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Il canto del ‘Gallo’: è Belotti il centravanti giusto per Antonio Conte?

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Sino a metà dello scorso Gennaio era considerato una sorta di oggetto misterioso, per non dire un vero e proprio ‘flop’ di mercato; ora è l’uomo del momento e si trova in rampa di lancio in vista di una possibile convocazione da parte di Antonio Conte per i prossimi Europei in Francia. Strano il destino di un centravanti e Andrea Belotti ne sa qualcosa.

L’attaccante di Calcinate, classe 1993, inizia a segnalarsi presso le cronache sportive durante la stagione 2012/2013 quando, con la maglia dell’Albinoleffe, al termine del suo primo vero campionato da professionista (Lega Pro Prima Divisione) va subito in doppia cifra con dodici reti all’attivo.

Il Palermo di Zamparini, da sempre attento, oltre ai licenziamenti seriali di allenatori, ai talenti più promettenti nel panorama nazionale ed internazionale mette così gli occhi su di lui; in breve tempo, il presidente rosanero decide di puntare su Belotti per affrontare il tentativo di risalita immediata nella massima seria nel corso della stagione 2013/2014 e lo acquista in prestito con diritto di riscatto.

La risposta sul campo è eccellente. Il Barbera si infiamma grazie all’esultanza con la mano a mimare la cresta alta di un gallo da parte di Belotti e, più in generale, per una stagione da record che proietta il Palermo di nuovo in Serie A dopo un solo anno di ‘purgatorio‘. Il centravanti italiano va in doppia cifra anche al termine del suo primo campionato in Serie B (saranno 10 i gol per lui alla fine) e colpisce non solo per le marcature: il ‘Gallo‘, infatti, fa tanto ‘lavoro sporco‘ in avanti, aiutando non poco la squadra pure in fase di non possesso.

Si arriva così, al debutto nella massima serie. L’impatto non è dei più semplici ma Belotti non demorde e alla fine riesce a dimostrare tutto il proprio talento anche sul palcoscenico dei più grandi; gioca praticamente tutte le partite, seppur spesso partendo dalla panchina, e mette a segno sei gol. L’impressione lasciata agli operatori di mercato nazionali è che si tratti di uno dei prospetti più interessanti del nostro calcio.

Sul giocatore si fionda, così, il Torino, non sazio di talenti fatti in casa dopo gli acquisti dall’Atalanta di Baselli e Zappacosta, che al termine di una trattativa estenuante lo porta all’ombra della Mole per sette milioni e mezzo di euro.

Le aspettative dei tifosi granata riguardo a Belotti sono grandi quanto quelle del presidente Cairo, che nel giorno della presentazione afferma: “E’ il mio acquisto più costoso in dieci anni, non è la ciliegina sulla torta di questo decennio, potremmo dire che Belotti è proprio la torta!

L’inizio, tuttavia, si rivela più complicato del previsto; fino a dicembre, Belotti trova difficoltà a ritagliarsi uno spazio importante all’interno delle gerarchie di mister Ventura, che spesso gli preferisce Martinez, Quagliarella e Maxi Lopez.

Giunti a metà gennaio, poi, come si suol dire, il piatto piange letteralmente: 15 presenze ed un solo gol. I tifosi del Toro iniziano a mugugnare, col centravanti che sembra essere entrato in un vortice di involuzione preoccupante.

Tutto cambia a partire dal 16 gennaio del 2016, il giorno in cui si disputa Torino-Frosinone. E’ una partita importante anche perché segna il ritorno tra le fila granata del figliol prodigo Ciro Immobile, prelevato dal Siviglia per tentare di migliorare i numeri dell’attacco dei piemontesi. Segna Immobile ma torna al gol anche Belotti: la cresta si alza per ben due volte e il Torino vince per 4-2. E’ l’inizio della rinascita. Da questo momento, il centravanti di Calcinate non si ferma più.

9 gol in 17 partite grazie soprattutto a Ventura, che ha difeso il ‘Gallo’ nei momenti più critici della stagione ed è stato in grado di costruire una nuova grande coppia d’attacco con Immobile ancora protagonista (dopo lo splendido tandem di un paio di stagioni fa con Cerci) ma in ruolo diverso; il napoletano, infatti, da prima punta passa a seconda punta per riuscire a sfruttare al meglio proprio le potenzialità di Belotti. Il risultato è eccellente e porta benefici ad entrambi, visto che pure Immobile, dopo un anno e mezzo difficile tra Dortmund e Siviglia, rinasce prima di fermarsi per un brutto infortunio.

E adesso? Ciò che sembrava fantascienza soltanto fino a pochi mesi fa, ora è una possibilità più che reale. Gli Europei in Francia si avvicinano e la forma dei centravanti a disposizione di Antonio Conte è tutt’altro che ottimale: Pellè, stimatissimo dal tecnico leccese, attraversa una fase di down stagionale; Stefano Okaka, dopo il suo trasferimento in Belgio, tra le fila dell’Anderlecht, sembra essere leggermente uscito dai radar di Conte, nonostante un rendimento abbastanza positivo; il già citato Immobile è ai box per infortunio e i tempi di recupero sono incerti; Balotelli non è mai stato preso seriamente in considerazione mentre Simone Zaza paga lo scotto di non essere tra i titolari della propria squadra.

Ecco, quindi, che sembrano potersi spalancare le porte per Andrea Belotti. Migliorato in modo esponenziale nel corso di questo campionato agli ordini di un maestro di calcio come Ventura, il ‘Gallo’ ha dalla sua parte anche il fatto di poter essere considerato un attaccante, come si definisce in gergo ‘pallonaro’, ‘caldo’. In sostanza, negli ultimi mesi sembra che sia la sfera di cuoio a cercare le gambe e la testa di Belotti per andare dentro e, di certo, si tratta di un dettaglio da non sottovalutare.

L’unico freno può essere rappresentato dal diktat lanciato da Conte non appena i suoi ragazzi raggiunsero la matematica qualificazione agli Europei: “La priorità assoluta per quanto riguarda le convocazioni va ai ragazzi che mi hanno portato in Francia. Non sarà facile entrare a far parte di questo gruppo a cammino ormai iniziato“. Talvolta, però, di fronte all’evidenza dei numeri e delle prestazioni anche i ‘sergenti di ferro’ della panchina possono cambiare idea.

FOTO: www.torcidagranata.net

Nato a Roma sul finire degli anni Ottanta, dopo aver conseguito il diploma classico tra gloria (poca) e
insuccessi (molti di più), mi sono iscritto e laureato in Lingue e Letterature Europee e Americane presso la
facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Tor Vergata. Appassionato, sin dall'età più tenera, di calcio,
adoro raccontare le storie di “pallone”: il processo che sta portando il ‘tifoso’ sempre più a diventare,
invece, ‘cliente’ proprio non fa per me. Nel 2016, ho coronato il sogno di scrivere un libro tutto mio ed è
uscito "Meteore Romaniste”, mentre nel 2019 sono diventato giornalista pubblicista presso l'Ordine del Lazio

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