Il futuro del calcio: i digital fans
Il calcio in questo momento è in uno spartiacque internazionale tra un sempre più faticoso romanticismo e un’innovazione che non è più solo sugli spalti degli stadi.
Ad accelerare un nuovo corso della storia ha contribuito il male del secolo con cui siamo costretti a convivere e che ci ha fatto ripianificare tutto. Il Covid. Il percorso classico del calcio sembrava orientato al crepaccio tra squadre ricche e povere, alla lotta delle grandi squadre per ottenere la Superlega e la creazione di stadi sempre più confortevoli e di proprietà delle squadre: era il futuro prossimo. Era.
Ma adesso molte società si stanno chiedendo il senso del continuare a creare strutture mastodontiche e di ultima generazione per il rischio di un pubblico sempre meno presente. L’ultima a finire nella morsa imbarazzante del rischio di costruire una cattedrale nel deserto è il Real Madrid. La costruzione del nuovo Bernabeu ha fatto storcere il naso a molti azionisti in questo momento, unita alle difficoltà dei lavori in pandemia che ha costretto la società a chiedere un nuovo prestito fiduciario di 225 milioni di euro oltre ai 575 già stanziati: ufficialmente per “adattamento di lavori dello stadio alle ultime tecnologie”, ufficiosamente sembra che ritardi e difficoltà abbiano fatto crescere i costi.
Molte squadre stanno cominciando a guardare il mondo virtuale, come risorsa. I cosiddetti fans digitali fino a questo momento non erano stati guardati con interesse. Eppure con questa nuova pestilenza sono diventati il futuro. I fans virtuali sono tutti coloro che giocano a Fifa online sulle loro console, dalle mura di casa. Arrivare a loro, cominciare ad ascoltare la loro opinione, sta diventando importante a detta di parecchie dirigenze, non ultime: Manchester City e Juventus.
Maggiore attenzione alla comunicazione social, maggiore affezione con contenuti esclusivi in rete, ma anche coinvolgimento culturale ed emotivo nelle iniziative del club. Importanza all’opinione per il design delle maglie con contest online o votazioni.
Comincia a venir meno la superficialità con cui ad esempio si leggono i commenti sotto i post, anzi. Alcune squadre cominciano a contare sul fenomeno del “fan branding”, eleggere alcuni tifosi più influenti come ambassador delle squadre, portatori di concetti condivisi dalla squadra e trasmessi ai tifosi. Il Merchandising si rivolge anche spesso ai gusti dei fan digitali: maglie più “alla moda” e vicine a design giovanili, capi di abbigliamento streetwear ispirati al logo del club preferito. Questo nuovo modo di intendere il rapporto ha perfino portato un paradosso “positivo”: che se anche le squadre vanno male, il marchio, l’identità, la cultura diventano moda e camminano in autonomia, il tutto per sentirsi tifosi del nuovo millennio nonostante tutto, tecnicamente può essere definita “fan legacy”.
Insomma alla fine, a problemi nuovi, nuove soluzioni, se il posto nel seggiolino dello stadio non è più garantito, si crea un canale virtuale che fa diventare lo stadio casa propria. Il futuro per ora è questo, sperando si ritorni al buon vecchio caffè Borghetti in curva o qualcosa che gli somigli almeno un po’. Rinnegare il futuro no, per carità, ma si spera non perda del tutto le radici di un calcio romantico che resiste in un cuore anche con un brand sopra.