Sarà proiettato questa sera e domani nelle sale cinematografiche il nuovo docufilm dedicato a Zlatan Ibrahimovic. Prodotto da Auto Images, Indyca, KeyDocs e distribuito da 01 Distribution, Becoming Zlatan titolo originale di Ibrahimovic: Diventare Leggenda, il lungo metraggio di Magnus e Fredrik Gertten ripercorre gli anni della giovinezza del fenomeno svedese.
Dai suoi esordi con il Malmo fino alla consacrazione come uomo e calciatore con il passaggio alla Juventus di Capello. Ed è proprio il mister friulano ad aver introdotto la pellicola lo scorso giovedì in occasione dell’anteprima al Cinema Adriano di Roma. Capello, di fronte ad un platea di giornalisti e scuole calcio ci ha regalato qualche prezioso consiglio sul riconoscere, gestire e far sbocciare un campione. E sono proprio questi gli step messi in mostra sul grande schermo. Attraverso documenti video inediti scopriamo la vita di tutti i giorni di Zlatan, diviso tra la scuola (poca), gli allenamenti e i videogiochi.
Un campionato, come quello svedese, che gli sta palesemente stretto e il primo grande contratto con l’Ajax e conseguente trasferimento ad Amsterdam. Le difficoltà di adattamento ad una realtà che fa della squadra, in senso stretto, il cardine dei suoi successi in netto contrasto con il carattere accentratore del gigante di origini bosniache. Tra un salto nel passato e uno nel presente, i protagonisti del film sono calciatori, allenatori e amici che hanno incrociato la folgorante carriera di Zlatan. Quello che colpisce dopo pochi secondi, è l’importanza che un calciatore di soli 19 anni ricopriva nel mondo del calcio svedese. Siamo a cavallo tra gli anni 90 e gli anni 2000 e, sebbene Ibra in Europa fosse sconosciuto ai più, escludendo gli addetti ai lavori, in terra scandinava era già considerato come un vero e proprio idolo. La telecamera lo seguiva per quasi tutto il giorno, spogliatoio e casa compresa, come in una sorta di Ibra24. E tra una ripresa e l’altra, scopriamo tutte le difficoltà e le chiusure caratteriali di un ragazzo figlio di immigrati, lontani da casa. Chiusure che l’hanno portato a grandi problemi nel suo periodo olandese fatto di incomprensioni con il mister Koeman che non lo vedeva in campo, le litigate con i compagni di squadra (famoso il bisticcio con Mido e il lancio di forbici dell’egiziano che nel film interviene più volte per raccontare, oltre all’episodio in questione, anche la loro solitudine di giovani accomunati dallo stesso destino) e le perplessità del direttore generale artefice dell’acquisto più oneroso per l’ex squadra di Cruijff.
La rinascita sempre all’Ajax con tutto l’orgoglio e il carisma del personaggio e il rapporto travagliato con la tifoseria che mal accettava i suoi comportamenti fuori dalle righe. In mezzo, frammenti di interviste “alla Ibra” per così dire. Senza filtro, vere, mai banali. E poi la vita del giocatore fuori dal campo, da solo, lontano anche dal paese d’adozione. Una solitudine che faceva da compagna alla panchina dove spesso, nel primo anno con i Lancieri, si sedeva. La sua consacrazione anche in Olanda passa per una maturazione dell’uomo Zlatan, non più talento effimero dalla giocata inutile, ma calciatore completo, autentico dominatore del campo. Gli oltre 90 minuti di film scorrono veloci e si concludono con lo storico passaggio alla Juventus grazie alla trattativa lampo, di notte, per mano del procuratore-fratello Mino Raiola.
Ibrahimovic: Diventare Leggenda è un documentario nuovo, che mostra uno Zlatan che tutti conosciamo ma che ci fa scoprire le radici della sua ingombrante personalità. Un carattere duro, introverso, ma che palesa un animo dolce quando si dischiude nel suo sorrisone contagioso. Un viaggio che ci riporta lontano nel tempo e mostra il protagonista in tutte le sue particolarità, con un montaggio volutamente basico, senza tagli e omissioni. Uno Zlatan così com’è, non costruito, non per forza simpatico, neanche ai suoi compagni, ma tremendamente dominante dentro e fuori dal campo.
Il documentario si interrompe con il trasferimento a Torino e il racconto del primo periodo in bianconero. Il momento in cui il giovane ragazzo del ghetto di Malmo diventa stella luminosa del calcio mondiale. E il ritorno nella sua Svezia per inaugurare il campo da calcio dedicato a lui nel quartiere in cui ha dato i primi calci al pallone. Quando Ibra era solo un ribelle talentuoso, ma era già Zlatan. E se dicevi (e dici) il nome, già sapevi di chi stavi parlando. E questo vuol dire tanto. Tutto.