La notizia della vendita del Milan da parte di Silvio Berlusconi alla cordata cinese della Sino-Europe Investment Management Changxing (partecipata dal fondo statale Haixa Capital) è la vera notizia del calciomercato 2016. Con tutto il dovuto rispetto per il passaggio dal Napoli alla Juve del Pipita Gonzalo Higuain. Dopo 30 anni, 8 scudetti, 5 Coppe dei Campioni (chiamiamole ancora così) e altri svariati trofei vinti in Italia e nel mondo, lascia dunque, anche quello che a ragione, può essere considerato il più grande presidente di tutta la storia del Milan. E certamente, uno dei più grandi nella storia del calcio italiano. Il quale, non più tardi di qualche mese fa, nonostante il solito chiacchiericcio sulle trattative presunte e non (come quella effettivamente iniziata con Mr Bee Teauchebol che però non si è mai conclusa), aveva ribadito che non avrebbe mai voluto vendere il Milan. Ma allora perché, alla fine, lo ha fatto? Una delle possibili risposte (se non l’unica) è arrivata dalla bocca della presidente di Fininvest Marina Berlusconi, la primogenita di Silvio. La quale, raggiunta dai cronisti del Sole 24 Ore, avrebbe detto che “grazie alla vendita del Milan adesso siamo più solidi”. Come a voler a dire di essersi finalmente liberati di un peso. Ammettendo tuttavia che comunque “è stata una scelta molto dolorosa”, sulla quale però, la primogenita non vuole più tornare perché “quello che c’era da dire l’ha detto tutto lui” (cioè il padre Silvio).
Intendendo dire, con quel “siamo più solidi”, la Fininvest, cioè la “cassaforte” della famiglia Berlusconi e che del Milan è rimasta la proprietaria fino alla scorsa settimana. Dalla vendita del Diavolo, avvenuta per 740 milioni di euro, la Fininvest ne uscirebbe quindi rigenerata dal punto di vista finanziario. Questo perché, come anche ribadito dalla stessa Berlusconi, sarebbe alleggerita di un fardello che ammonta a diversi milioni di euro che la Fininvest ormai da qualche anno, era costretta a sborsare per ripianare le perdite, come in occasione dell’ultimo bilancio approvato (quando il passivo del Milan è stato di 89 milioni di euro). Ma soprattutto grazie ai soldi incassati con la vendita della società rossonera, la Fininvest può adesso preparare al meglio la partita più importante che la mette di fronte ai francesi di Vivendi. I quali, dopo aver siglato il contratto con Mediaset (il più importante pilastro del gruppo Fininvest insieme a Mondadori e Banca Mediolanum) per la vendita di Premium (la pay tv del Biscione), hanno adesso fatto marcia indietro, dichiarando come riportato anche da Il Giornale, di non voler più rispettare il contratto firmato nell’aprile scorso. Che prevedeva appunto l’acquisto del 100% di Premium da parte dei francesi nell’ambito di uno scambio azionario (per circa il 3,5%) con Mediaset. Alla fine di luglio la società di Bollorè ha però fatto sapere di non essere più intenzionata causa di alcuni “disaccordi” sul business plan, a proseguire con Premium (tutto al più di volerne acquistare un 20%) ma di essere interessata invece all’acquisto del 15% di Mediaset. A tal punto di mandare su tutte le furie il presidente del Biscione, Pier Silvio Berlusconi (il secondogenito di Silvio) il quale, come riporta sempre il sito del Giornale, avrebbe minacciato azioni legali sia penali che civili. Per questo che i soldi incassati dalla vendita del Milan darebbero anche in questa ottica una maggiore tranquillità di azione. In tutto questo però che ne sarà del Milan? Come riporta il sito della Gazzetta, prima di andarsene, la coppia Berlusconi-Galliani (infatti se ne andrebbe anche l’Ad che verrebbe sostituito dall’ex Inter Fassone) sarebbe intenzionata a fare l’ultimo regalo prima di lasciare: il centrocampista tanto voluto da Montella. Ma tra i nomi che circolano ( si parla del principito Sosa) di certezze al momento ce ne sarebbero poche. Per adesso, quando mancano appena 12 giorni all’inizio del campionato, l’unica notizia importante di “calciomercato” (a parte l’arrivo in panchina di Montella) è stata l’addio di Silvio Berlusconi.