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Eleonora Buono: da Ischia una schiacciata al pregiudizio

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Lo sport annulla le barriere che ha imposto la società e rende tutti partecipi in maniera talmente democratica da sembrare quasi un’Utopia. Eleonora Buono, una 12enne tutto pepe della meravigliosa isola di Ischia, ne è la prova vivente.

Eleonora cresce guardando e sognando con la sorella più grande, Maria Cristina, che attualmente gioca in Serie D e vuole assolutamente seguirne le orme. Schiacciate, voli e muri, tutto racchiuso in quei tre passaggi. E’ la magia della pallavolo. Eleonora ha esordito nel Campionato Federale Under 13, quindi anche sottoetà, segnando l’ultimo punto dell’ultimo set in una giornata che non dimenticherà mai perché tutti i tifosi sugli spalti, avversari e non, tutti i compagni in campo, tifavano per lei.

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Non ha deluso nessuno. Eleonora non delude mai nessuno come raccontano i suoi genitori a Repubblica, ricordando il primo giorno in cui la portarono all’allenamento quando aveva solo 6 anni: “In fondo, perché una bambina affetta da sindrome di Down non dovrebbe giocare a pallavolo?” dissero quel giorno. Già, perché questa splendida bambina che ha esordito nell’Under13 ha la sindrome di Down, la più diffusa patologia cromosomica presente nell’uomo e che troppo spesso viene ritenuta a torto un buon motivo per emarginare le persone affette dalla stessa. La Buono gioca in una squadra che è diventata una seconda famiglia e che non usa sconti nei suoi confronti: Eleonora fa gli esercizi come tutte e sbaglia come chiunque si avvicini ad un qualsiasi sport in un’età così giovane.

“Abbiamo scoperto che nostra figlia fosse Down soltanto dopo la nascita- dicono i genitori di Eleonora Buono a Repubblica- Ti crolla il mondo addosso, pensi che non puoi farcela. Poi, però, scopri che la strada è in salita, ma può essere comunque meravigliosa. E che in fondo siamo stati fortunati: Eleonora non ha limiti psicomotori gravi. E la pallavolo non può che aiutarla“.

Lo sport come viatico dell’esistenza. Un bagaglio che non puoi lasciare a casa, che tu abbia 46 o 47 cromosomi poco importa. Importa solo la passione che ci metti in campo. D’altronde quel signorino cresciuto a Georgetown dal nome di Allen Ezali Iverson lo diceva sempre: “Puoi avere tutto il talento del mondo, ma se non hai cuore, non ho bisogno che tu scenda in campo al mio fianco”, Eleonora ha cuore da vendere.

FOTO: www.ilnapolista.it

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