Claudio Ranieri non sa più che pesci prendere. Lo dicono i fatti, questo si è palesato al pubblico pagante dopo metà campionato, con il Leicester incagliato al quartultimo posto e una squadra ancora da amalgamare. Come se non bastasse ieri è arrivata una sconfitta pesantissima, allo scadere, contro il Milwall in F.A. Cup. L’inizio della fine? Impossibile rimpiazzare N’Golo Kanté? Possibile, anzi probabile; ci hanno provato con Mendy e ora toccherà al giovane Ndidi, ma per il momento i risultati sono ampiamente al di sotto delle aspettative di inizio stagione.
Tante le incognite, poche le certezze così come i punti in classifica, ma c’è ancora chi nella nebbia fitta fa sorridere il Tinkerman: il volto di Demarai Gray è sempre presente dal momento del suo arrivo, non tutti lo hanno forse notato ma i numeri parlano chiaro, sono la prova tangibile di quanto proprio il tecnico italiano si fidi di lui.
Nato e cresciuto nelle giovanili del Birmingham, nella sua carriera con le maglie Blues si è sempre distinto per rapidità e tempismo: dove non arriva con la forza arriva con l’intelligenza, e non è cosa da poco.
Non è nemmeno una dote da tutti, motivo per cui Ranieri ne ha centellinato le presenze durante la storica stagione appena passata. Oggi più che mai, però, le Foxes hanno bisogno di lui; con Vardy e Mahrez in chiara difficoltà, ecco che il giovanissimo Demarai Gray è diventato il ragazzo di fiducia, affiancato molto spesso proprio all’attaccante biancoblu nel classico 4-4-2 del Leicester.
Sostituto naturale di Marc Albrighton, quest’anno ha trovato spazio in campo quasi sempre.
La scorsa stagione arrivò al King Power Stadium nel bel mezzo del ‘Leicester fairytale’, pagato 5 milioni di euro dopo un girone da protagonista proprio con la maglia del Birmingham City.
Come raccontato anche nel nostro ‘listone’ per il futuro della Premier League , Gray preferisce calciare con il destro ma viene impiegato anche a sinistra, nel regno solitamente di proprietà dell’algerino più forte di sempre.
Lo stesso numero di assist in campionato proprio rispetto a Mahrez (3) e statistiche più incoraggianti a scapito di Albrighton, merito soprattutto dei cambi di passo e della rapidità con cui copre il campo, lo rendono un gioiello preziosissimo in una squadra che ad oggi esprime davvero poca brillantezza in fase offensiva.
Il calcio propositivo di Gray offre qualcosa di nuovo negli schemi delle Foxes, a cui quasi tutti hanno preso le misure senza tuttavia aver fatto i conti con le alternative di cui può disporre Claudio Ranieri. Forse poche ma non per questo mediocri, forse non sul livello delle grandi d’Inghilterra ma una ricchezza da cui ricominciare per un Leicester del futuro. Demarai Gray è il volto della rinascita, una minuta certezza a cui aggrapparsi in un momento come questo: non risolverà da solo le partite ma ha la dote di saperle cambiare, non porterà alla conquista del titolo ma può far uscire dalle sabbie mobili un allenatore che ha puntato su di lui quando tutti parlavano di Vardy e Mahrez. Spostate la lente d’ingrandimento, ora la palla passa a lui.