Ezio Pascutti, l’ultima ala sinistra del Bologna
Come la Juventus, anche se non vestì mai la casacca bianconera. O lo si ama(va) o lo si odia(va). Ad un certo punto della sua carriera si ritrovò così il friulano Ezio Pascutti. Tutto ebbe inizio nel 1963, nella gara di ritorno a Mosca degli Ottavi nella seconda edizione degli Europei: all’ennesimo fallo di un difensore sovietico reagì roteando il pugno e mettendogli le mani addosso, spingendolo. Inevitabile l’espulsione. “Finita la partita, i compagni non mi parlavano. Un tifoso mi si è avvicinato e mi ha dato del cretino, in aereo ho avuto una mezza crisi”, disse qualche tempo dopo (dichiarazioni riportate da Paolo Valenti nel libro ‘Da Parigi a Londra. Storia e storie degli Europei di calcio‘).
Da quel match i tifosi avversari iniziarono a fischiarlo. Odiato dagli altri, ma amatissimo dai suoi tifosi: 296 partite in A, centrotrenta reti nella massima serie con la maglia del Bologna. Coraggio, grinta e cuore: il gol più famoso di Pascutti rimane il colpo di testa in tuffo all’Inter del 1966, con Burgnich ‘in volo‘ anche lui.
Ala sinistra, a volte sbagliava reti facili, ma aveva un grande intuito nell’anticipare gli avversari, capendo dove sarebbe finito il pallone. Essendo squalificato, non disputò lo spareggio che diede al Bologna il settimo tricolore. Helenio Herrera voleva portarlo in nerazzurro. In una classifica sui 100 di sempre della storia rossoblù stilato nel 2015 sul Guerin Sportivo Gianfranco Civolani lo mise al terzo posto, dietro la leggenda Angelo Schiavio e la bandiera Giacomo Bulgarelli.
In un dvd dedicato al cinquantenario dall’ultimo scudetto dei petroniani così venne descritto Ezio Pascutti: “Al Bologna ci saranno altri numeri 11, mai più l’ala sinistra”. Si è spento nel gennaio 2017. Dal 16 settembre al 18 novembre 1962 andò in gol in campionato per dieci gare consecutive: un record durato trentadue anni.