Jurij Gagarin, il Cosmonauta che sognava le stelle e amava lo Sport
Ieri, 9 marzo, datato 1934, nasceva Jurij Gagarin, il cosmonauta sovietico, primo uomo della storia ad andare nello spazio. Un’icona che aprì il campo al progresso aerospaziale e che nella vita di tutti i giorni aveva una grande passione, lo Sport. Ve la raccontiamo.
Il cosmonauta russo Jurij Gagarin fu il primo uomo al mondo ad arrivare nello spazio a bordo della sua navicella, denominata Vostok 1 che il 12 aprile 1961 partì dal cosmodromo di Baikonur alle ore 09:07 di mattina.
Un bel traguardo per il governo di Mosca che, proprio a quel tempo, nell’ambito della Guerra Fredda contro gli Stati Uniti d’America, portava avanti una vera e propria battaglia per la conquista del cosmo oltre che sullo scacchiere geopolitico mondiale. Per l’importanza della sua impresa Gagarin venne insignito dell’Ordine di Lenin e fu proclamato Eroe dell’Unione Sovietica.
Un personaggio leggendario che, a margine della sua attività di aviatore e cosmonauta, era un grande appassionato di Sport.
In particolare furono due le discipline che più appassionarono Gagarin, le quali oltre tutto furono influenzate dalla sua figura: il rugby e l’hockey sul ghiaccio.
Nell’ambito dell’hockey, a Jurij Gagarin, è stato dedicato un vero e proprio trofeo: la Kubok Gagarina, conosciuta anche con l’appellativo di Coppa Gagarin. Tale coppa viene assegnata alla squadra vincitrice dei playoff della Kontinental Hockey League (KHL).
Questa è una competizione interconfederale di hockey sul ghiaccio a cui prendono parte club professionistici provenienti da alcuni degli stati che componevano l’ex Unione Sovietica: Russia, Bielorussia, Cina, Finlandia, Kazakistan, Lettonia e Slovacchia. La Kontinental Hockey League è comunemente considerato come il secondo campionato hockeistico al mondo, dietro solamente alla americana NHL.
Il nome del trofeo, secondo la leggenda, fu scelto per una pura coincidenza temporale: la prima edizione della KHL si svolse nel 2008, anno in cui cadevano i 40 anni dalla morte dello stesso cosmonauta. La data della finale della prima edizione, inoltre, si sarebbe dovuta disputare, sempre per pura casualità, proprio il 12 aprile di quell’anno.
Più incerto è invece il rapporto di Jurij Gagarin con il mondo sportivo della palla ovale. Alcune voci, smentite in seguito, volevano che il cosmonauta di Mosca ricoprì, per primo, la carica di presidente della federazione rugbistica russa. Tale federazione, però, nacque nel 1967, solamente un anno prima della morte di Jurij.
Altro fatto che ci fa vedere un possibile accostamento tra Gagarin e il mondo del rugby fu che la squadra chiamata VVA Podmoskov’e, il club ufficiale dell’accademia aeronautica di Monino nell’Oblast’ di Mosca, prese il nome del cosmonauta, diventando la VVA Gagarin, poco dopo la morte di quest’ultimo avvenuta il 27 marzo 1968 a soli 34 anni.
Tale scelta, almeno sul campo, fu più che di buon auspicio visto che portò ad ottimi risultati: nel 1969, infatti, la squadra vinse per la prima volta il campionato sovietico di rugby, grazie soprattutto alle mete realizzate dall’armeno Aleksandr Grigor’janc. Negli anni a seguire, inoltre, la VVA Gagarin divenne la squadra russa più titolata dell’ambito della palla ovale conquistando ben nove titoli, tre dei quali consecutivamente tra il 1984 e il 1986.
In chiusura del pezzo vogliamo parlarvi di una vera e propria curiosità. Proprio il 12 aprile 1961, quando Jurij Gagarin entrava di diritto nell’albo degli Eroi dell’Unione Sovietica, un altro personaggio legava il suo nome a quello del cosmonauta russo.
In Sudan, paese dell’Africa Centrale, muoveva i suoi primi passi suoi campi di calcio l’attaccante Haydar Hassan Haj Al-Sidig. Pochi anni dopo, precisamente nel 1966, questo giocatore entrò a fare parte della squadra dell’Al Hilal Educational Club diventando il più prolifico giocatore sudanese della storia con ben 350 reti segnate in nove anni.
Data la sua velocissima escalation prestazionale nel mondo calcistico, nel 1970 questo attaccante fu denominato Ali Gagarin (che si poteva tradurre come “il cosmonauta calciatore”). Ma questa,come si dice, è tutta un’altra storia…