Insulti Astori: ma quand’è che il Karma vi viene a trovare?
Non abbiamo fatto in tempo a digerire lo schifo sui social ai danni della neonata figlia di Simeone dopo la sua cafonata nella notte di Champions League, che ci tocca strapparci di nuovo gli occhi per quanto accaduto nel post partita di quel Fiorentina – Inter il cui finale rocambolesco e contestatissimo targato Abisso ha scatenato l’ira di alcuni tifosi interisti (schifati dagli stessi interisti) contro il direttore di gara e i supporter della Viola. Se infatti dopo Atletico – Juve alla figlia del Cholo le è stato augurato un tumore o una morte prematura, quello che è apparso sui social dopo il posticipo del Franchi, è ancora peggio.
Perché, si sa, l’odiatore da web, non è un fine commentatore o un coraggioso spaccone che mena sulla tastiera con l’impeto di voler far valere le proprie ragioni, ma piuttosto un onanista triste e solitario che trae godimento nel veder soffrire le persone, nel fomentare incendi contro ogni dignità umana, personale e degli altri. L’odiatore tende infatti a colpire dove fa più male, nei posti in cui a cuocerti le budella non è l’odio nei confronti del vile senza nome ma la tristezza che ferve dentro te per qualcosa che già sai essere insanabile. E allora, proprio dopo quel tocco di mano che mano non era, è cominciato il carosello delle peggiori bestie digitali a cui piace sguazzare annaspando nel loro habitat naturale che è marrone e maleodorante.
Ma l’odiatore è anche un tipo banale e prevedibile. E, infatti, con chi se la doveva prendere per colpire il popolo viola? Ma con Davide Astori, naturalmente. Il calciatore che lo scorso anno ci ha salutato a soli 31 anni lasciando una compagna e una bambina, oltre ad un vuoto incolmabile per il tifo viola. Una morte che incredibilmente era riuscita ad unire il calcio italiano sempre così bellicoso e che aveva mostrato un volto del nostro pallone che forse aveva dimenticato, non certo per colpa nostra.
Al fischio finale, qualche povero mentecatto ha pensato bene, quindi, che l’unico modo per guarire l’orgoglio ferito, per una partita che non doveva finire così, fosse quello di tirare in mezzo un uomo che riposa in pace ormai da un anno. In che modo? Augurando all’arbitro di fare la stessa fine, sperando che quello accaduto al povero Davide possa accadere a tutti i tifosi fiorentini, insultando la sua famiglia e infine facendo battute sul fatto che forse, dopo un finale del genere, era giunto il momento di cambiare sport e fare come il capitano viola, cioè passare dall’essere un calciatore a diventare un cadavere (scritto in maiuscolo, per non farci mancare niente).
Dietro questo schifo, come sempre, la viltà di nomi falsi, profili irrintracciabili e un’impunità che comincia davvero a non essere più sopportabile. Perché, e questo l’abbiamo sempre detto, anche in riferimento ai fatti di Simeone, è del tutto comprensibile lo sclero dopo un risultato maturato in quel modo, e ci sta anche l’insulto all’arbitro e ai tifosi avversari, sempre nei limiti della propria dignità, se ancora esiste. Ma bisognerebbe capire, e qualcuno ce lo deve spiegare, in che modo prendersela con un morto possa assopire l’ira funesta di un tifoso irrequieto. Tanto più che, oltre ai tifosi viola, in questo modo si va a colpire una famiglia distrutta, una donna e una bambina che tremano ogni volta che si parla di un compagno di vita, di un padre, figuriamoci se utilizzato come ariete per scalfire gli animi avversari. Chiaramente queste povere teste di caspio non rappresentano il tifo interista e, infatti, come accaduto con i bianconeri nei confronti di Simeone, in massa sono stati coloro che hanno duramente preso le distanze, ricoprendoli giustamente di insulti.
Al riguardo è intervenuta la Fiorentina con una nota: ”La Fiorentina ha assistito sgomenta e profondamente rattristata al susseguirsi di messaggi vergognosi postati sui vari canali social ufficiali del club, che hanno avuto come bersaglio Davide Astori. La società viola è in contatto costante con le autorità competenti affinché questi sciacalli vengano perseguiti come meritano”. A fare eco al comunicato anche le parole del presidente della FIGC Gabriele Gravina: “E’ vergognosa e inaccettabile la spirale di odio e becera ignoranza che in queste ore sta infangando la memoria di Davide Astori sui social. Questa deriva di vera e propria ‘non cultura’ di cui è affetto il nostro Paese va arginata, anche grazie al contributo delle autorità competenti. Mi auguro che si possano presto individuare i responsabili, non accettiamo che nel nostro mondo si tollerino comportamenti così irrispettosi”.
Ecco questo è quello che dobbiamo, no augurarci, ma esigere da chi è preposto al controllo su internet. Perché l’impunità o la non certezza piena della “pena” (tra virgolette, perché l’espulsione sul social rappresenta una carezza se commisurata alle azioni), rimpolpa ogni giorno quella schiera di poveretti che forse la passerà sempre liscia ma che prima poi qualcuno che gli tira un ceffone (non digitale) lo trovano. O magari è la volta buona che il Karma, tante volte invocato, ci possa degnare finalmente della sua presenza. Mica per mandarli all’altro mondo, ci mancherebbe. Certi figuri hanno bisogno di campare cento anni per capire le cose. Magari un paio di corna. Basterebbero.
[themoneytizer id=”27127-28″]