Questa volta non andremo solo a visitare il parco giurassico, ma saranno i dinosauri che vi sono cresciuti che verranno a trovarci. Nel nostro mondo.
Siamo alla seconda puntata del nuovo ciclo giurassico, per altro sempre prodotto da Steven Spielberg, il papà della prima serie originale. Non era possibile evitare nuove tappe della storia, soprattutto dopo la sorpresa di Jurassic World, no dei cinque film di maggior successo di tutti i tempi.
Per il nuovo capitolo della trilogia, i produttori si sono rivolti all’acclamato regista spagnolo Juan Antonio “J.A.” Bayona. Conosciuto per la profondità e il coinvolgimento della sua narrazione.
Sono passati tre anni da quando il parco tematico e resort di lusso Jurassic World è stato distrutto dai dinosauri scappati dalle gabbie. Isla Nublar ora è abbandonata dagli esseri umani, mentre i dinosauri sopravvissuti abitano nella giungla.
Quando il vulcano dell’isola si risveglia per distruggere tutto, Owen e Claire intraprendono una campagna per salvaguardare i dinosauri rimasti da una catastrofe che li porterebbe all’estinzione. Owen intende ritrovare Blue, il suo velociraptor cresciuto come un figlio, mentre Claire ha sviluppato un rispetto per queste creature, divenute ormai la sua missione.
Ma arrivati sull’isola mentre lava e lapilli la fanno da padroni, la spedizione scopre che c’è una cospirazione (ma pensa!) che potrebbe riportare il nostro intero pianeta ad un pericoloso stato di disordine che non si vedeva dai tempi della preistoria.
Le sorprese non mancano davvero. Fra nuove specie, nuovi cloni e vecchi incontri ravvicinatissimi fra uomini, bambini e dinosauri.
Per chi ama il genere, da non perdere. Dotatevi di un sano e forte spirito di “credibilità”, perché qui siamo persino oltre gli scenari Avengers. Ovviamente sarete aiutati dagli spettacolari effetti speciali, davvero eccezionali.
E se posso fare una riflessione che non avrei mai creduto di fare, forse il 3D Imax li limita un po’. Perché la cosa che più colpisce dei dinosauri attuali è la loro reale presenza. E l’effetto tridimensionale un po’ avatariano, rischia di ridurne la definizione, trascinando tutta la scena in quella sensazione tilt-shift, che miniaturizza un po’ troppo. Certo, molto dipende dallo schermo. Ma i profili tendono sempre a evaporare.
Comunque non vi resta che andare al cinema, e farci sapere. Qui c’è tutto quello che volete sapere sul film.
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