Nel giorno della sua Festa di Indipendenza che cade il 31 Gennaio, vi raccontiamo come fanno sport a Nauru, microscopica isola del Pacifico. Perché dove arriva l’uomo arriva anche lo Sport. Ecco come.
Nauru, isola dell’Oceano Pacifico di 21 km2 e poco più di 11mila abitanti, è la terza nazione più piccola al mondo. Abitata da popolazioni indigene fin dal 1000 a.C., fu il capitano John Fearn, cacciatore di balene, il primo occidentale ad approdarvi nel 1798, chiamandola Pleasant Island per la natura incontaminata e l’ospitalità della gente. Protettorato dell’Impero tedesco dal 1888 e sotto il mandato fiduciario di Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito dal 1920, Nauru ha ottenuto l’indipendenza nel 1968.
Isola dal clima caldo e umido con precipitazioni variabili, scarse fonti d’acqua dolce e aree fertili limitate alla costa, era tuttavia ricca di giacimenti di fosfati. E proprio il fosfato, estratto a cielo aperto dal 1906, ne ha garantito il benessere fino agli anni ’80, come unica fonte di reddito. Tuttavia, quando le riserve andavano esaurendosi ne ha anche sancito condanna e declino. Diventata negli anni ’90 un paradiso fiscale, è attualmente sede del controverso centro per rifugiati stanziato qui dall’Australia in cambio di aiuti finanziari.
Nauru è oggi un Paese dissestato con un tasso di disoccupazione al 90% e un futuro incerto. I giganteschi relitti arrugginiti sparsi ovunque su un terreno calcareo in gran parte arido e spoglio sono testimonianza concreta di decenni di scriteriata estrazione. Una situazione difficile nella quale il decisivo supporto dell’Australia riporta in auge un legame storico che presenta aspetti rilevanti anche a livello sportivo. Infatti, il football australiano è sport nazionale e vanta il più alto tasso di partecipazione al mondo. L’arrivo del footy nell’isola risale agli anni ’30, importato dagli studenti nauruani di ritorno dai college privati di Geelong e Melbourne nel Victoria, patria storica dell’Australian rules football. La disciplina si è affermata rapidamente, diventando una autentica ossessione.
Il campionato nazionale è organizzato dalla Nauru Australian Football Association (NAFA). Vi partecipano sei squadre aventi nomi e colori ispirati ai club AFL d’Australia: Bulldogs, Magpies, Cats, Bombers, Kangaroos e Hawks. La competizione senior comprende 180 giocatori, 30 a squadra. Tutti gli incontri si tengono nel distretto di Yangor, al Linkbelt Oval, l’unica arena del Paese. Terreno di ghiaia e polvere di fosfato. Un campo per veri duri, the hard men of football. La finale del campionato è un evento annuale di grande importanza, in grado di attirare anche 3mila persone. Come in altri Paesi dell’Oceania, nella passione sportiva confluisce il disagio sociale, con ricorrenti episodi di violenza. Nel 2006 gli incontri delle finali del campionato vennero sospesi per disordini e violazioni al regolamento. Per far fronte alla forte rivalità tra giocatori e tifosi delle diverse compagini e favorire il senso di appartenenza, la NAFA ha posto nel 2008 una serie di rigorose condizioni per la convocazione in nazionale, tra cui essere incensurati.
A livello internazionale, la selezione di Nauru, The Chiefs, ha ottenuto discreti piazzamenti nella prestigiosa Australian Football International Cup, il maggior evento dilettantistico mondiale di footy. Sebbene l’Australia non vi prenda parte direttamente, in quanto unica nazione nella quale la disciplina è professionistica, ne coordina tuttavia l’organizzazione per favorire lo sviluppo dello sport. Finora il miglior piazzamento registrato è il quinto posto nelle edizioni del 2008 e del 2017. L’Australia, facendo leva sulla passione locale, sostiene la partecipazione a Nauru attraverso le Australian Aid-funded Pacific Sports Partnerships al fine di incoraggiare uno stile di vita più sano, date le pessime condizioni di salute della maggioranza della popolazione dell’isola in cui si registrano tassi di obesità del 70% e di diabete mellito di tipo 2 del 40%. Anche a livello giovanile Nauru fa registrare una partecipazione al footy decisamente elevata con 500 giocatori nei diversi gradi delle competizione junior. Negli ultimi anni i giovani hanno potuto beneficiare delle opportunità offerte dai programmi annuali di sviluppo dell’Australian Football League.
In una terra lontana, sul labile confine tra Inferno e Paradiso, dove ciò che rimane della rigogliosa vegetazione tropicale si dissolve nel tetro panorama delle miniere, il football australiano è una fede. E la speranza di un popolo intero è racchiusa in quel sogno di vedere finalmente un giorno un figlio di Nauru calcare i campi dei grandi stadi australiani di AFL.