta definitivamente l’inimicizia di Cellino tra la tifoseria del Leeds, che conia un #CellinoOut che parla da sé. Poco tempo dopo, arriverà la seconda inibizione, stavolta per evasione fiscale da 40.000 €, cui Cellino non sfugge.

Eppure Cellino, forse per cercare di instaurare un rapporto con i tifosi che lo odiarono fin da subito, poco più di un anno fa, ad ottobre 2015, aveva tentato un’apertura con il supporters trust del Leeds Utd, che lo esortava ad abbandonare il club. Il 30 ottobre 2015, con un tweet, l’account @LeedsFanUtd comunicava un accordo di massima con Cellino per l’acquisizione delle quote maggioritarie del Leeds. In realtà, i tifosi desideravano più la vendita, e l’affare non decollò, sebbene il supporters’ trust, focalizzato sulla governance inclusiva del calcio secondo il modello inglese della partecipazione, vedesse ancora qualche speranza nell’acquisizione perlomeno di alcune quote, come aveva affermato l’amministratore del collettivo Dylan Thwaites a The Square Ball, fanzine del Leeds United. Ma dopo che trapelarono alcune notizie di un possibile dialogo tra Cellino e alcuni business man di Leeds (per approfondimenti, ne parlò il Yorkshire Evening Post), prese corpo l’idea di un uso strumentale del supporters’ trust per salvare la faccia e pubblicizzare la possibile cessione del club, dopo un anno a dir poco tumultuoso. Nella scorsa primavera, i tifosi hanno cominciato a esprimere palesemente il loro disaccordo e il loro malcontento per la gestione-Cellino, attuando anche una protesta in una della piazze principali di Leeds, mossa da uno slogan forte e chiaro: Time to go, Massimo!  (video) La nuova squalifica di 18 mesi, di sicuro lo terrà lontano dallo stadio, in attesa di nuovi, imprevisti sviluppi.

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