Gli effetti del Decreto Dignità: chiuse tutte le pagine di bookmakers e di pronostici su Facebook
Lo scorso agosto dopo la sua approvazione e pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è entrato in vigore il famoso Decreto Dignità, una delle riforme bandiera della parte gialla del governo giallo-verde.
Questo decreto, che si divide in vari punti e tocca varie aree della vita quotidiana, ha visto l’inizio della sua applicazione sin da subito per quelle aree inerenti la sfera del lavoro e per altre, come quella che oggi interessa a noi sul divieto di fare pubblicità all’azzardo, dal primo gennaio 2019.
Non so se ci avete fatto caso, ma proprio dall’inizio di quest’anno sono sparite da Facebook tutte le pagine che parlano, fanno pubblicità e hanno affiliazioni nel mondo del betting. Se cercate Snai, Betfair, Bwin ecc. non troverete più la pagina verificata con migliaia e a volte milioni di likes.
Tutti gli operatori nel mondo del betting e delle scommesse hanno ricevuto infatti questa scritta:
“La tua pagina non è più pubblicata perché promuove e agevola le scommesse online, i giochi d’azzardo, le lotterie inclusi casinò, bookmakers, bingo o poker. A menò che non sia stata ottenuta un’autorizzazione precedente da Facebook”.
Al termine di questo avviso c’è la possibilità di fare ricorso e inserire il nome del Facebook Agent che aveva dato precedentemente l’autorizzazione. Inutile dire che una volta che la pagina è stata cancellata ci vuole solo un miracolo per riaverla e che evidentemente nessuna di queste grandi compagnie del betting avevano ottenuto una precedente autorizzazione.
Siamo sicuri che sia stato opera del decreto dignità? Non possiamo dirlo con certezza ma se una legge che vieta la pubblicità all’azzardo entra in vigore un mese e mezzo fa e da Facebook subito dopo spariscono tutte le pagine che fanno pubblicità proprio all’azzardo il dubbio viene perché altrimenti sarebbe solo una coincidenza dal timing perfetto.
Altro indizio: Facebook è una società americana e ora in America le scommesse online sono state legalizzate lungo tutta la nazione e non solo più il alcuni posti precisi come Las Vegas, Atlantic City e i Casinò nelle riserve indiane quindi se non aveva fatto una stretta di vite in precedenza perché farlo proprio ora che nel paese di origine e dove è sotto giurisdizione le scommesse non sono più un problema?
Sembra evidente che il gigante creato da Mark Zuckerberg sia costantemente in trattativa con i singoli Stati europei per la questione tasse da pagare e protezione della privacy e quindi, come tutte le trattative, deve concedere qualcosa in cambio di qualcos’altro. In questo caso probabilmente la chiusura delle pagine di Gambling sul suo social network.

Come reagiranno le grandi aziende del settore? La chiusura della pagina Facebook ha portato una perdita a livello di branding e presenza ma soprattutto ha visto sfumare i soldi investiti nelle campagne pubblicitarie all’interno del social network. Il divieto di pubblicità si estende anche all’offline pena multe molto salate, quindi vedremo cosa si inventeranno per non perdere il loro appeal sul mercato.
In un altro articolo abbiamo visto cosa fecero le scuderie di Formula 1 per fare pubblicità alle companies del tabacco una volta che entrò in vigore il divieto di pubblicità sul fumo. Si mormora che le aziende di betting potrebbero creare delle academy o delle fondazioni benefiche, magari proprio contro la ludopatia dove in bella vista c’è il logo del bookmaker ed in piccolo la scritta academy da far indossare magari sulle maglie delle squadre di calcio che, come detto da un super esperto del settore da noi intervistato, sono le vere vittime di questo decreto.