I saggi dicevano che il pallone è rotondo. Ma in questo momento scotta tra i piedi degli organismi chiamati a decidere sulle sorti del calcio europeo dopo l’apertura del conflitto da parte della Russia contro l’Ucraina.
I temi sul tavolo sono tanti e per prima cosa occorre sottolineare come la UEFA, chiamata a valutazioni su ha una capacità decisionale molto poco codificata. Cosa significa? Che non ci sono norme precise ma organismi che emanano direttive e decisioni adattabili.
I danesi ricordano ancora come l’esclusione della Jugoslavia nel 1992 a ridosso dell’Europeo fu la loro fortuna. Per il conflitto dei Balcani venne riscritta la storia del calcio delle cenerentole.
Fino a questo momento l’unica decisione sulle sorti del pallone in Europa è stato il concreto spostamento della finale di Champions da San Pietroburgo a Parigi. Una delle conseguenze non rilevante purtroppo per la pace ma importante ai fini dell’organizzazione della futura partita riguarda il materiale sportivo già prodotto. La Adidas infatti aveva da tempo annunciato il pallone della finale che richiamava l’architettura e i colori di San Pietroburgo. Pur essendo una questione risibile di fronte alla guerra, è un aspetto logistico non da poco. Senza contare che Gazprom è uno sponsor scomodo e inopportuno per il prosieguo della kermesse Champions.
La sequenza delle decisioni tardive, sospese o non prese in tempo riempie la storia del calcio. basti pensare alle Olimpiadi del 1936, i mondiali di calcio nel 1934 e nel 1978 su tutte, manifestazioni disputate in luoghi in cui la dittatura non faceva mistero di esserci e di esercitare potere. Per tacere dello stesso mondiale del 2018 che non vide cori unanimi di approvazione, avendo come sede la Russia.
La Polonia ha preso una posizione concreta per prima non volendo giocare i playoff contro la Russia per i mondiali. Nel frattempo si attende una serie di decisioni deontologicamente e moralmente dovute per quello che sta succedendo e che non possono consistere solo in mere partite in campo neutro.
Il pallone è rotondo come una luna che ha ispirato poeti e artisti della sfera. Si attende che ispiri gli organi internazionali del calcio e che faccia prendere decisioni che sappiano di diplomazia e pace quantomeno sportiva oppure, al peggio di sanzioni concrete ed esclusioni di squadre russe da competizioni internazionali. Si spera. Nel frattempo ha cambiato città e colore. Da San Pietroburgo a Parigi.
E nelle ultime ore è arrivata l’ufficialità che molti aspettavano: la UEFA e la FIFA, sulla base delle indicazioni del Comitato Olimpico Internazionale, hanno deciso congiuntamente di estromettere la Russia da tutte le competizioni internazionali: niente playoff e Mondiali per la Nazionale ed esclusione per i club russi dalle competizioni europee.