Come da promessa, siamo andati a intervistare gli autori e i protagonisti del video sui tifosi che ha fatto il giro del web. Bello, divertente e probabilmente più “vero” su tutti noi tifosi della #SerieA. Impossibile non riconoscersi. Bravissimi quelli di Social Content Factory.
Eccoci dunque con Cristian Micheletti.
Ciao. Parto subito con complimenti a palate. L’ho definito così:
Secondo me superiori per stile e raffinatezza dei dettagli perfino agli Autogol…
Ciao Marco, grazie mille per i complimenti. Io sono spesso molto critico con quello che facciamo ma devo dire che stavolta (anche pensando al budget investito) ho davvero pochi appunti da fare.
Perché questo video?
Questo video è nato perché eravamo alla ricerca di un contenuto che potesse trainare la nascita di una nuova pagina facebook dedicata al tifo (“Personaggi leggendari che popolano gli stadi”). Ci piace infatti pensare che la parte “buona” del calcio milionario non siano i tanto conclamati campioni ma i tifosi che per i propri colori si sobbarcano trasferte impegnative per vedere magari la propria squadra umiliata sul campo. Ma è questo il bello di questo meraviglioso sport che noi amiamo: la passione. Una passione che spesso è cieca, senza senso ma che è davvero quello su cui, a nostro modo di vedere, si fonda il calcio.
Così abbiamo pensato a una cosa che potesse creare immedesimazione nel pubblico dei calciofili e in un breve brainstorming è nata l’idea. Prima ci siamo assicurati che nessuno l’avesse fatto prima (incredibilmente è così!) e poi ci siamo messi a scrivere. E in un paio di giorni siamo stati pronti per girare.
Cosa vi ha spinto?
Come dicevo ci ha spinto l’amore per questo sport, l’amore per il nostro paese e per il campanilismo anche estremo che lo contraddistingue che porta con sè milioni di sfaccettature, di espressioni, di modi di fare e di dire che non hanno eguali nel mondo, e soprattutto la voglia di condividere un punto di vista: il calcio è un gioco e va affrontato in maniera giocosa. Per questo la cosa più sorprendente del grande successo del video è che nessuno si è sentito offeso per la “caricatura” della propria tifoseria. E questa è davvero una grande vittoria. Perché al di là degli sfottò, delle prese in giro sacrosante, a noi piace vedere il calcio come tifo per e non tifo contro, come un momento di svago, di divertimento, di forte autoironia.
Chi siete e come siete nati?
Social Content Factory è società specializzata in creatività video per il web. Siamo nati nel 2012 a Milano come gruppo di lavoro quasi giocoso che ha iniziato a capire per tempo che il web e i social network avevano un linguaggio diverso da quello degli altri mezzi. Questo gruppo poi si è trasformato, evoluto ed è diventata una società vera e propria che conta ad oggi 8 collaboratori fissi. Veniamo tutti da esperienze televisive più o meno profonde: io, che mi occupo più della creatività, sono stato per molti anni prima autore a Mtv e poi freelance qua e là, Andrea (l’altro socio fondatore che si occupa più degli aspetti produttivi) è filmmaker e videoeditor. Ermanno, che ha sviluppato l’idea insieme a me, è diplomato in sceneggiatura alla Scuola civica di Milano.
Il video ha qualcosa di “teatrale” (parlo di scuola, taglio, stile), erro?
Hai centrato in pieno: da una parte è una scelta ben precisa. Il tifoso meritava di stare al centro dell’attenzione, per cui ci siamo immaginati una sorta di “palco” in cui per una volta il protagonista fosse lui e solo lui. La messa in scena riprende questo concetto. E poi c’è Marcello che ha fatto parecchi anni di teatro e ha una grande passione per i dialetti.
Chi è il protagonista?
Il protagonista è Marcello Pecorari, 24 anni, studente alla Statale di Milano e ha alle spalle quasi 10 anni di teatro.
Di dove è? Sapete che non è facile capire di dove sia? Dalla capacità lessicale nel rifare i dialetti penso a 3 possibilità: romano, campano, siculo…
Seconda sorpresa: è veronese doc. Non credo fosse facile intuirlo. Ed è anche stato il primo a ridere di gusto quando ha letto la gag del tifoso dell’Hellas.
Come avete scelto le peculiarità di ogni tifoso?
Processo non facile. Dapprima abbiamo individuato le caratteristiche a prova di bomba: la Juve che ruba, il Napoli che si lamenta (era fresca la polemica sulla squalifica a Higuain contro la non squalifica a Bonucci), il veronese razzista, l’atalantino muratore e con una parlata incomprensibile, il Palermo e i suoi 80 allenatori, il milanista che vive di ricordi, l’interista che ogni anno ci ritenta.
Tolti quelli “facili”, ho usato un metodo empirico: ho chiamato i miei amici tifosi delle squadre meno blasonate e ho chiesto loro di darmi una definizione della loro tifoseria. L’idea del torinista per esempio, che io trovo azzeccatissima, arriva da un tifoso granata doc. Il difficile è stato per alcune tifoserie davvero poco conosciute tipo Sassuolo, Carpi, Udinese. Lì abbiamo cercato un elemento che fosse riconoscibile per tutti i tifosi di calcio e ci abbiamo costruito una gag.
Editing del video: tempo, produzione, distribuzione
Molto rapido: dalla primissima idea allo shooting sono passati 4 giorni, abbiamo girato in 4 ore circa di un giovedì in uno studio improvvisato con un telo nero come back, due fari led, una telecamera e due microfoni, montato in mezza giornata, affinato in un’altra mezza. il venerdì tardo pomeriggio eravamo online con video e pagina. Dal punto di vista di chi ha fatto cosa: io ed Ermanno l’idea e lo script, Marcello il protagonista, sempre io ed Ermanno le due comparse, in camera un po’ Ermanno un po’ Martina, la nostra bravissima filmmaker, la fotografia sempre io ed Ermanno, montaggio Ermanno, finalizzazione io.
Sapete che sono perfette?
Grazie mille! Siamo davvero lusingati per i tanti messaggi di apprezzamento che abbiamo ricevuto da tifosi di ogni latitudine. Ecco, per noi alla fine il calcio è questa cosa: anche se ne hai prese 6, ci ridi sopra.
Vi immaginavate di avere subito questo successo?
Francamente avevamo molte aspettative perché ci sembrava un video che andava a colpire una grande sottocultura come quella del tifo in modo davvero preciso. Però, vivendo sul web 24 ore al giorno sappiamo anche che se non ci avessero notato subito quelli della Gazzetta, difficilmente avremmo fatto questi risultati.
Progetti per il futuro?
Con “Personaggi leggendari che popolano gli stadi” continueremo presto a sondare le pieghe del tifo italiano. Quello che vogliamo fare è raccontare il calcio dal punto di vista dei tifosi per recuperare quella passione che si è un po’ perduta. Presto gireremo e pubblicheremo un altro contenuto di questo tipo (ci stiamo ragionando in queste ore) ma poi daremo spazio anche a contenuti con un taglio diverso, più romantico. Vogliamo mappare e raccontare l’Italia attraverso i luoghi “sacri” ai tifosi non solo di serie A ma anche di B e Lega Pro.
Possiamo parlare per ore di ogni tifoso. Quale è il vostro preferito?
Entrambi troviamo che quello dell’Hellas sia davvero divertente. Io poi ho anche grande simpatia per quello del Carpi. Ermanno preferisce Palermo e Napoli.
Di che squadra siete?
Io sono tifoso sfegatato del Brescia, Ermanno è tifosissimo dell’Hellas. L’anno prossimo torneremo a fare il derby e io non vedo l’ora 🙂 Andrea è interista. Marcello come detto non è tifoso.
Non vi sembra che in questo momento ci sia un gran bisogno di ritrovare questo rapporto autentico con i tifosi? Cosa ne pensate della drammatica situazione di allontanamento che stiamo vivendo?
Siamo più che d’accordo con te ed è proprio lo spirito che ci ha spinto a creare la pagina e il video. Noi siamo tifosi molto “agguerriti” e siamo grandi ammiratori del tifo anglosassone e della centralità del tifoso nella cultura inglese. Ermanno soprattutto è un grande “studioso” del tema. Noi crediamo che sul tema del tifoso ci siano alcuni problemi di ordine diverso: prima di tutto il supporter stesso ha una cultura del tifo mediamente molto bassa che lo porta a tifare spesso contro e poco a favore, e che “strappa” generazioni di tifosi di provincia alle squadre locali per portarle a tifare per i grandi team. Io su questo tema sono molto sensibile: come dimostrato anche dal video, la bellezza del tifo sta nella diversità dei comportamenti che fa parte del DNA del nostro paese. Una ricchezza e diversità di cultura che tutto il mondo ci invidia e che invece rinneghiamo, anche calcisticamente, riflettendo un appiattimento che non fa bene a nessuno. Io non posso concepire un bresciano che tifa Juve: tifare una squadra solo perché vincente non è tifare, è farsi comprare.
Altro tema è invece il sistema calcio e il suo rapporto malato con i tifosi. Il tifoso non vale nulla, è l’ultimo a cui si pensa quando si prendono le decisioni. Anche sul mondo ultras, che non è certamente un mondo di angioletti, c’è un’attenzione repressiva che non è da sottovalutare. Noi siamo contro ogni tipo di violenza ma anche la violenza repressiva delle istituzioni non è da meno.
Crediamo però che, complice anche una serie di annate non proprio esaltanti per il nostro calcio, ci sia qualche piccolo segnale di ritorno a un romanticismo sportivo, ai grandi campioni degni di questo nome, alle tifoserie passionali. Mi viene in mente quella meravigliosa pagina Facebook “Serie A – Operazione nostalgia” che ha fatto qualcosa di inimmaginabile radunando sia online che offline migliaia di appassionati veri, divisi dai colori ma uniti dall’amore per il calcio. Ecco, diciamo che questo è un buon punto di partenza.
Ah, quasi mi dimenticavo: come avete scelto Rossini e la Gazza Ladra? Lo trovo epocale. Kubrickiano. Leonesco.
Tutto merito di Ermanno che me l’ha proposta in fase di editing e l’ho trovata anche io molto azzeccata. Kubrick è il nostro dio indiscusso, per cui un piccolo omaggio, per quanto dissacrante, ci stava tutto.
Non ci resta che gustarcelo tutto per l’ennesima volta…Buona Visione!