La battaglia di Thierry Henry contro i Social Network
In questi giorni a Lisbona abbiamo assistito al calciatore che non ci si aspetta nella sede dove non lo immagini nemmeno.
Nella città portoghese si sta tenendo un web summit mondiale per discutere della tecnologia e delle relazioni del futuro.
Poteva essere una notizia quasi normale che si accompagna ai cambiamenti voluti da Zuckerberg con la società che gestisce Facebook che diventa Meta.
Invece abbiamo assistito all’intervento che non si aspettava nessuno e che quasi però è passato sotto silenzio in Italia.
Già da un po’ i calciatori stanno smentendo chi li crede distratti e poco propensi alla realtà; l’esempio di Marcus Rashford, attaccante del Manchester United, ha fatto precedente impegnandosi per il diritto di mensa a scuola anche per i bambini meno abbienti.
Adesso piomba come una granata l’ex star dell’Arsenal e del Barcellona, Thierry Henry.
Al web summit l’ex campione francese ha affermato che “i social alimentano l’odio e non fanno nulla per mitigarlo, pertanto andrebbero boicottati e non usati”. Non contento ha accusato proprio di fomentare il razzismo per creare traffico e quindi guadagno.
L’espressione più efficace che ha usato è stata “propongono una medicina al veleno che loro stessi alimentano”. E ha detto “la gente smette di essere gentile e loro non promuovono la gentilezza, perché essere gentili non porta denaro”.
“Ho cercato più volte di parlare con chi amministra i social media, fino al mio boicottaggio. Ora sono loro a voler parlare con me ma io non ho più nulla da dire, non stanno facendo nulla per cambiare le cose”. Inoltre si è fatto promotore di una proposta giudiziaria che a suo dire andrebbe accolta: la condanna a due anni ai troll che provocano danni psicologici con il bullismo in rete. E ha chiesto anche di istituire delle sanzioni verso i gestori dei social per ogni giorno in cui un video lesivo rimane in rete.
Gli organi di amministrazione dei social non hanno risposto ancora direttamente a Henry e a chi ha fatto parlare in questi giorni anche le voci “contro” i social.
Di sicuro, se fosse stata pubblicizzata come meritava, la notizia dell’intervento di Henry avrebbe di colpo dato due spallate: al luogo comune sui calciatori ricchi e menefreghisti e al colosso dei social. Non poco. Anzi, più che spallata, visto il mestiere, diciamo che Henry ha proprio preso a pallonate il sistema.