L’esempio Pulito
C’è una gara che è la perfetta esegesi dello sport pulito e forse alla mitopoiesi dello sport. Senza esagerazioni. Il 31 gennaio si corre “La Corsa di Miguel” nel cuore vivo della Roma sportiva (Foro Italico e dintorni) e l’evento si è attribuito il funzionale e accattivante slogan de “la corsa che fa correre tutti”. Perché in effetti l’appuntamento non è limitato al solo giorno, alla concentrazione aristotelica di unità d’azione di tempo di quel giorno, ma si spande attraverso un’attività sportiva culturale per tutto l’anno.
Da novembre i volontari della corsa (giornalisti e addetti ai lavori) tengono seminari su un argomento mirato nei licei romani. Per questa tornata 2015-2016, si è scelto il fascinoso tema d’attualità dell’Olimpiade, quanto mai mainstream vista la candidatura di Roma all’edizione del 2024, veicolata da un sondaggio Ipsos depistante.
Olimpiade vista attraverso personalizzazioni tematiche a scelta dell’istituto: il razzismo, Roma 1960, L’Olimpiade tra pace e guerra, le Paralimpiadi. Poi, dopo la Corsa vera e propria alla quale parteciperà anche qualche campione della magra riserva azzurra (favorito Floriani tra gli uomini e Ejafini tra le donne), si scatenerà la tornata del richiamo all’attività per gli studenti stessi. Il detto latino “mens sana in corpore sano” ne ha vissute e attraversate di cotte e di crude, ma qui la tentazione della sedentarietà si scontra con l’iscrizione di circa 15.000 ragazzi che tra febbraio e marzo si cimenteranno sulle piste romane in un classico 1.000 per approdare (i migliori) alla finale prevista allo Stadio de Marmi alla presenza del Presidente del Coni Giovanni Malagò.
In totale si registra la partecipazione di circa 250 scuole che invieranno un congruo numero di iscritti (insegnanti, studenti e personale scolastico) alla non competitiva gara contro il razzismo che si correrà (o marcerà) il 31 gennaio a margine della gara principale. Il Coni, la Scuola, il Miur nel corso dell’anno fanno di più con i loro protocolli verso lo sport giovanile? Non diremo. E tutto è partito nel segno di Miguel Sanchez, atleta simbolo per gli argentini e in particolare per gli atleti. Non un pericoloso oppositore del regime dittatoriale ma un semplice sportivo-atleta che voleva far conoscere le proprie verità correndo e tenendo un diario che evidentemente è risultato scomodo ai militari argentini.
L’Italia lo ricorda, con il contribuito dell’ambasciata argentina. Tutti i giorni e tutti gli anni con “La Corsa di Miguel”, brevetto solidale del collega Valerio Piccioni con radici nel passato secolo e nel passato millennio. Un’esperienza di memoria storica che prima è nata in Italia e poi è stata importata dall’Argentina, terra natale di Sanchez.
FOTO: www.lacorsadimiguel.it