di Virginia Zullo
Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada,
lì ricomincia la storia del calcio.
(Jorge Luis Borges)
Il calcio come linguaggio universale e aggregazione al di là di ogni differenza, è questo il messaggio della mostra Football & Icons di Steve McCurry ospitata nella Torre del Castello dei Vescovi di Luni, a Castelnuovo Magra.
La mostra Football & Icons presenta gli scatti di Steve McCurry, una delle voci più rappresentative della fotografia contemporanea il cui lavoro di documentazione fotografica spazia dai conflitti, alle culture in via di estinzione, dalle antiche tradizioni fino al mondo contemporaneo.
Lo scatto che l’ha reso celebre in tutto il mondo è: “La ragazza afgana”, realizzato durante il suo viaggio in Afghanistan dove McCurry mostrò al mondo intero le prime immagini dell’invasione russa del Paese Medio Orientale.
La mostra è curata da Biba Giacchetti che ci tiene a sottolineare quanto sia bella la location di questa mostra: “Il castello dei Vescovi è un posto sorprendente, un piccolo borgo antico che domina la piana della valle di Luni dove si coltiva il famoso Vino Vermentino dei Colli di Luni, su in alto c’è questo borgo medievale intatto, con la torre restituita l’anno scorso ai cittadini ed inaugurata con una mostra del fotografo Elliot Erwitt. Gli spazi espositivi sono meravigliosi, le stanze sono collegate da scale di legno, ed è come ritrovarsi in una mostra privata.”
Biba Giacchetti, ci racconta come è nata l’idea di una mostra dedicata al gioco del calcio ?
L’idea di questo progetto è nata quando mi sono trovata con Steve McCurry, in occasione di una sua lezione e, commentando una sua fotografia di ragazzi che giocavano a pallone, si rammaricava del fatto che nelle gradi città si è persa la possibilità di giocare a calcio, perdendo quello spirito originario del gioco che è quello dell’incontro spontaneo, dell’amicizia più autentica, della spontaneità del ritrovarsi tra i ragazzi, lo spirito vero del calcio è quello della condivisione spontanea.
Il sindaco di Catelnuovo Daniele Montebello era presente e mi disse che nella piazza antistante la torre del Castello dei ragazzi ancora giocano a calcio.
In questo piccolo borgo medioevale c’è ancora questo spirito di incontro e socializzazione semplice, così abbiamo avuto l’idea di fare una mostra con le suggestive immagini di Steve McCurry dedicate al calcio di strada .
Ci parla in maniera più dettagliata di questi scatti?
C’è uno scatto fatto a Beirut con i bambini che giocano a calcio con sullo sfondo la città devastata dalla guerra, è chiaramente un’immagine fortissima con un forte messaggio di speranza nel futuro.
Molto sorprendente è quella dei giovanissimi monaci buddisti in Birmania che giocano davanti al loro monastero, un momento di evasione nella loro vita ritirata … oppure quelle, recentissime, che McCurry ha scattato a Cuba dove si vedono ancora le persone che vivono per la strada.
Come sono nate per Steve McCurry queste immagini stupende?
Steve McCurry da ragazzo giocava a pallone come ala destra e ci ha raccontato che secondo lui giocare a calcio è un istinto naturale. Dice infatti che basta che qualcuno abbia una palla davanti al suo piede e immediatamente sente l’istinto di tirare un calcio. Nel gioco del calcio c’è la giocosità e la capacità di mettere in relazione le persone e creare dei legami.
Qual è il messaggio di questa mostra?
Il calcio è uno sport che va oltre il gesto atletico, è uno sport universale che comunica il senso di universalità, stessi gesti, stesse passioni, comunica emozioni che sono universali come il divertimento, la furbizia, il gioco di squadra e soprattutto l’amicizia.
Sono questi i sentimenti che si ritrovano in tutte le fotografie a prescindere dalla latitudine, dalle condizioni sociali o dall’appartenenza etnica.
Ecco alcune foto della mostra di Steve McCurry