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Le mani di Jorge Mendes sul calcio inglese

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Le mani di Jorge Mendes sul calcio inglese

I club delle English Football League, per intenderci la lega calcio delle società di Championship e leghe minori inglesi, si scagliano contro il Wolverhampton sostenendo che i giocatori della squadra guadagnano molto meno del valore di mercato. Perché?  per contrastare le regole del Fair Play finanziario, al quale ogni club deve attenersi in Inghilterra.  Dietro a tutto questo c’è un personaggio che ormai da decenni riesce a comandare il calcio a proprio piacimento, Jorge Mendes.

JORGE MENDES

I TENTACOLI DI JORGE MENDES

I principali club di Championship affermano che nessun giocatore dei Wolves guadagna più di 20.000 sterline a settimana, anche se Ruben Neves e Diogo Jota sono arrivati ​​da club che giocavano la Champions League e dovrebbero portarsi a casa molto di più.  In poche parole nei bilanci del Wolverhampton, le voci degli ingaggi di alcuni calciatori di assoluto livello, sono, in maniera alquanto sospetta, molto contenuti. Nelle rimostranze che i club di Championship hanno fatto verso la EFL, c’è soprattutto il fatto che l’influenza di Jorge Mendes sui  Wolves  potrebbe significare che il club stia beneficiando di accordi finanziari vantaggiosi in una potenziale violazione delle normative del calcio inglese. Per chi avesse la memoria corta Jorge Mendes è considerato uno dei procuratori più influenti del mondo e può vantare tra i suoi assistiti alcuni dei più forti calciatori e allenatori del pianeta  come José Mourinho, Cristiano Ronaldo, Radamel Falcao, James Rodríguez, Ángel Di María e Diego Costa.  Non solo ma Mendes è stato consulente di Fosun International nell’acquisizione dei Wolves da parte del conglomerato cinese a luglio 2016 e mantiene uno stretto rapporto con Jeff Wa, presidente del club.  Per far capire l’importanza dell’operazione, basti pensare che Fosun è attualmente guidato da uno dei soci originari, Guo Guangchang. Guangchang, secondo la graduatoria stilata da Forbes nel 2015, risulta essere l’undicesimo uomo più ricco della Cina, con una fortuna personale stimata in 5,5 miliardi di dollari. Un soggetto dalle straordinarie possibilità finanziarie, già radicato nell’economia europea e con importanti investimenti nel mercato portoghese. Cifre e operazioni che parlano da sole e che fanno capire come l’operazione di acquisto del Wolverhampton sia stata una grande operazione finanziaria per prima cosa, ma anche sportiva dato che i nero arancioni sono saldamente in testa alla Championship  e ormai prossimi alla promozione in Premier League. Un’acquisizione che potrebbe anche stravolgere gli equilibri negli anni prossimi in Premier dato che le spaventose possibilità di Guangchang possono sfidare i giganti del calcio inglese.  Fatto sta che il rapporto tra Mendes e Fosun è strettissimo dato che una società di Fosun detiene una quota percentuale nell’agenzia Gestifute, proprio di Mendes,  e tra gli altri rappresenta Neves e Jota, nonché il manager Nuno Espirito Santo e circa la metà di 25 giocatori ingaggiati dai Wolves negli ultimi 18 mesi.

PROTESTE

Gli avversari  del Wolverhampton  tuttavia vogliono che l’EFL analizzi in modo analitico e accurato  ogni affare che coinvolge la Gestifute per stabilire se i Wolves stiano beneficiando ingiustamente del collegamento con Mendes. Gli altri club sostengono che pagare i giocatori con salari bassi in maniera solo apparente potrebbe consentire al Wolverhampton  di eludere le regole del Financial Fair Play, che se infrante, potrebbero comportare una pesante multa o addirittura una penalizzazione in classifica.  Ovviamente il Wolverhampton si difende sostenendo che sta lavorando in maniera rigidissima per mantenere in equilibrio i propri bilanci e che gli ottimi giocatori ingaggiati si uniscono al club perché credono fortemente al progetto sportivo.  Per capire la stranezza della situazione basta confrontare il bilancio per la stagione 16-17 dell’Aston Villa, uno dei principali oppositori con quello del Wolverhampton. Per lo stesso periodo i Villans hanno speso per gli stipendi 61,5 milioni di sterline contro i  28,2 dei Wolves, con la differenza che quest’ultimi hanno ingaggiato giocatori di primissimo livello. Dato che il Wolverhampton  ha riportato una perdita di 23,2 milioni di sterline la scorsa stagione e si prospetta una perdita simile anche in questa,  il club rischierebbe di superare il limite di 39 milioni di sterline di debito. Ecco che allora mantenere artificialmente bassa la voce ingaggi nel bilancio aiuterebbe non poco il Wolverhampton  a non incorrere in penalizzazioni. Dal canto suo la EFL non è rimasta a guardare e ha convocato per le prossime settimane il board del club per “ribadire i requisiti dei nostri regolamenti e quelli della FA” e che “il club è stato esplicitamente informato nel luglio 2016 di tutti i requisiti che avrebbe dovuto soddisfare nell’ambito del cambio di controllo e sono stati predisposti accordi appropriati per garantire la conformità”.  Tradotto, Uomo avvisato mezzo salvato.  Non tutti però in Inghilterra si sta lasciando andare al facile alibi che la potenziale scorretta politica del Wolverhampton  può dare a chi è dietro in classifica. Ad esempio, Neil Warnock, secondo in classifica con il suo Cardiff non vuole sentire scuse: “Tutti questi discorsi sui presunti vantaggi – lasciano il tempo che trovano.  Non mi infastidisce se prendono Neymar. Penso che sia grandioso, vorrei avere tutti i giocatori come loro. Se puoi ottenere un vantaggio, meglio per te, purché non sia illegale. Non vedo nulla di illegale in un agente che aiuta un club”. Parole da uomo di campo che però rischiano di cadere inascoltate dal momento in cui le polemiche intorno al Wolverhampton sono ormai roventi. Solo l’EFL potrà fare chiarezza mettendo la parola fine, nel bene o nel male, alla vicenda che ormai sta monopolizzando il calcio inglese.

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