“Esponete alle vostre finestre un abito, un lenzuolo, una bandiera, una qualsiasi cosa di colore rosso. Simboleggia il sangue versato dalle donne uccise dai loro uomini, o ex uomini, o corteggiatori rifiutati”.
All’indomani dell’ennesimo femminicidio comincia a girare questo appello su Facebook, un gesto per cercare di far qualcosa, per non sentirsi completamente inermi davanti a eventi simili.
Il nuoto sincronizzato si mobilita immediatamente, da Civitavecchia ad Avezzano dove si sta svolgendo il Campionato Assoluto estivo. Le società in gara appendono lenzuola rosse nella piscina, sugli spalti, si fotografano, le ragazze, una accanto all’altra, strette dietro quelle lenzuola. Si uniscono così nella protesta contro il femminicidio.
Hanno ragione le allenatrici Susanna de Angelis e Laura de Renzis quando dicono che il loro compito, prima di allenare, è quello di educare le atlete. Imparare ad avere cura e rispetto di sé può essere un primo passo per combattere questo crimine orrendo e lo sport può avere un ruolo importante nell’insegnare questi valori. “È solo un gesto simbolico, ma alcuni gesti possono essere importanti” scrive Susanna de Angelis su Facebook.
Il sincronizzato è un mondo prevalentemente rosa, ragazzine, giovani atlete, donne… L’urlo di protesta, però, non viene solo da loro, ma da tutti. “Per me è stata una bella iniziativa” dice Giorgio Minisini, campione di sincro “è importante parlare di certi argomenti perché a volte ci si dimentica di quanta violenza sulle donne ci sia in giro. È importante che in manifestazioni di livello nazionale come questa di Avezzano ci si muova in questa direzione”.