Dutee Chand, l’atleta che corre per la libertà in India
Il 19 Maggio 2019 la sprinter Dutee Chand fa coming out, diventando la prima atleta della storia indiana a dichiarare la sua omosessualità, creando grandissimo scalpore e pagando sulla sua pelle i problemi relativi a una discriminazione che in alcuni paesi è ancora molto presente. Vi raccontiamo la sua storia.
La storia comincia nel villaggio di Chaka Gopalpur, facente parte dello stato indiano dell’Odisha, nella parte orientale del subcontinente asiatico. Proprio qui, infatti, è nata il 3 febbraio 1996 la velocista Dutee Chand.
Essa è una delle professioniste del settore più conosciute del grande stato asiatico visto che è campionessa nazionale nella categoria dei 100 metri dopo aver vinto la medaglia d’argento ai Giochi Estivi Asiatici del 2018. Chand, inoltre, è la terza donna dell’India che è riuscita a qualificarsi alla prossima edizione dei giochi olimpici, quella di Tokyo 2020.
Dutee Chand è stata anche la prima atleta dalle parti di New Delhi a fare un coming out vero e proprio. In una intervista rilasciata al quotidiano nazionale Indian Express l’atleta ha dichiarato la sua omosessualità affermando che: “Essere innamorata non è un crimine. Sono orgogliosa di lei”.
Per questa sua decisione, la Chand, ha ricevuto molti appoggi anche da paesi esteri. Ad esempio si è schierata con lei Ellen De Generes, star della tv americana ed icona lesbica a livello mondiale. Questa sua fama internazionale raggiunta ha avuto conseguenze anche dal punto di vista giuridico. Nel settembre 2018, ad esempio, la corte costituzionale indiana ha depenalizzato l’omosessualità dando una qualche speranza alla comunità Lgbt locale.
Purtroppo la velocista indiana non ha ricevuto alcun tipo di supporto da quell’ambito che, in teoria, ti dovrebbe proteggere sempre e supportare in tutte le sue decisioni: la famiglia. Anzi, ad essere precisi, Dutee Chand è stata addirittura ripudiata dai suoi stessi familiari dopo questo coming out amoroso.
Molti pensano che tale chiusura mentale sia dovuta al fatto che si tratta di un fatto avvenuto in un piccolo villaggio dell’India rurale attuale. Troppo forti, infatti, sono ancora oggi le differenze culturali, soprattutto su temi delicati come questi, tra i grandi centri del subcontinente, come New Delhi e Kolkata, e le zone rurali.
La madre dell’atleta, sebbene dica di averla sempre appoggiata per la sua passione sportiva nonostante la povertà della famiglia, ammette che questa volta la figlia si è spinta troppo oltre. Come si capisce bene dalle sue parole, infatti, si trova totalmente impossibilitata a sostenere la figlia visto che la famiglia vive “in una comunità tradizionale, che non permette queste cose, come facciamo ora a guardare in faccia i nostri vicini, i parenti, tutta la gente?”.
Ancora più duro è quanto affermato dal padre: “Immorale, ci ha distrutto, non posso perdonarla”. Tale presa di posizione, inoltre, ha fatto finire il nome di Dutee sulla bocca di tutto i paesani che non hanno risparmiato critiche feroci come questa: “Il villaggio era orgoglioso, ora siamo tutti umiliati. L’amore fisico può esserci solo tra uomo e donna, lei almeno non avrebbe dovuto aprire bocca, avrebbe dovuto solo correre in pista, ci ha portato la vergogna”.
Per tale decisione Dutee ha ricevuto delle vere e proprie minacce come da lei stessa spiegato: “Mi hanno ordinato di trovarmi un uomo, sposarlo e fare figli. Per questo ho dovuto parlare della mia vita privata. Ma non sono una bambina, so decidere da sola, passerò la mia vita con chi voglio, non con chi mi vorrebbero far stare i miei. Non so se la mia famiglia tornerà al mio fianco, ma io sono in pace con me stessa”. Insomma sembra proprio che la velocista abbia deciso “da che parte della barricata stare”.
Ma Dutee non si ferma e continua a correre per la libertà, sua e di tutti.