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Laveno – Saviglianese 17 ottobre 1948: in ricordo di mio Nonno

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Il passato mi appassiona molto, credo solo un pochino meno dello sport, e dunque è stato fatale arrivare ad occuparmi di una disciplina piuttosto negletta in Italia qual’è la Storia dello Sport, e la comparsa in rete negli ultimi anni di molti archivi digitali di giornali degli anni andati mi ha facilitato parecchio il compito di reperire fonti e storie. Questo stavo facendo qualche sera fa, e mi son perso nel bel sito giornalidelpiemonte.it alla ricerca di materiale sui campionati minori piemontesi negli anni subito successivi la Seconda Guerra Mondiale.

Ho così scovato tra le molte presenti, il sito mette a disposizione gli archivi di 166 testate locali di tutto il Piemonte  dalla metà del XIX secolo ad oggi, la raccolta de “Il Saviglianese” il giornale della cittadina di Savigliano, in provincia di Cuneo, in stampa dal 1858 ed ancor oggi presente nelle edicole. Sul Saviglianese erano davvero ben seguite le vicende della Saviglianese, la squadra di calcio locale, fondata nel 1919 e già allora orgoglio del paese, al punto che i suoi calciatori erano detti “I Maghi” per via delle loro imprese al cospetto di squadre più grandi e importanti.

Ebbene a seguito della ristrutturazione dei campionati al termine della stagione 1947/48 la Saviglianese dalla Serie C in cui si trovava dall’anteguerra, scende nella neonata Promozione, un campionato che fu creato per avere un livello intermedio tra le tre divisioni nazionali e l’attività su base regionale e provinciale, insomma quella che attualmente è la Serie D.  Il torneo viene organizzato a livello interregionale, con tre leghe, Nord, Centro e Sud a loro volta suddivise in gironi. La Saviglianese viene inserita nel B della Lega Interregionale Nord, insieme ad altre quindici squadre, rappresentanti alcune province piemontesi, la Valle d’Aosta e una provincia lombarda, quella di Varese. Ed è proprio tra le squadre varesine che mi appare un nome ben conosciuto, Laveno Mombello, il paese dove ho vissuto i primi 42 anni della mia vita per diventare poi piemontese nel 2007. Non solo, ma l’articolo di presentazione del campionato, sul numero del 14 ottobre del Saviglianese annuncia che i Maghi la successiva domenica 17 ottobre 1948 saranno in campo per la prima partita di campionato proprio a Laveno!

“Domenica 17 i rosso-bleu andranno a Laveno Mombello, – scrive il cronista del Saviglianese che non si firma – la ridente cittadina famosa per le sue ceramiche, la cui squadra ha vinto lo scorso anno il campionato di Prima Divisione guadagnandosi i galloni per la promozione.”

Subito dopo fornisce i dettagli per i tifosi che volessero seguire la squadra in trasferta:

“La comitiva rosso-bleu partirà da Savigliano alle ore 7, pranzerà in una delle ridenti cittadine del Lago Maggiore e sarà a Laveno nelle prime ore del pomeriggio. Sul pulman che trasporta la squadra sono disponibili 25 posti. La quota viaggio è fissata in Lire 1.500. Prenotarsi presso la Direzione dell’ Unione Sportiva Saviglianese”

E dunque non mi resta che seguire la “comitiva rosso-bleu” fino al mio paese, dove grazie all’anonimo cronista cuneese arrivo quasi diciassette anni prima della mia nascita. Allo stadio quel giorno molto probabilmente, c’era mio nonno paterno Atlante, classe 1898, operaio ceramista, non per niente il preciso cronista del Saviglianese nel presentare la trasferta ha citato le industrie ceramiche lavenesi, forse con al seguito mio padre Giovanni, allora quattordicenne e in procinto di lì a pochi mesi di diventare, a sua volta operaio alle ceramiche. Ho molti dubbi però sulla sua presenza allo stadio perché al contrario mio e di mio nonno, grandi appassionati di sport, mio padre non se ne è mai minimamente interessato. Non posso chiederglielo perché  se ne è nel frattempo andato, nel 2011. Ci affidiamo quindi al nostro cronista che era presente, si è appuntato ogni dettaglio del viaggio e della partita e ne riferisce sul giornale della settimana successiva, datato 21 ottobre 1948 e intitolato: “A Laveno coi rosso-bleu”:

“ Lunga e snervante questa prima trasferta, capitata proprio in inizio di campionato perché i ragazzi saviglianesi si rendessero immediatamente conto di come saranno il maggior numero di esse. Infatti per altre 5 volte si dovranno fare percorsi più o meno uguali, con partenze al mattino presto e ritorno alla sera tardi. Un vero divertimento insomma.  Laveno, questa illustre sconosciuta, ha lasciato in tutti, sportivamente parlando, un’ottima impressione. E’ alle prime armi questa società che ha però la fortuna di essere molto aiutata dai diversi industriali cittadini, e dopo aver vinto d’infilata il campionato di Prima Divisione si è presentata alla divisone superiore, piena di buona volontà, se pur con qualche giustificata apprensione.”

A questo punto parte il racconto della partita. Il Laveno inizia contratto, temendo l’esperienza degli avversari che sta affrontando al debutto in una categoria così elevata ma: “giocando constatava che non sempre il diavolo è così brutto come lo si dipinge e prendendo confidenza nasceva l’ardire. Però tutto finiva lì…” La pioggia, che aveva iniziato a rovesciarsi sul campo da una mezz’ora prima della partita ha, secondo il cronista, ostacolato la manovra della Saviglianese. Un’attenta disamina tecnica ci informa di meriti e demeriti dei reparti e dei giocatori della Saviglianese, e nemmeno manca un giudizio sui lavenesi: “notevole la velocità dell’ala destra, l’olimpionico Perrucconi, la sicurezza del portiere. Ottimi anche la mezza ala sinistra, ed il terzino destro.”

Due dati importanti non riporta il giornale: le formazioni complete delle squadre e la successione delle reti, sappiamo che la partita è finita 1-1 ma non i minuti in cui si è segnato, abbiamo solo la descrizione del gol della Saviglianese: “ Il tiro tagliato con cui Supertino ha ottenuto la rete era violento e difficilmente parabile. Il portiere avversario è stato sorpreso, ma ritengo che molti altri avrebbero fatto né più né meno”

Non manca un paragrafo dedicato all’arbitro, ovviamente polemico, e contro il direttore di gara stesso e contro il fiduciario, nulla di diverso dai giorni nostri dunque!

“Il direttore dell’incontro, signor Gariboldi di Milano ha evidentemente letto con molta attenzione l’ultima circolare del fiduciario arbitri ed ha quindi fischiato tutto, anche le intenzioni. Ad un dato momento ( mancavano 2 minuti al termine ) visto Supertino avanzare tutto solo verso il portiere del Laveno, ha compreso che Supertino pensava fermamente di segnare la rete della vittoria. Allora ha fischiato la fine dell’incontro.”

La nota finale è per l’ospitalità ricevuta e la passione calcistica dei lavenesi:

“Ospitalità cordialissima da parte dei dirigenti e del pubblico, numerosissimo benché Laveno conti solo 6000 abitanti.”

A fine stagione il Laveno quel campionato lo chiuse al terzo posto, a tutt’oggi il miglior piazzamento mai raggiunto nella storia della società, con 39 punti, solo cinque meno del Luino, cittadina ben più grande distante solo pochi chilometri e anche lei affacciata sul Lago Maggiore, e due meno dei piemontesi del Pray. I Maghi furono ottavi, con 30 punti in 30 partite, ma andò bene così perché quel campionato avevano rischiato di non farlo per problemi economici, come più volte ci ha narrato il nostro cronista nelle settimane precedenti al via, e solo la disponibilità dei giocatori a scendere in campo quasi gratis e di qualche benefattore aveva permesso all’ US Saviglianese di esserci, e forse anche per questo motivo il cronista ha tanto sottolineato nell’articolo i diversi industriali cittadini che sostenevano le spese dei lavenesi…

Mi domando come mi avrebbe raccontato quella partita mio nonno, di sicuro l’ultima azione sarebbe stata collocata ben oltre il termine del tempo regolamentare e non sarebbe stata giudicata tanto pericolosa per la porta dei bianco-blu lavenesi… Mi par di vederlo nonno Atlante tornare verso casa sotto la pioggia commentando la partita con qualche vicino di quartiere, lo stadio distava oltre un chilometro dalla sua abitazione, vestito di grigio, col cappello, e l’ombrello nero. Morì poco prima che io compissi nove anni, nel 1974, non prima però di avermi fatto innamorare dello sport, di tutto lo sport non solo del calcio, facendomi vedere alla televisione le Olimpiadi di Monaco del ’72…

L’US Saviglianese e l’ FBC Laveno Mombello esistono ancora, i piemontesi in Promozione, i lombardi in Seconda Categoria, e quanto mi piacerebbe, ma io sono un sognatore, che dalle parti del prossimo 17 ottobre, quando cadranno 70 anni da quella partita, una delegazione della Saviglianese e una del Laveno si scambiassero i gagliardetti sul campo di Laveno oggi dedicato alla memoria di una gloria locale, l’ex calciatore di Legnano, Spal, Pisa e Perugia, Domenico Parola, scomparso prematuramente nel 1998.

Poco più di un decennio dopo, sul quel campo di Laveno,  pescato nei tornei giovanili dai dirigenti della società, mosse i primi passi nel calcio ufficiale, tra l 1960 e il 1962, segnando 66 gol in due anni un ragazzino alto e magro che i miei compaesani chiamavano “Ul furzelina”,  la, anzi “il” forchetta. Fu ceduto al Legnano, in Serie C, dove rimase una stagione e nell’estate del 1963  si imbarcò controvoglia su un traghetto, rimise piede a terra a Cagliari, di cui poi si innamorò e che non lasciò più. A Cagliari Ul Furzelina divenne Rombo di Tuono, segnò 164 gol, 156 in Serie A,  e altri 35 li fece in Nazionale. Il nome di quel ragazzino che oggi è un distinto signore di 74 anni è Luigi, ma tutti lo chiamano Gigi, di cognome, ormai sarà già chiaro a tutti, fa Riva.

 

 

 

 

Francesco Beltrami nasce 55 anni fa a Laveno sulle sponde del Lago Maggiore per trasferirsi nel 2007 a Gozzano su quelle del Cusio. Giornalista, senza tessera perché allergico a ogni schema e inquadramento, festeggerà nel 2020 i trent'anni dal suo primo articolo. Oltre a raccontare lo sport è stato anche atleta, scarsissimo, in diverse discipline e dirigente in molte società. È anche, forse sopratutto, uno storico dello sport, autore di diversi libri che autoproduce completamente. Ha intenzione di fondare un premio giornalistico per autoassegnarselo visto che vuol vincerne uno e nessuno glielo da.

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