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Giappone, calcio e Nazismo: non è uno scherzo

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‘Esistono storie che non esistono’: così recitava uno dei tanti e popolarissimi trailer di film improbabili (per la precisione, in quel caso si trattava di ‘L’uomo che usciva la gente’) ideati dal genio vivente corrispondente al nome di Maccio Capatonda.

Stavolta, tale, assurda, affermazione pare proprio calzare a pennello con un evento proveniente dal Giappone, che nelle ultime ore è stato posto in risalto sulle prime pagine di diversi quotidiani in giro per il mondo.

La squadra nipponica del Gamba Osaka è stata punita, mediante una multa, dopo che i suoi tifosi hanno sventolato allo stadio una bandiera recante un simbolo molto simile a quello delle SS naziste.

Si, avete letto bene.

Tale bandiera, che mostrava una doppia ‘S in pieno stile nazista, è apparsa sugli spalti durante la sfida del 16 aprile scorso tra il Gamba e l’altra squadra di Osaka, il Cerezo.

La multa inflitta alla società da parte della federazione è stata pari a due milioni di yen (circa 24.000 euro).

Il club nipponico, dal canto suo, ha immediatamente identificato il gruppo di persone responsabile dell’atto, denunciandolo alle autorità competenti.

Non solo, però; il Gamba Osaka, infatti, ha pure stabilito un divieto indefinito riguardo a bandiere e striscioni da portare all’interno del proprio impianto.

In aiuto della società giapponese, infine, è intervenuta la stessa federazione nazionale, che in un comunicato ha affermato: “Gli sforzi compiuti dal club per istituire un sistema di monitoraggio efficace sulle attività dei sostenitori talvolta possono mostrarsi non sufficienti ad impedire che una qualche azione discriminatoria avvenga. Si tratta, purtroppo, di un elemento difficilmente contrastabile talvolta, a causa della elevata partecipazione di spettatori ad eventi sportivi”.

E se anche una fetta di Giappone si scopre nazista…

 

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