La meglio gioventù: Pierpaolo D’Errico, da Gallipoli allo United andata e ritorno

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Il suo maestro è Javier Ernesto Chevanton, uno che in carriera ha messo a segno 150 reti tra Italia, Spagna, Francia e Uruguay prima di trovare il suo centro del mondo a Lecce, mentre a dirigere la società nella quale si allena è il difensore più “cattivo” della serie A per antonomasia, quel Pasquale Bruno che collezionava tackle duri, cartellini rossi e rimbrotti degli avversari i turno. Pierpaolo D’Errico, classe 2000, in campo attaccante originario e sulla carta d’identità di Gallipoli, ha coronato un piccolo sogno: per quattro giorni è stato ospite del Manchester United e ha condiviso il centro sportivo di Carrington, che ospita tutte le formazioni dei Red Devils, con Ibrahimovic, Mata, Rooney, Martial, Rashford e tanti altri campioni del calcio internazionale. “Vicini di casa” per pochi giorni, il tempo di metabolizzare la trasferta nel Regno Unito, capire che per il momento si tratta solamente di un classico provino, con i suoi pari età e tornare con un sorriso largo quanto la porta che ama bucare ad allenarsi sui campi di Parabita, centro di 9mila anime in questi giorni al centro delle cronache italiane per ben altre ragioni e lavorare a testa bassa con i compagni di squadra dell’Heffort Soccer Dream.

Fare gol è il suo chiodo fisso, Alen Boksic è un ricordo del passato al quale tanti lo affiancano per progressione e fisico imponente, capace di fare reparto da solo. A Parabita e dintorni, dove circa 300 genitori hanno deciso di far crescere i sogni di calciatore dei propri figli al tridente Bruno-Chevanton-Roberto Rizzo (talent scout che lavora con Pantaleo Corvino) è già un piccolo idolo, come il trionfo “social” di questi giorni ha testimoniato. La sua bacheca è stata gremita da post di amici, conoscenti e giovanissimi ammiratori: lui compirà 17 anni il 21 marzo, intanto studia al terzo anno all’Istituto tecnico commerciale Vespucci, a Gallipoli, tifa Milan e si ispira a Fernando Torres. Anche se un esempio di “precocità” lo avrebbe a pochi passi: quel  Valeri Bojinov che proprio con il Lecce a 15 anni, 11 mesi e 12 giorni aveva fatto il suo esordio in serie A il 27 gennaio 2012, salvo poi dar vita a un cammino tortuoso con valigia in mano, passato per Juventus, Parma, Verona, Vicenza e Ternana prima di imboccare la via dei Balcani, direzione Partizan Belgrado e sposare la “causa” cinese con la maglia del Meizhou Kejia. A soli 31 anni.

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D’Errico tornerà nel suo Salento con gli occhi densi di rosso, come i colori sociali dello United, e come la passione. Quella per il calcio: la stessa che giovanissimi come Kean (2000, Juventus) e Pellegri (2001, Genoa)  hanno già tramutato in sogno esordendo in serie A. Abbia pazienza, D’Errico: e conservi quell’innocenza che vien fuori dall’unica traccia “social” del viaggio. Uno scatto “rubato” a Zlatan Ibrahimovic, incrociato al ristorante.  Emozionato come un bambino tra i giganti, con il gol nel sangue.

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