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Giocano Messico e Uruguay, suonano gli inni di Messico e…Cile. Continuano le critiche per l’organizzazione della Copa America centenario

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Non poteva iniziare nel modo peggiore la Copa America Centenario per il paese ospitante della speciale edizione in occasione dei cento anni del Conmebol, gli Stati Uniti. Una gaffe, un “errore umano” l’ha definito l’organizzazione del torneo, addirittura un incidente diplomatico tra federazioni calcistiche sembra essere avvenuto allo University of Phoenix Stadium in Arizona prima della gara Messico-Uruguay. Sta di fatto che al momento dell’annuncio dello speaker dell’inno uruguaiano, lo stadio viene raggelato all’inizio della musica. Cavani è interdetto, il capitano Godìn sottovaluta il suo orecchio musicale e inizia a cantare i famosi versi: “Orientales, la patria o la tumba”, proprio mentre la verità si balena negli occhi del più attento Muslera che si gira verso il compagno con aria attonita, “non è il nostro, non è il nostro inno” afferma il portiere incredulo. Ed è esatto, la musica che da qualche secondo sta riecheggiando nello stadio non è l’Himno Nacional  de la Republica Oriental del Uruguay scritto nel 1828 dal poeta Acuña de Figueroa bensì la Cancion Cilena, l’inno Nazionale del Cile.

Ci scusiamo con la Federazione uruguaiana, la Nazionale, i cittadini e tutti i tifosi, si legge in una nota dell’organizzazione che ci tiene a sottolineare: “lavoreremo con le parti coinvolte per far sì che errori del genere non accadano più”. Ma l’affronto non sembra essere stato digerito dalla Asociacion Uruguaya de Futbol e in particolare dal Presidente dell’AUF Wilmas Valdez che ha tuonato: “E’ una vergogna, un insulto alla storia del calcio uruguaiano e al nostro paese” per poi rincarare la dose con un attacco alla scelta degli Stati Uniti come paese ospitante: “dispiace che si festeggi il torneo più antico del mondo in una terra che non sia Sud America”. Anche una conoscenza del calcio italiano nonché ex nazionale uruguaiano Javier Chevanton ha voluto far sentire la sua voce con un tweet (“Guarda chi si vede, i chilenitos ma dov’erano?”) che non fa che aumentare una rivalità, tra Cile e Uruguay, che era divampata dopo il famoso episodio del “dedo de Jara” al malcapitato Cavani. Una serata sfortunata per La Celeste che passa in svantaggio dopo 3’ per un autogol dell’ex Inter Alvaro Pereira, la strada in salita si fa ancora più ostica dopo l’espulsione del fiorentino Vecino ma la Nazionale di Tabarez riesce a pareggiare con Godìn per poi soccombere definitivamente con i gol di Marquez ed Herrera. Sarà decisiva la prossima sfida contro la giovanissima Nazionale del Venezuela, sperando che l’organizzazione non sbagli la bandiera…

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