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La società delle barriere colpisce sempre di più anche il calcio: in Algeria addio ai calciatori stranieri

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All’interno di una società in cui le barriere, tra stadi e confini nazionali, si preferisce innalzarle piuttosto che abbatterle, desterà probabilmente poco scalpore il fatto che in Algeria sarà proibito tesserare calciatori stranieri.

La federazione del paese nordafricano, infatti, ha posto un divieto, con effetto immediato, nei confronti dei club riguardo all’acquisto di atleti stranieri. E’ stato affermato che la decisione è “dovuta a difficoltà finanziarie, impossibilità di ottenere valuta straniera per pagare i calciatori legalmente” e per combattere “i comportamenti senza scrupoli di alcuni agenti di giocatori”.

Per quanto concerne i calciatori stranieri attualmente militanti in club algerini, è stato deliberato che gli è permesso giocare nel paese fino alla fine dei loro contratti correnti. Attualmente, ci sono circa trenta stranieri, per la maggior parte africani, all’interno di compagini algerine, oltre a tanti ragazzi nati in Europa, soprattutto in Francia, di origini algerine.

Un duro colpo per tanti atleti come il bomber franco-ivoriano Ghislain Guessan. La sua storia parte da Nantes, il club in cui è cresciuto e che decise ben presto di non puntare su di lui. Dopo essere passato senza grosso successo nelle serie minori francesi ed italiane, Guessan decise di provare ad affermarsi in Algeria. La lega calcistica del paese nordafricano, infatti, a lungo ha rappresentato un terreno fertile per molti talenti con il sogno di affermarsi e garantirsi un futuro migliore.

Nel 2014, Guessan ha firmato per il RC Arbaa, ottenendo buoni risultati; in questa stagione, ad esempio ha realizzato dieci gol e fornito un assist. Adesso, tuttavia, la vita si farà più difficile ed il ragazzo pensa che a breve sarà costretto a lasciare l’Algeria.

All’inizio non volevo credere fosse vera la decisione della federazione, visto che ogni lega professionistica nel mondo possiede calciatori stranieri e ciò spesso migliora la qualità del calcio” afferma Guessan.

Ad ogni modo, il presidente della FAF, Mohamed Raouraoua, ha giustificato la decisione ponendo in serio dubbio la qualità degli stranieri portati a casa dai club algerini. “Il 46% dei ventotto calciatori stranieri ha giocato meno della metà della stagione corrente” queste le sue parole. “L’idea alla base dell’acquisto di stranieri è che si suppone questi debbano offrire un contributo allo spettacolo. Nel nostro caso, invece, due calciatori non hanno disputato neppure un minuto. E’ giunto il momento di fare delle riflessioni.

Le reazioni del mondo calcistico algerino alla decisione della federazione sono state varie.

Il presidente dell’ES Setif, Hassen Hammar, ha dichiarato di appoggiare il verdetto della federazione poiché crede che i club algerini non reclutino nella maniera adeguata i giocatori stranieri. Il presidente del MC Alger, Omar Ghrib, invece, ha contestato la decisione ed affermato che le leghe professionistiche non dovrebbero interferire con il modo in cui i club attuano i trasferimenti. “Se la federazione vuole gestire un club, allora che paghino loro i calciatori” ha detto Ghrib.

La qualità dei calciatori stranieri militanti in Algeria è stata esaminata a fondo, comunque la principale giustificazione per la legge applicata dalla FAF sembra risiedere nella mancanza di responsabilità fiscale. Nel febbraio scorso, venne alla luce un video in cui il centrocampista guineano Mohamed Coumbassa raccoglieva offerte in denaro da parte dei tifosi dell’USM El Harrach poiché non aveva ricevuto lo stipendio negli ultimi sei mesi. Ad inasprire i toni della situazione, emerse poi che Coumbassa aveva giocato addirittura 18 partite senza avere il permesso di lavoro.

Al contrario del povero Coumbassa, Gilles Ngomo del CR Belouizdad sta pianificando il suo addio all’Algeria dopo ben otto anni nel paese, trascorsi a difendere tre maglie diverse. “Ho passato otto anni meravigliosi in Algeria. Mi sono adattato alla grande e la gente qui è veramente fantastica” ha affermato. Il centrocampista nativo del Camerun è sposato con una donna algerina ed ha anche valutato l’opportunità di fare domanda per diventare cittadino algerino a sua volta nel 2012.

Ai microfoni della BBC Sport, egli ha detto: “Se proprio la legge è necessaria, mi auguro almeno che serva per migliorare le condizioni di vita dei calciatori stranieri”.

Nonostante il presidente della lega algerina, Mahfoud Kerbadj, insista sul fatto che la legge riguardi “tutti gli stranieri e non solo gli africani”, diversi analisti di tutto il continente sono certi che la decisione avrà un impatto maggiore proprio su questi ultimi, a cui verrà negato l’accesso ad una lega da sempre vista come un trampolino di lancio per il dorato mondo del calcio europeo.

Un altro centrocampista proveniente dal Camerun, Abenego Tembeng, che attualmente milita nel DRB Tadjenanet, ha detto alla BBC Sport di aver pianificato un addio immediato all’Algeria non appena ha ricevuto la notizia dell’entrata in vigore della legge.

Ho già iniziato a parlare con il mio agente di un addio all’Algeria nonostante speri che qualcosa possa cambiare prima della fine della stagione. Non so se questa legge sarà solo temporanea. Mi auguro che tutto possa risolversi e io possa restare al Tadjenanet anche la prossima annata.

Ma se Tembeng sogna di restare al Tadjenanet, il bomber Guessan ha perso le speranze di poter restare in Algeria. Dopo aver segnato 10 gol in 21 match nel RC Arbaa ed essere stato il capocannoniere per gran parte del campionato, l’ex Nantes valuta ora nuove proposte.

Avevo in mente molti progetti in Algeria. I grandi club qui avevano notato la mia crescita ma ora sono focalizzato a cercare qualche squadra in Europa. E’ un peccato perché la lega algerina non è facile e se hai successo qui puoi averlo ovunque” ha concluso Guessan.

Nato a Roma sul finire degli anni Ottanta, dopo aver conseguito il diploma classico tra gloria (poca) e
insuccessi (molti di più), mi sono iscritto e laureato in Lingue e Letterature Europee e Americane presso la
facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Tor Vergata. Appassionato, sin dall'età più tenera, di calcio,
adoro raccontare le storie di “pallone”: il processo che sta portando il ‘tifoso’ sempre più a diventare,
invece, ‘cliente’ proprio non fa per me. Nel 2016, ho coronato il sogno di scrivere un libro tutto mio ed è
uscito "Meteore Romaniste”, mentre nel 2019 sono diventato giornalista pubblicista presso l'Ordine del Lazio

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