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Il problema svizzero tra Tifosi e Politica

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Svizzera, luogo neutrale. Non proprio. Anche i ticinesi, nel loro piccolo, si incazzano. Ed è guerra più o meno aperta fra gli ultras del cantone svizzero più italiano che c’è e Norman Gobbi, politico classe 1977, consigliere di stato e direttore del dipartimento delle istituzioni locale da 2011. Da una parte, la legge anti-hooliganismo. Dall’altra, l’accesa reazione della “Gioventù biancoblu” e del Bellinzona.

Un giro di vite troppo stretto
Tutto nasce dalla decisione di contrastare l’hooliganismo dilagante in alcune sacche del tifo ticinese attraverso un inasprimento dei controlli, anche utilizzando, fermi, identificazioni e perquisizioni anche a domicilio. L’ultima goccia, per i tifosi ticinesi, risale a qualche giorno fa, quando sono state fermate e identificate alcune persone della Gioventù Biancoblù e della tifoseria Ambrì storico centro svizzero dell’Hockey su ghiaccio. Una tifoseria non esattamente tranquilla, ma neanche violenta. Qualche contatto con i tifosi del Bayern Monaco e dello Schalke 04, e alcuni disordini in occasione di un match particolarmente sentito (contro il Losanna) da cui si è dissociata anche la stessa HCAP (Hockey Club Ambrì Piotta).  Al netto degli episodi, la curva Ambrì è ammirata dagli appassionati di tifo, e la squadra rappresenta un miracolo sportivo. Una puntata alla “Valascia”, sede degli appuntamenti casalinghi, offre uno spaccato di tifo e sport. Una curva che ha poco da invidiare alla Kop o alla Bombonera.

I tifosi lamentano perquisizioni, effettuate dalla polizia anche a domicilio, da cui al massimo sono emersi fuochi pirotecnici. In poche parole, la curva si sente assediata, da Norman Gobbi. E la risposta non si è fatta attendere.

Solidarietà ultras da Bellinzona

A pochi chilometri di distanza da Ambrì, specificatamente a Bellinzona, Gobbi è finito nel mirino della tifoseria locale che non si è fatta pregare con una risposta piccatissima e anche sopra le rime, legata a un episodio del passato.

Affissione non casuale. Gobbi agli occhi dei tifosi avrebbe più di qualche scheletro nell’armadio. In primis, un ululato rivolto, proprio in Valascia, a un giocatore di colore.

In precedenza, i Boys del Bellinzona avevano “ricordato” a Gobbi una decisione destinata a far discutere: l’obbligo di presentarsi con i documenti all’ingresso degli impianti sportivi. Idea che non è andata giù e dissenso manifestato attraverso un sarcasmo molto pungente. Lo striscione in questione si riferisce allo scandalo dei permessi scoppiato lo scorso anno. Gobbi, però, ne risultò estraneo.

Ma chi è Norman Gobbi?

Perché Norma Gobbi è così inviso alla tifoseria? Di certo la tolleranza dello stato svizzero di fronte a episodi di violenza o disordini commessi in occasione di eventi sportivi è molto più ferrea rispetto al nostro paese.

È altrettanto innegabile che i modi piuttosto thatcheriani dell’esponente della Lega Ticinese, possano generare qualche dissapore. Norman Gobbi ha sempre respinto al mittente tutte le accuse e la sua attività politica e non è mai stato indagato. Certo è chiacchierato, come tutti gli uomini di potere.

È recentemente finito sulle prime pagine ticinesi, complice anche una sua presenza ai veterani della p-26, organizzazione che ricalcherebbe la “Gladio”. Il politico ha risposto all’interrogazione promossa da Matteo Pronzini precisando che il governo ne fosse informato. Per quanto riguarda le perquisizioni, invece, il politico ha specificato che riguardano scelte autonome della polizia e della magistratura, chiudendo così il caso. La sensazione, però, è che gli alterchi dialettici possano continuare.

 

 

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