IL CAS CONTRO LA FIFA SUL CASO GIBILTERRA: UN’INVASIONE DI CAMPO?

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Nel 2014 la FIFA aveva detto di no. Aveva rigettato la richiesta della federazione calcistica di Gibilterra di entrare a far parte della “grande famiglia” della FIFA, la Grande Confederazione che governa il mondo del calcio e organizza anche i campionati del Mondo. Gibilterra non poteva essere ammessa in quanto “Stato non indipendente”. Ai sensi delle regole contenute nello Statuto della FIFA che prevede tra i requisiti per la “Membership” , che la richiesta arrivi da una federazione di uno Stato che sia, oltreché membro delle Nazioni Unite, anche indipendente. E Gibilterra ad oggi, è ancora a tutti gli effetti “un territorio d’oltremare del Regno Unito”.

Per questo che il 26 settembre del 2014 il Comitato Esecutivo della FIFA aveva rifiutato la domanda formulata dalla GFA (Gibraltar Football Association). Adesso però una sentenza del CAS ( la Corte Arbitrale dello Sport) di Losanna ribalta la decisione del Comitato e ordina al Congresso, “di adottare tutte le misure necessarie per ammettere la GFA come un pieno membro della FIFA, il prima possibile ed entro i limiti dello Statuto”. La decisione del CAS dunque, non ha dunque l’effetto di accogliere direttamente la domanda della GFA di entrare nella FIFA ma ammette che la stessa sia discussa dal Congresso. Riconoscendo che essa ne abbia “pieno diritto”.

Già nel 2013, Gibilterra aveva vinto un ricorso presentato sempre presso il CAS che aveva consentito, in questo caso, il suo ingresso all’interno dell’UEFA e la successiva possibilità di prendere parte alle qualificazioni per il prossimo Europeo che si disputerà in Francia (inserita nel gruppo D con la Germania, Polonia, Irlanda, Scozia, e Georgia, 2 gol fatti e 56 subiti). Ma la possibile ammissione della GFA all’interno della FIFA rischia di non essere indolore. E di portarsi appresso uno strascico di nuove polemiche e proteste come quelle che portarono nel 2007 la federazione spagnola a minacciare di ritirare sia il Real Madrid che il Barcellona dalle competizioni europee, quando per la prima volta la “questione Gibilterra” venne presentata dinanzi all’UEFA. Se infatti, per il diritto internazionale la città è “un territorio del Regno Unito” (ceduto nel Trattato di Utrecht del 1713) , la Spagna (che “ospita” Gibilterra nei suoi territori) come scrive anche il sito Rivistaunidici.it ritiene ancora di “mantenere un credito” nei confronti dell’enclave britannica a tal punto di provocare tensioni costanti con il governo britannico. Il caso Spagna-Gibilterra ricorda molto quello Serbia-Kosovo il quale dopo essere divenuto un membro dell’UEFA (tra le proteste della federazione serba) è stato anche accolto (nelle ultime ore) all’interno della FIFA. Ed è per questo che sono in molti a credere che fino ad oggi, la FIFA abbia sempre rigettato la domanda della GFA per non creare un caso politico. Ma che cosa succederà adesso che gli arbitri del CAS (tra i quali anche l’italiano Massimo Coccia) hanno accolto il ricorso chiedendo al Congresso della FIFA di pronunciarsi?  Il Congresso, si allineerà alla decisione oppure finirà per considerare la sentenza come un altro caso di invasione di campo della magistratura sportiva?

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