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L’altra faccia del calcio in tv: quando l’emittente ‘invade’ il tuo seggiolino…

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Tifi il Portsmouth da una vita. Sono anni che non ti perdi una gara dei tuoi amati Pompey sia in casa che in trasferta. Dopo lunghi anni di sofferenza, finalmente la tua squadra arriva a giocarsi una sfida di vitale importanza. L’emozione e la voglia di stare vicino ai tuoi ragazzi sono alle stelle ma improvvisamente ti viene tolto il diritto di vivere il match dal tuo solito seggiolino allo stadio. Il motivo? Non comportamenti scorretti o ai limiti del regolamento, semplicemente la necessità da parte dell’emittente Sky Sports di appropriarsi della tua postazione.

Gerry Bryant, 51 anni, assiste alle partite del suo amato Portsmouth da ben 44 anni mentre da circa dieci è possessore di un abbonamento.

Giovedì 12 maggio i Pompey sono scesi in campo contro il Plymouth Argyle Football Club nello storico impianto casalingo di Fratton Park per la cruciale gara di andata dei playoff valevoli per la promozione in League One (terza serie inglese); la gara è terminata 2-2 e si è trattato della sfida più importante per il Portsmouth negli ultimi sei anni, dopo la finale di FA Cup giocata nel 2010.

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Il signor Bryant, tuttavia, è stato forzatamente costretto a rinunciare al suo posto a sedere poiché Sky ha deciso di installare una propria telecamera esattamente in quella posizione.

Sono schifato” ha detto il tifoso anglosassone, che per tutta risposta ha deciso di boicottare il match. Una decisione condivisa anche da altri nove fedeli supporter, detentori di abbonamento e colpiti dalla medesima problematica.

Un portavoce del Portsmouth ha affermato che Sky non ha voluto lasciare una classica camera statica posta su cavalletto dentro lo stadio.

Al contrario, gli operatori dell’emittente satellitare e il loro equipaggiamento sono stati posizionati su una piattaforma che ha richiesto l’occupazione di diversi seggiolini sulle tribune di Fratton Park.

Gerry Bryant, che vive a Portsmouth e di mestiere fa l’ingegnere, si è poi definito “furioso” in merito a tale decisione.

Sono veramente furibondo. Vengo a Fratton Park dal 1972 e sono pure abbonato da anni.

“Si tratta della nostra partita più importante dopo la finale di FA Cup nel 2010, visto che a partire da quella data non abbiamo fatto altro che perdere, ed io non posso andare a gustarmela

Sinceramente mi sento molto dispiaciuto e affranto dalla motivazione. E’ disgustoso il modo in cui siamo stati trattati noi tifosi.

Un portavoce del club ha affermato che il Portsmouth ha letteralmente “le mani legate” sulla faccenda e non è in grado di fare nulla: “Un grande numero di fan è stato colpito dal fatto che Sky abbia espresso la necessità di posizionare una camera presso la Fratton End (una delle tribune dell’impianto)”.

Come club noi siamo contrattualmente obbligati a rendere tali posizioni disponibili per le telecamere. Tutto ciò che era nelle nostre possibilità, comunque, è stato fatto: abbiamo offerto un posto alternativo ai tifosi.

“Certamente noi capiamo la frustrazione dei nostri supporter ma non c’è letteralmente nient’altro che noi potessimo fare come società. Abbiamo le mani legate in merito”.

Il Portsmouth ha fatto tutto il possibile ed anche di più per cercare di risarcire in qualche modo tutti coloro i quali sono stati colpiti da tale inconveniente”

Anche a Gerry Bryant, ovviamente, è stato offerto dal club un altro posto dove poter vedere la partita all’interno di Fratton Park ma questi ha declinato la proposta poiché non vuole spostarsi in un altro seggiolino differente dal suo.

Le parole del tifoso dei Pompey sono state forti e chiare: “Io voglio vedere la partita al mio posto.”

Per la cronaca, dopo il 2-2 dell’andata, il Portsmouth si è recato a Plymouth domenica sera per la gara di ritorno della semifinale dei playoff ed è uscito sconfitto per 1-0, perdendo così l’occasione di giocarsi la finale per salire di categoria. Un dispiacere dopo l’altro per il povero signor Bryant.

L’augurio è che lui e gli altri tifosi colpiti dal disagio causato da Sky a Fratton Park possano godersi le prossime sfide senza più alcun problema.

L’altra faccia del ricco e competitivo calcio inglese, fatto di diritti televisivi ed emittenti satellitari che dettano legge perfino sulle società, si è mostrata in tutta la sua bruttezza in questa occasione; la speranza riguarda il fatto che il potere dei tifosi possa ben presto ritornare in auge, occupando il ruolo primario che gli spetta di diritto, dal momento che ogni sport, ma soprattutto il calcio ed i suoi protagonisti, senza tifo non avrebbe ragione di esistere.

Nato a Roma sul finire degli anni Ottanta, dopo aver conseguito il diploma classico tra gloria (poca) e
insuccessi (molti di più), mi sono iscritto e laureato in Lingue e Letterature Europee e Americane presso la
facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Tor Vergata. Appassionato, sin dall'età più tenera, di calcio,
adoro raccontare le storie di “pallone”: il processo che sta portando il ‘tifoso’ sempre più a diventare,
invece, ‘cliente’ proprio non fa per me. Nel 2016, ho coronato il sogno di scrivere un libro tutto mio ed è
uscito "Meteore Romaniste”, mentre nel 2019 sono diventato giornalista pubblicista presso l'Ordine del Lazio

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