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Quando i tifosi laziali bloccarono il passaggio di Beppe Signori al Parma
11 giugno 1995. Il presidente della Lazio Sergio Cragnotti annuncia che la cessione di Giuseppe, per tutti i tifosi biancazzurri semplicemente ‘Beppe’, Signori al Parma dei Tanzi è praticamente cosa fatta. I fan capitolini, però, non ci stanno.
L’attaccante di Alzano Lombardo è ormai da tre anni la punta di diamante della squadra, con la quale è stato in grado di mettere a segno ben 76 reti in 105 partite; una media impressionante. Facile intuire, dunque, come Signori sia entrato ben presto nei cuori dei tifosi laziali, che ora non vogliono lasciarlo andare per nulla al mondo.
Il Parma, dal canto suo, ha appena ceduto Asprilla (icona dei gialloblu durante l’era di Nevio Scala) al Newcastle per 17 miliardi, ed è alla disperata ricerca di un sostituto di valore da offrire alla piazza. Gli emiliani, d’altronde, sono reduci da una stagione importante, in cui si sono visti soffiare Scudetto e Coppa Italia dalla Juventus ma hanno vinto la Coppa Uefa, e non vogliono abbassare la guardia. Il desiderio è sempre lo stesso: puntare in alto.
Dopo i rifiuti del ‘Divin Codino’ Roberto Baggio e del presidente della Fiorentina Cecchi Gori, che declina una proposta da 35 miliardi per il ‘Re Leone’ Batistuta, i vertici della società parmense virano su Beppe Signori. Sul piatto ci sono 25 miliardi. Sergio Cragnotti, azionista di maggioranza della Lazio, accetta immediatamente. E’ ancora lontana l’epoca dello Scudetto del Giubileo e dei grandi campioni all’ombra del ‘Cuppolone’: i soldi di Tanzi, in quel momento, servono come l’acqua nel deserto.
Ci sono però, tanti pareri contrari all’interno del mondo Lazio. In primis, quello del presidente Dino Zoff, che intuisce la possibile reazione veemente del tifo biancoceleste. Mister Zeman, poi, che Signori lo ha allevato sin dai tempi di Foggia e successivamente voluto alla Lazio, non ne parliamo neppure. Infine lui, Signori, che è in vacanza in Brasile ma a Roma si sente un re e non vuole proprio saperne di trasferirsi. Il parere più importante, tuttavia, è quello di Cragnotti, che sembra assolutamente irremovibile.
Ci penseranno i tifosi della Lazio, riversatisi a migliaia tra le strade della Capitale per protestare, a far cambiare idea al patron. I sostenitori capitolini si danno appuntamento lungo il Tevere poi passano oltre il fiume, arrivano a via del Corso e successivamente deviano, all’altezza di Montecitorio, in via del Tritone. L’obiettivo è piazza Barberini, dove c’è la sede della Cragnotti & Partners. “Cragnotti puttana, l’hai fatto per la grana”, “Se Signori se ne va bruceremo la città”: questi alcuni tra gli slogan più pacati. Confezioni di latte Parmalat distrutte in favore di telecamere e cronisti, cori contro i vertici societari e pure qualche atto di vandalismo gratuito, infine, costringeranno Cragnotti a fare marcia indietro. Il tifo ha vinto. Beppe Signori resta alla Lazio e l’anno successivo segna pure ben 24 gol in campionato.
Tanzi, invece, incassa l’ennesimo colpo basso di un calciomercato complicato; qualche giorno dopo, il numero uno emiliano si consola con l’arrivo di Hristo Stoichkov, il campione bulgaro Pallone d’Oro in carica che proviene dal Barcellona. Non sarà, tuttavia, la stessa cosa. Stoichkov, infatti, in Italia sostanzialmente fallisce ed a Parma resterà soltanto un anno.
Chissà come sarebbe andata a finire con un ‘Beppe-gol’ in più.
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