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Gigi Riva: il Rombo di Tuono che disse No alla Vecchia Signora
In occasione dei 75 anni compiuti oggi da Gigi Riva, vi raccontiamo quell’episodio in cui Rombo di Tuono per amore del Cagliari e della Sardegna rifiutò la corte della Juventus.
“I calciatori oggi sono un po’ come i nomadi, seguono i soldi e non il cuore“. Il messaggio di Francesco Totti di qualche tempo fa a Higuain e Pjanic, passati alla Juventus, era chiaro. L’ex capitano della Roma non li nomina, ma lasciava intendere a Gazzetta World la sua idea di calcio, il suo piccolo mondo antico. “Forse è questa la differenza tra me e tutti gli altri. Non sono in tanti gli atleti che seguono il loro cuore. Scelgono di andare altrove per vincere e guadagnare di più, sono un po’ come dei nomadi. Non tutti gli stranieri sono Maradona”.
Rombodituono
Ma, come Maradona, un altro campione fece un gran rifiuto alla Juventus. È la fine degli anni Sessanta, sono i primi anni dei capelloni e dell’infatuazione per il calcio totale olandese. La Juve, a parte lo scudetto del 1967 griffato Heriberto Herrera, non è un gran periodo. Intanto cresce il Cagliari di Gigi Riva, che oggi compie 74 anni, diventato Rombodituono nel giorno della rovesciata al Vicenza. L’intesa con il centravanti di quella Juve, “Pietruzzo” Anastasi già c’è: chiedere per credere alla difesa della Jugoslavia nella ripetizione della finale europea dell’Olimpico. L’Avvocato Agnelli pensa proprio a Riva, dopo un’amara semifinale di Coppa dei Campioni, per riaccendere l’illusione un po’ sopita del Ginnasiarca. “Questi tifosi meritano per davvero una squadra di nuovo grande” annuncia.
Lo Scudetto in Sardegna
La stagione 1969-70 è più grigia che bianconera. La dirigenza ha scelto in panchina il morbido “Don” Louis Carniglia, che però dopo quattro sconfitte nelle prime otto partite, viene licenziato. Al suo posto viene promosso Ercole Rabitti, responsabile del settore giovanile. Nel mercato autunnale da Brescia arriva un giovane di Alghero, scartato due anni prima dal Cagliari di Scopigno quando giocava nella Torres, che finisce nella squadra per cui ha sempre tifato da piccolo e debutta in serie A proprio contro i sardi. È Antonello Cuccureddu, che si prende anche la soddisfazione di pareggiare il vantaggio di Domenghini mentre tutto lo stadio intona “serie B, serie B” agli juventini al limite della zona retrocessione. È l’inizio della rinascita della Juve che al ritorno si presenta a soli due punti dal Cagliari capolista. È una guerra dei mondi, la rivoluzione contro la restaurazione. Una delle proverbiali autoreti di Niccolai apre la sfida, Riva apre un duello personale col portiere bianconero Anzolin che capitola nel recupero, prima dell’intervallo. Ma nella ripresa Lo Bello assegna un rigore molto dubbio ai bianconeri. Batte Haller, Albertosi para, l’arbitro fa ripetere e Riva viene portato via a forza dai compagni. Haller va di nuovo sul dischetto e stavolta segna. Lo Bello però compensa con un penalty al Cagliari. Riva va teso ma la palla scivola sotto Anzolin. La serie positiva della Juve finirà la settimana successiva e il Cagliari festeggerà lo scudetto.
La Juve ci prova
Intanto, però, la Juventus ha trovato l’uomo che la condurrà all’antica gloria, Giampiero Boniperti. È diventato l’amministratore delegato della società che si fida sempre più di Italo Allodi, il manager che aveva costruito la “Grande Inter” di Moratti ed Herrera. E la prima mossa per fare grande la Juve è arrivare a Rombodituono. Il Cagliari ha una società solida, ha spiegato anni dopo il capitano e leader della difesa Pierluigi Cera. “La società aveva una grossa mano da Angelo Moratti, per questioni politiche ed economiche legate alla Saras” la raffineria con sede a Sarroch. “Altri soldi li metteva il Credito industriale sardo. La società aveva buone disponibilità, poteva permettersi investimenti impossibili ad altri”. La Juventus però presenta un’offerta di quelle che non si possono rifiutare: un miliardo di lire. Cento milioni in più di quelli con cui nove anni prima aveva tentato Pelè. “Quando vennero a realizzare in Brasile una fabbrica della Fiat, mi proposero di giocare nella Juventus” ha raccontato O’Rey. “Non accettai l’invito di Agnelli perché mi trovavo molto bene nel Santos che per 12 anni è stata la migliore squadra del mio Paese”.
Il miliardo fa vacillare il presidente Arrica. Ma Riva cancella ogni possibile trattativa. Il centravanti di Leggiuno, amico di De André, che si scambiava lettere col latitante Graziano Mesina, dice no. “Grazie, ma voglio restare a Cagliari. Per sempre”.
Il rifiuto e la polemica
Una fede ostinata, un’identificazione simbiotica che sembra spezzarsi di nuovo, quattro anni dopo. È la vigilia dei Mondiali, il Cagliari è in cattive acque e i giornali danno già per certo il passaggio di Riva al Milan. I tifosi insorgono e la società deve emettere un comunicato. “Alcune società hanno ripetutamente manifestato il proposito di ottenere Riva, il Consiglio di amministrazione del Cagliari ha ritenuto doveroso prendere in considerazione tali richieste onde accertare se dal loro accoglimento potessero derivare alla società vantaggi di carattere tecnico-finanziario, soprattutto proiettati nel futuro”. Come da accordi, la società informa Rombodituono delle sue intenzioni. “In due diversi colloqui, uno telefonico l’altro di persona, Riva ha formalmente dichiarato che non intendeva lasciare il Cagliari. Di conseguenza le trattative sono state interrotte giacché nessuna delle parti ha ritenuto di coartare la volontà del giocatore”.
Riva, dal ritiro di un Mondiale fallimentare, se la prende con Arrica:
“Dovrebbe essere contento, così potrà imbastire il suo solito show attorno al mio nome. La verità è che questi dirigenti contano poco o niente, i soldi li cacciano altri, non loro. Io sono stato per anni la fortuna del Cagliari e adesso non voglio esserne la disgrazia”.
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Non capisco tutte queste polemiche per questi cambi di casacca. Il calcio è un gioco ma soprattutto un business che ha come volano principale il calciatore. Guadagna e fa guadagnare milioni. Mi sembra pacifico. E’ un fortunato professionista libero di scegliere dove andare a “lavorare”. Non capisco perchè un lavoratore qualunque è libero di cambiare azienda perchè trova condizioni migliori altrove mentre loro no. Piuttosto a preoccupare è la massa di poveretti che si identifica nella “propria” squadra in mancanza di altro nella vita. Uscite, leggete libri, frequentate persone, meglio se donne, godetevi il tempo libero e perchè no, anche una bella partita di calcio.
Ineccepibile. Vorrei vedere se a quelli che si lamentano tanto offrissero il doppio o il triplo per andare alla concorrenza se ne farebbero un’altra questione morale
Peccato, non valuti il senso dell’etica e dell’amor proprio e non comprendi chi, volendo soddisfare questi Valori, non si omologa al sistema….
Direi piuttosto come mercenari!!!
sono passati parecchi anni ma da come la ricordo io, non è stato Maradona a rfiutare la Juventus ma la dirigenza Juventina si è raffreddata nei confronti del pibe quando ha capito che non era consono allo “stile Juve”. In altre parole avrebbe voluto fare quello che gli pareva, come poi in effetti faceva a Napoli
Lo stile Juve, esatto, quello raccontato da calciopoli, dalla serie B, dallo scudetto tolto, dagli arbitri chiusi nel bagno.
Lo stile Juve, quello che Bonucci spiegava testa a testa a Rizzoli l’anno scorso.
Lo stile Juve, quello della famiglia Agnelli e della Fiat.
Tutta roba di cui andar fieri.
Chi crede all’eterno amore promesso dai giocatori è un ingenuo.
Chi promette quello che sa di non voler, o non poter mantenere .. invece cos’è ?
Per trovare un esempio di rifiuto siete dovuti andare in un periodo in cui non c’era internet e neppure la tv a colori.
La differenza dei tempi di Riva è che la Juve pagava il miliardo al Cagliari ma poche decine di milioni (di lire) al calciatore. Oggi per Higuain la Juve paga 90 milioni al Napoli ma una decina di milioni (di euro) all’anno al calciatore.
Fine del discorso.
In più qualcuno dovrebbe spiegarmi perché un calciatore argentino nato in Francia cresciuto nelle giovanili del River Plate esploso nel Real Madrid avrebbe dovuto avere legami particolari con Napoli e il Napoli con cui ha giocato solo tre anni. Sempre per rimanere nel paragone nel 1970 Riva era in Sardegna già da 7 anni.
Il problema è che i tifosi credono alle balle che raccontano i calciatori: “sono innamorato di questa maglia con cui ho sempre voluto giocare sin da quando ero bambino” “i meravigliosi ragazzi della curva sono miei fratelli” ma per piacere, manco nei film porno si recita così male.
I Napoletani poi credono alla propria retorica di chi va là si innamora e non se ne vuole andare via. Come no, chiedetelo a Koulibaly.
Infatti bastava citare solo IL CAPITANO,vera unica bandiera.
Berlusconi gli fece recapitare un assegno in bianco con un biglietto che recitava:”metta lei la cifra”. Il Real Madrid ogni anno lo chiedeva ai Sensi,ci avrebbero guadagnato di brutto e idem Totti vincendo sicuramente di tutto e guadagnando una marea di soldi.
i sardi ancora oggi conservano tantissimo orgoglio di aver avuto un campione in tutti i sensi come Gigi Riva
2010 Di Natale rifiuta la Juventus (e circa 1,5 milioni di € in più a stagione) per restare all’Udinese… non tutti sono mercenari
Sarà inoltre capocannoniere. E contribuirà alla stagione più esaltante dell’Udinese (da ultima in classifica a terza).
Quando i campioni praticavano lo “sport”….!!! C’est l’argent qui fait la guere…. un modo per vincere, oggi, è anche saper sottrarre all’avversario un giocatore significativo e col denaro averlo dalla propria parte…! Colpa di che ancora segue il calcio credendolo uno sport…:!
Baggio – Fiorentina/Juve
Figo – Barca/Real
Ronaldo – Inter/Milan
A me sembra che i Napoletani stanno un pò esagerando per uno che è stato li solo 3 anni! non una vita!
Ed i giornali e AdL ci stanno ricamando sopra perché la Juve fa notizia…
Se mettessimo la stessa grinta ad Ottobre per il referendum sarei più tranquillo!
Guardi che Baggio fu venduto dai Pontello alla juve,non fu un tradimento come si pensa.
Lo stesso Totti si impuntò non molto tempo fa, quando pretese un prolungamento di contratto ed aumento, quando la coerenza la si chiede agli altri. Ipocrita. Il calcio a questi livelli è professione e se lo fai per passione, lo fai gratis, altrimenti stai zitto. Gli esempi di Riva e di altri, pochi ad essere sinceri, son datati nel tempo, e lo stesso Totti alla fine, rientra anche lui nella categoria. Ha fatto pesare la sua classe per rimanere nella sua città……è lo stesso approccio….soldi, soldi, soldi!
Ma parli delle cose che conosce e non di totti tanto per…..
Non si è mai impuntato,il quinquennale a 5 mln glielo fece la sensi direi giustamente,poi c’è stato il biennale e questi altri due guadagnati sul campo.
Sciacquati la bocca.
Vorrei vedere quanti ipocriti come te giocherebbero in serie a solo per passione!
Sicuramente, con Higuain la Juve, vincera` il prossimo scudetto ma, a livello internazionale, ….. dubito. Gli arbitri sono diversi e lo stile Juve non si impone come in Italia.
Totti, De laurentis…ecc…ecc…quando la volpe non arriva all’uva …dice che è acerba…!!!!
Totti ha dimostrato di essere veramente attaccato alla maglia della Roma e di amarla come nessun altro. Difatti ha sempre giocato gratis.
Totti aveva gia firmato per il real madrid..qui in spagna ,che si racconta la verita,tutti lo sanno..aveva gia firmato ed il sindaco di allora,Veltroni,chiese quasi in ginocchio a Florentino Perez di non comprare Totti se no gli avrebbero messo a ferro e fuoco la citta’…Non per niente il fratello e la madre sono palazzinari a Roma con case del comune,chissa come mai,e sono ancora obbligati a farlo giocare con 40 anni e pagarlo…
quindi mio caro Francesco,hai rinunciato ben poco tu per rimanere nella tua amata Roma..i soldi su un contratto sonouna cosa,le cose che ti hanno dato a cambio veramente sono altre..
Ma a parte tanti discorsi, ad un bambino come me che aveva 7 anni, “rombo di tuono” a cui veniva attribuita la frase “con quei soldi a Cagliari si possono fare un sacco di appartamenti” non poteva che accrescere il mito, come fosse una divinità dell’Olimpo. E non è forse un caso che a distanza di 46 anni, pur non essendo sardo, il Cagliari è l’unica squadra di cui guardo il risultato, e la voce di Nando Martellini che dice “Riva, Riva, ed è goal” mi procura grandi brividi alla schiena.
Non sono tifoso della roma ma ammiro totti come giocatore…e’ vero poteva andare all estero e ha rifiutato, come e’ vero che il contratto del pupone era pazzesco + ritocco, ma l amore che ha totti x la roma va oltre tt, x chi nn lo sapesse quando la roma era in brutte acque pago’ di tadca sua gli stipendi degli operai,giardinieri, elettricisti ect della roma fc, acquisto’ alcune quote della societa’ x dare liquidita’.’quindi tra lui e la roma il rapporto e’ intenso.