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IPTV e Pezzotto: quando la scure della legge produce l’effetto contrario
Di pochi giorni fa la notizia della chiusura di 114 siti pirata che permettevano gratuitamente e illegalmente la visione delle partite di Serie A e non solo.
L’operazione dal nome “Free Football” ha portato al panico generale di più di 700.000 utenti che usufruivano del sistema illegale IPTV, nome gergale Pezzotto, attraverso smartphone, pc, tablet e box android.
Soddisfatti sia le forze dell’ordine sia l’amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo che in estate aveva presentato il nuovo piano per combattere la pirateria che ogni anno toglie soldi al calcio e quindi alle squadre per un mercato, quello delle pay tv, che non cresce.
Dalla serie: sempre meno tifosi allo stadio ma sempre meno anche davanti alla Tv, almeno ufficialmente. Tant’è che ormai sulle emittenti è un continuo di spot anti-pirateria e anche le squadre entrano in campo nel week-end con lo striscione “La pirateria uccide il calcio”.
Problema risolto quindi? Macchè.
La minaccia di 25.000 euro di multa e fino a 3 anni di reclusione anche per gli utenti non ha scalfito minimamente il sottobosco e si è giunti al capitolo più grottesco della vicenda.
Su Youtube, precisamente sul canale ITrustStream, è stato caricato un filmato in cui un ragazzo, responsabile di un’azienda che gestisce flussi IPTV di 5 mila canali in tutto il mondo, ha detto che gli utenti non si devono preoccupare perchè nessuna delle informazioni personali è memorizzata, quindi non c’è rischio di essere beccati e che ci vorranno alcuni giorni per poter riprendere a pieno regime la visione di tutti i canali e la vendita degli abbonamenti dopo la chiusura del sistema Xtream Codes che connetteva gli utenti ai server da ora in poi inutilizzabile.
Il problema è che, nel paradosso, questo figuro parla con tono professionale come se fosse il CEO di un’azienda vera e propria mentre per la legge italiana ed europea è e resta un criminale, un ladro, che vende servizi illegali.
Di fatto quindi la notizia di questa maxi operazione ha prodotto l’effetto contrario a quello dissuasivo sperato, perchè chi era già abbonato conosce che entro pochi giorni tutto tornerà come prima, mentre chi non era a conoscenza del servizio ora lo conosce. Non solo, il contatto con queste piattaforme è divenuto incontrollabile, partito da Skype ora passa per Facebook, Instagram, Whatsapp, Telegram fino al passaparola.
La soluzione al problema? Una impraticabile, ovvero chiudere internet, la seconda, difficile da digerire e contraria a tutte le teorie di marketing e gestione aziendale, prodotto dalla qualità superlativa a prezzi molto bassi. Se tutto il pacchetto di Sky ad esempio costasse 25/30 euro al mese, nessuno opterebbe per l’alternativa illegale e rischiosa a 10 euro al mese. Con i prezzi attuali invece l’ “alternativa”, seppur illegale, vincerà sempre.
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E magari aggiungere anche che Xstreamcodes ERA PERFETTAMENTE LEGALE essendo solo una piattaforma di gestione utenti IPTV e non iptv illegale.
Aggiungere che l’ipotv è LEGALE tutte le volte che guardo un flusso iptv di una televisione in chiaro ed è INVECE ILLEGALE, come fanno TUTTE le tv italiane, bloccare la visione dall’estero (legge europea)?
E potrei continuare ore parlano della figura OSCENA fatta da una procura che è stata INCITATA da SKY e sopratutto NON HA MINIMAMENTE INDAGATO sulle conseguenze del blocco di una piattaforma LEGALE.
Eh, ma loro “giocano pulito”.
Eheheh.