Un giovane talento del basket del circuito delle high school sta per vedere il suo sogno realizzarsi: durante l’ultimo anno di liceo la Cornell University lo chiama nella sua formazione. Un traguardo, quello di entrare a far parte di un team così prestigioso, che però rischia di non essere raggiunto. Infatti la famiglia di Anthony, questo è il nome del ragazzo, ha seri problemi economici a causa della dipendenza dal gioco d’azzardo del padre, e in più arrivano anche un infortunio e altri ostacoli da superare. È la trama del film “Wolves”, nelle sale dal 3 marzo, diretto da Bart Freundlich e interpretato da Taylor John Smith. Cinema e basket, un connubio che si rinnova, e nel passato ha esempi interessanti di film che affrontano questo sport.
“Wolves”, lupi. Anche “mannari”, come il ruolo che ricopre Michael J. Fox nella divertente pellicola “Voglia di vincere” (1985) diretta da Rod Daniel. Il film racconta di uno studente liceale americano, giocatore di basket (con risultati assai modesti) nella squadra dell’istituto, che scopre di potersi trasformare in licantropo. All’inizio il ragazzo nasconde a tutti il suo terribile segreto, ma quella che sembra essere solo una condanna si rivelerà una fortuna, una rivelazione che lo aiuterà a prendere fiducia nelle sue possibilità, anche nel relazionarsi con gli altri.
Di tutt’altro tenore è “He got game”, film del 1998 scritto e diretto da Spike Lee. La pellicola presenta alcuni camei di giocatori professionisti statunitensi, tra cui Shaquille O’Neal e Michael Jordan. C’è una nuova, grande promessa del basket. “He got game, il ragazzo possiede talento”, lo etichettano i più grandi dell’Nba. Ed ecco che comincia una vera e propria asta per accaparrarselo. La chiave di tutto, però, è il padre del ragazzo (interpretato da un magistrale Denzel Washington), in prigione per aver ucciso la madre. Un politico progetta di vincere l’asta facendolo liberare, ma i rapporti tra padre e figlio si rivelano – ovviamente – tutt’altro che idilliaci.
Uscito nelle sale due anni prima (1996), il divertente “Space jam” – diretto da Joe Pytka – è una “live animated comedy” ambientata durante il primo ritiro di Michael Jordan dal basket (tra il 1993 e il 1995), la sua parentesi nel baseball e il ritorno con la maglia dei Chicago Bulls. Un connubio vincente quello fra Jordan e i personaggi animati della Warner Bros, i Looney Tunes, iniziato nel 1992 con il primo dei due spot girati per il Super Bowl. Da parte sua “Space jam” fonde in un’unica immagine il film tradizionale – con attori in carne e ossa – con i personaggi dell’animazione.
Gli amanti del basket, poi, non si sono certamente lasciati sfuggire un titolo come “Scoprendo Forrest”, intenso film del 2000 diretto da Gus Van Sant ed interpretato da Sean Connery e Rob Brown. Il primo veste i panni di William Forrester, uno scrittore scozzese lontano dalle scene dopo la pubblicazione di un romanzo vincitore del premio Pulitzer, mentre il secondo è un è un ragazzo afroamericano che vive nel Bronx, appassionato di pallacanestro nonché ottimo giocatore nella squadra del suo liceale. L’incontro tra due uomini così diversi cambierà la vita ad entrambi.
E ancora, le “nozze” tra cinema e basket sono celebrate in pellicole come “Colpo vincente” (1986), interpretato dall’ottimo Gene Hackman, “Chi non salta bianco è” (1992) con l’irresistibile duo formato da Wesley Snipes e Woody Harrelson a farla da padrone, “Coach Carter”, film del 2005 diretto da Thomas Carter e interpretato dall’onnipresente (ma è sempre una benedizione) Samuel L. Jackson.