L’abbiamo toccata e calpestata tutti. Da quella dura in sabbia, a quella che ci riempiva le scarpe di gommini fino a quella di ultima generazione che è soffice come l’erba vera e non vi fa più infiammare le ginocchia ma rischia di ucciderci. Stiamo parlando dell’erba sintetica dei campi di calcio, calcetto e calciotto che secondo alcuni studi farebbe venire il cancro. Ma andiamo con ordine.

Un po’ di storia
Uno studio della Rutgers University ha esaminato molti campi sintetici siti a New York e ha scoperto livelli di Idrocarburi policiclici aromatici, metalli e ftalati ben al di sopra consentita dalla legge statale.
Nel 2014 Amy Griffin, allenatrice di calcio all’Università di Washington ha fatto uno studio su ex calciatori che hanno contratto il cancro una volta terminata la loro carriera. Su 38 giocatori presi in esame, 34 erano portieri per una percentuale incredibile dell’ 89%. Questo perché, secondo Griffin, i portieri tuffandosi sono molto più a contatto con l’erba dal punto di vista ematico, ma soprattutto possono aver respirato ed inavvertitamente ingerito l’erba sintetica. Va ricordato che negli States tutti i campi di calcio, che spesso sono gli stessi di quelli da Football, sono in erba sintetica.
Il congresso americano nel 2015 ha dato mandato alla EPA, Agenzia a protezione dell’ambiente di investigare ma il risultato delle indagini non sono ancora stati pubblicati.
Anche in Italia
Nel 2006 l’Istituto Superiore della Sanità ha lanciato l’allarme e sono stati trovati 350 campi, solo nel centro Italia, potenzialmente nocivi con presenza di sostanze oltre la media. Molti di essi appartenenti a squadre allora militanti in serie D. Lo stesso studio, ripreso nel 2014, ha dimostrato che d’estate con le temperature alte, queste sostanze evaporano e possono essere molto nocive specialmente per i bambini.
Il caso Olandese
Nel 2016, dopo la messa in onda del documentario Zembla, in Olanda è partita un’indagine proprio sulla nocività dei campi sintetici e trenta team amatoriali si sono visti costretti a rifare il campo perché potenzialmente nocivo.
La morte di Gary Ablett
L’ex giocatore del Liverpool Gary Ablett morì per un linfoma nel 2012 all’età di 46 anni. Sua moglie Jacqueline espresse il timore che il suo tempo trascorso allenando sulle superfici sintetiche possa essere stata la causa.
Il problema dei diserbanti:
Nei campi sintetici può accadere che cresca qualche erbaccia, come accade in mezzo al brecciolino. In questi casi vengono utilizzati diserbanti chimici e tossici che possono recare danno all’organismo.
Il pensiero Europeo
Nel 2016 la Commissione Europea ha commissionato la ricerca all’Agenzia Europea Sostanze Chimiche (Echa) che ha ravvisato livelli di rischio esistenti ma molto bassi per le superfici di gioco esaminate. L’Echa ha anche detto però di modificare i regolamenti per garantire bassi livelli di IPA (Idrocarburi policiclici aromatici) nella creazione di pneumatici, la cui gomma viene utilizzata nei campi sintetici.
I produttori di granuli di gomma e le organizzazioni interessate, dovrebbero sviluppare linee guida per aiutare tutti i produttori e gli importatori di intasi di gomma riciclata ad effettuare test sul loro materiale. Il problema si palesa quando per risparmiare il produttore è incerto ed i prodotti provenienti da un paese straniero difficile da controllare e con regole diverse.
Anche i proprietari dei centri sportivi devono fare la loro parte, controllando periodicamente il livello di tossicità dei propri campi e soprattutto consentirne l’adeguata ventilazione.
Un anno fa anche la Football Association inglese ha avviato la propria indagine ed è in attesa dei primi responsi.
Il business intorno a questi campi è troppo grande, pensate quanto costerebbe ai centri sportivi il dover rifare tutti i campi perché tossici. Molte attività si vedrebbero costrette a chiudere. Anche le raccomandazioni dell’Agenzia Europea Sostanze Chimiche ha buoni propositi ma si scontra con la realtà fatta di incompetenza e imperizia, quella spesso dei custodi che in questi centri ti danno solo il campo ed il pallone e niente più.
Far controllare la tossicità costa soldi e tempo e se nessuno minaccia sanzioni chi lo farebbe mai di spontanea volontà?
E’ triste dover accorgersi che il gioco del calcio fatto in strada è molto più sicuro, verosimilmente,di quello fatto nelle scuole calcio dai nostri figli o nipoti, dove peraltro paghi per il divertimento dei ragazzi.
Non bisogna permettere che vi siano dei buchi nelle politiche di prevenzione delle malattia tumorali nel nostro paese,soprattutto quando sono coinvolti ragazzi in giovane età, anche se le evidenze in altri settori, Taranto,Gela,Augusta non sono incoraggianti.