Il nuovo corso targato Cina del Milan non è cominciato nel migliore dei modi. Due sconfitte in tre gare e i primi dubbi sulla nuova gestione affidata al gruppo Sino-Europe Sports. La questione che sta tenendo banco, però, è a livello societario. I cinesi infatti hanno affidato l’alto management della squadra rossonera a due ex dirigenti interisti con Fassone nel ruolo di Amministratore Delegato e Mirabelli in procinto di diventare nuovo direttore sportivo. La scelta di affidare la ricostruzione dell’ormai ex club di Berlusconi a due ex neroazzurri ha fatto storcere il naso alla tifoseria e non solo. Sarebbe stata una scelta più gradita quella di far entrare nel Milan ex giocatori storici del compagine che portò i colori della squadra meneghina ai massimi livelli.
Dello stesso avviso le grandi bandiere milaniste. Se nella scorsa settimana era stato Maldini a chiedere prudenza sul giudizio del gruppo cinese, sottolineando come ci sia bisogno di tempo da una parte, ma allo stesso modo anche la necessità di rispetto e conoscenza della storia del calcio a Milano sponda rossonera, Demetrio Albertini, altra storica bandiera, ha espresso il suo “malessere” attraverso un Tweet che recitava “Io non sono interista” con una foto di uno stendardo all’interno di San Siro. Chiaro riferimento alla scelta di Fassone e Mirabelli. Anche Costacurta non c’è andato leggero, durante la trasmissione di Sky in cui è opinionista, in cui l’ex difensore scherzando, ma neanche troppo, ha suggerito alla dirigenza del nuovo Milan di non contattarlo, lasciando intendere che, alle condizioni attuali, la sua risposta sarebbe stata certamente un rifiuto.
Tempi duri quindi per il Milan, orfano da poco del suo Presidentissimo Berlusconi, ma già nella difficile condizione di dover dimostrare con i fatti e con le scelte, la buona gestione della nuova dirigenza del gruppo asiatico, cercando di convincere addetti ai lavori e tifosi. E per adesso non ci stanno riuscendo.