Il calcio italiano ha dimostrato ancora una volta il suo reale valore tecnico: medio.
Prima però di infilarci sulla disamina tecnica del nostro Campionato Europeo Under 21 è sicuramente unico, forse al mondo, l’atteggiamento della stampa italiana dopo ogni risultato:
DANIMARCA – ITALIA 0 – 2 “Ragazzi che Italia”
ITALIA – REPUBBLICA CECA “Azzurro tenebra Under 21”
GERMANIA – ITALIA 0 – 1 ” Eroici”
ITALIA – SPAGNA 3 – 1 “Gli azzurri crollano”
Nel sistema calcio italiano qualche problema sicuramente esiste, ma un certo tipo di stampa sembra un po’ schizofrenica soprattutto quando parla di ragazzi che, in alcuni casi, non hanno compiuto neanche 20 anni.
Forse è necessaria qualche riflessione da condividere per vedere se si riesce a migliorare il prodotto del calcio italiano che non vince una competizione internazionale, in tutte le fasce d’età, compresa la nazionale A dal lontano 2006. Oggi purtroppo navighiamo nel ranking Uefa in quarta posizione e a livello Fifa in dodicesima posizione.
- Non produciamo più talenti perché non siamo in grado di individuarli e gestirli (vedi Donnarumma);
- Le società credono che il Settore Giovanile sia una spesa, invece rappresenta semplicemente un investimento se gestito in maniera corretta;
- Al termine di ogni stagione sportiva circa 300 giovani giocatori della categoria Primavera (quelli che concludono di fatto il loro percorso formativo con le società professionistiche), non hanno soluzioni: troppo giovani per giocare in serie A, B o C, troppo vecchi per completare un percorso di specializzazione. In Italia alcuni dirigenti del calcio si stanno chiedendo da anni se è utile la seconda squadra/under 23, per completare il percorso di formazione tecnico tattica. Se qualcuno dicesse loro che per eccellere in qualunque disciplina dello sport sono necessarie circa 10000 di allenamento/competizioni troverebbero immediatamente una risposta.
- Tutti parlano di valorizzazione dei giovani, ma quante e quali sono le società che fanno questo tipo di scelta aziendale? Se non ci fossero gli incentivi che le leghe riconoscono, quanti club avrebbero questo coraggio?
Sia consentita poi una trasgressione sui numeri della semifinale Italia Spagna persa 3 – 1.
Possesso palla Spagna 63%, Italia 37%;
Precisione passaggi Spagna 522 (90%), Italia (223) 78%;
Tiri in porta Spagna 20, Italia 14.
Non amo i numeri perché il calcio è uno sport situazionale difficilmente codificabile nella parte tecnico/tattica ma sicuramente rendono un’idea sulle differenze tecniche presenti in campo; poi se a questi numeri aggiungiamo quelli del giocatore Spagnolo Saul Niguez, nato nel 1994, che ha realizzato 3 gol nella gara contro gli azzurri , disputato nella stagione in corso 33 partite nella Liga e 12 in Champions League allora tutti capiscono la differenza.
Sono pienamente in sintonia