La Wada come la Rosy. Non è il titolo di un nuovo slogan pubblicitario di due autovetture messe sul mercato . Piuttosto, Wada sta per “World Antidoping Agency”, l’agenzia mondiale antidoping, e Rosy è la “Rosy nazionale”, cioè Rosy Bindi, il presidente della commissione parlamentare Antimafia.
Ma che c’entrano la Wada con la Bindi?
C’entrano, perché a quanto pare, quelli della Wada, hanno deciso di pubblicare una lista di persone che sarebbero i cosiddetti “infrequentabili”. Cioè persone, legate a vario titolo al mondo dello sport, che non si possono né si devono frequentare.
Il perché è presto detto: sarebbero i dirigenti, gli atleti, i medici che in passato si sarebbero macchiati di gravi comportamenti antisportivi al punto di beccarsi questa “gogna” mediatica. Come d’altronde aveva fatto la Bindi, quando nel mese di giugno, aveva fatto pubblicare dalla Commissione Antimafia da lei presieduta, la lista dei cosiddetti “impresentabili”, cioè quei politici che erano finiti o rischiavano di finire coinvolti, in qualche inchiesta della magistratura.
Non importa che fossero stati o meno condannati, secondo la Commissione della Bindi, per il solo fatto di essere stati indagati, erano perciò incandidabili. Adesso, dal quartier generale della Wada vanno oltre e comunicano che nel mondo dello sport esiste una comitiva (piuttosto ampia) di persone dalle quali, tutti gli atleti, devono stare necessariamente lontani. I quali nel corso della loro “carriera” si sarebbero beccati condanne o sanzioni legate alla somministrazione di sostanze proibite. E perciò sarebbero pericolose per gli sportivi professionisti ancora in attività.
Secondo il presidente della Wada Craig Reedie, d’altronde, “ gli atleti non si dopano da soli” Di chi stiamo parlando? Di questi 150 nominativi che compaiono nella “lista nera”. O per dirla nella lingua originale, la “prohibited association list”, leggibile sul sito dell’Agenzia. Per chi sbaglia, trasgredisce gli ordini e continua a farsela con le supposte mele marce, paga con la squalifica di un anno, se sbaglia una volta, e due anni, se viene beccato ancora. Sono d’altronde le nuove regole che prevedono la norma sulla cosiddetta “associazione vietata”: cioè appunto la frequentazione proibita di persone considerate “sbagliate”.
E il punto, è che se proprio la Bindi leggesse la lista, proverbialmente, potrebbero anche caderle gli occhiali. Perché gli italiani “nominati” sarebbero la bellezza di 61, cioè quasi il 50% della lista. E allora? In alti i calici e cheers!
Brindiamo a loro per questa altra bella figura di emme a livello internazionale. Ad anticipare qualche nome, ci pensa tra gli altri anche La Repubblica che cita i casi del dottor Michele Ferrari, l’abruzzese Carlo Santuccione e Vittorio Emanuel Bianchi che sono stati inibiti a vita. O ancora, l’ematologo Fiorenzo Bonazzi ( coinvolto nella vicenda delle trasfusioni all’ozono del ciclista Alessandro Ballan) oppure il medico federale del ciclismo Giovanni Posabella. Tra gli europei spiccano per la loro presenza lo spagnolo Luis Garcia ( sodale di Lance Armstrong) e il russo Viktor Koleinikov. Tra gli assenti, Eufemiano Fuentes coinvolto nell’Operacion Puerta. E Moggi? Ma che c’entra Moggi? Quello stava nel calcio e non era accusato di doping. Lui, si che si può continuare a frequentare. E’ pure diventato giornalista.