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La “Nuova Via della Seta” del Pallone: Italia-Cina, un abbraccio milionario
Nell ultime settimane, in vista della visita in Italia del presidente cinese Xi Jinping, è partito un vero e proprio dibattito politico sul cosiddetto Memorandum of understranding che apre la strada al nuovo progetto tra Italia e Cina conosciuto come “Nuova Via della Seta”. Tale accordo tocca numerosi ambiti della vita nazionale: tra questi non poteva mancare, naturalmente, quello che interessa l’ambito calcistico nostrano.
Per la precisione nella giornata di ieri, domenica 24 marzo 2019, è stato firmato, presso la sede della FIGC a Roma, un memorandum d’intesa tra la Federcalcio e il Governo cinese con oggetto lo sviluppo del calcio in Cina; così facendo, si cerca di diffondere il mondo del pallone italiano nel grande paese asiatico.
“È un incontro storico, ricco di significati”: questo il commento a caldo del Presidente della FIGC Gabriele Gravina. “Il dialogo tra Italia e Cina si rafforza grazie al binomio sport e cultura che genera nuove opportunità, valorizza la dimensione del confronto e promuove le eccellenze, da ambo le parti” ha aggiunto il numero uno del massimo organo di controllo del calcio italiano.
Stessa soddisfazione è stata espressa dal rappresentante del ministero della Comunicazione di Pechino, Shen Haixiong, che ha così commentato:“Il calcio italiano in Cina è molto seguito per gli allenatori, i giocatori e le squadre, sono tutti molto conosciuti”. Anche da parte di Haixiong è stato lanciato un augurio per il futuro al fine di dar vita ad un progetto del genere “sulla base di questo risultato”; tutto questo perchè si tenta di “promuovere l’industria calcistica attraverso la nostra cooperazione strategica”.
Sono parecchi gli argomenti oggetto del memorandum che interessano il mondo del pallone. Si parte dalla diffusione della cultura e della tecnica calcistica in Cina per arrivare all’avvicinamento allo sport del mercato cinese passando per il tema della nutrizione e della salute degli atleti nonché la comunicazione e il marketing fino ad arrivare alla collaborazione per l’organizzazione di eventi in Cina, con un’attenzione particolare al calcio femminile, alla formazione di arbitri e allo sviluppo della Var.
Il governo di Pechino, userebbe tutto ciò per un obiettivo da sempre ambito: l’organizzazione dei Mondiali del 2026 o del 2030. Secondo gli esperti locali la partnership con una nazione calcisticamente importante come l’Italia rappresenterebbe un fattore chiave in quest’ottica.
“Grazie a questa occasione – ha continuato Gravina – il calcio ha dimostrato ancora una volta di essere ponte tra culture diverse, con un’attenzione particolare al futuro”. “Parlando di formazione, di giovani, di tecnica, di valori, di comunicazione e di sviluppo vogliamo contribuire in maniera proattiva ad avvicinare l’Italia alla Cina e la Cina all’Italia” ha concluso.
Nonostante tutte queste belle parole però, noi di Io Gioco Pulito, vorremmo mettere in evidenza anche altri lati che lasciano, almeno a chi scrive, qualche dubbio su questa nuova cooperazione. Difatti, come naturale che sia, il gigante asiatico vorrebbe ottenere qualche vantaggio calcistico in più da questo Memorandum.
Ad esempio, poche ore prima che venisse firmata l’intesa, si paventava di far disputare “nei prossimi tre anni e con un budget adeguato” una partita del campionato italiano in terra cinese. Subito, però, lo stesso Gravina ha voluto mettere un freno a tale ipotesi. “La Serie A in Cina? No il campionato si gioca in Italia, per questo si chiama italiano”: queste le parole del numero 1 della FIGC che non lasciano spazio ad equivoci.
Questo, inoltre, non è il primo tentativo di “infiltrazione” nel mondo del pallone italiano da parte di Pechino. Nel 2016, ad esempio, il gruppo Suning ha acquisito la quota di maggioranza dell’Inter una delle squadre più blasonate e conosciute del panorama calcistico del Belpaese.
L’interesse per il calcio, a livello mondiale, dalle parti di Pechino non è una novità. Negli ultimi anni sono stati molti i calciatori, di vari campionati europei di blasone, fatti arrivare in terra cinese a suon di contratti milionari. L’ultimo, in ordine di tempo, è l’ex capitano del Napoli: Marek Hamsik. Oltre a ciò si è deciso di dar vita ad un vero e proprio torneo tra nazionali in Cina: la China Cup, giunta quest’anno alla terza edizione. Tale evento si è tenuta in questi giorni, con conclusione ieri nel Guangxi Sports Center della città di Nanning e ha visto la partecipazione di 4 nazionali del Raking Fifa: Cina, Uzbekistan, Thailandia e Uruguay (campione).
Inoltre, in terra cinese, si sono tenuti, negli anni passati, eventi sportivi di club di una certa importanza come la finale di Supercoppa francese. Era l’agosto 2018 quando il Paris Saint Germain e il Monaco dovettero affrontare un viaggio di migliaia di km per arrivare a Shenzhen, nella Cina sud-orientale, per giocarsi uno dei più importanti trofei calcistici della stagione d’oltralpe.
Dalla parte della FIGC non sarebbe una novità far disputare determinate partite nazionali in altri paesi. Tutti ricordano, ad esempio, che l’ultima partita della Supercoppa italiana si sia disputata, tra mille polemiche, nella cittadina saudita di Jeddah.
Tutti questi “spostamenti”, naturalmente, sono state decisi, la maggior parte delle volte, per puri interessi economici. Interessi economici che sembrano essere alla base di questi nuovi possibili accordi calcistici tra Italia e Cina.
Insomma, ancora una volta, a farla da padrone è, e rimane, il Dio Denaro. Detto ciò, possiamo concludere il pezzo con una battuta: “chi ben comincia è a metà dell’opera!”.
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