“Doppio Tunnel – Stasera gioca il Trinche”: un viaggio alle radici del fùtbol
Un viaggio in Argentina di un ragazzo in cerca di risposte, immergendosi nel fùtbol per ritrovare le radici sociali del gioco e indagare sui mali attuali che lo affliggono. La scoperta di un mito attraverso i volti e la voce di chi lo ha conosciuto, vissuto e mai dimenticato. E’ questo lo sfondo su cui si sviluppa “Doppio Tunnel – Stasera gioca il Trinche”, spettacolo teatrale di e con Edoardo Ciufoletti che dopo il successo degli scorsi appuntamenti torna in scena il 7 gennaio alle ore 21, per poi replicare l’8 gennaio alle ore 18, presso l’AR.MA Teatro di Via Ruggiero di Lauria, 22, nel quartiere Trionfale di Roma.
Un monologo in cui l’autore, con la collaborazione di Andrea Iarlori, affronta le spine che stanno sgonfiando il pallone, svuotandolo dei valori e del piacere che lo hanno reso lo sport più popolare al mondo, riportandoci, grazie alla figura della leggenda argentina Tomas “El Trinche” Carlovich a una dimensione verace e genuina di un movimento innalzato a culto, specie in Sudamerica.
Per l’occasione abbiamo intervistato l’autore.
Ciao Edoardo, come e quando nasce l’idea di questo spettacolo?
Ciao! Mi sono imbattuto nella storia del Trinche Carlovich nel 2019, grazie allo speciale che Federico Buffa aveva dedicato a Rosario, La città del calcio. Sono rimasto da subito affascinato dal personaggio, e in prima battuta avevo pensato di dedicargli presto o tardi un racconto. Ne parlai ad Andrea Iarlori, amico e collega, che mi chiese perché non avessi pensato a portarlo in scena con la forma del monologo. Mi sono “fatto convincere” e siamo partiti!
Qual è il format e perché hai scelto questa forma stilistica?
Mi piaceva l’idea di inserire la storia vera (anche se con tinte di leggenda) del Trinche in un contesto di finzione, così da poter creare uno sfondo che è un po’ viaggio di formazione, un po’ giallo, un po’ western, senza che si perda l’occasione di strappare qualche risata.
Quali sono i motivi dietro la scelta di raccontare un personaggio come Carlovich?
Mi fa piacere dire che un personaggio come lui mi ha permesso di raccontare molte cose, come l’importanza di fare scelte “in minore” non orientate da un certo tipo di logica oggi imperante. Il Trinche non divenne un calciatore di primo livello semplicemente perché scelse di non esserlo, in quanto riteneva che il perimetro del suo Barrio racchiudesse tutto ciò di cui aveva bisogno per essere felice: giocare per il gusto del gioco, stare con gli amici, non allontanarsi dalla famiglia, regalare gioia alla gente del quartiere. Oltretutto in un periodo buio, quello della dittatura, che in Argentina lasciò dietro di sé 30.000 Desaparecidos e famiglie distrutte. Anche di questo si parla nello spettacolo. E poi c’è da dire che gli aneddoti sulla sua carriera sono straordinari, volevo assolutamente raccontarli!
Come nasce la passione per il calcio sudamericano?
Amo il calcio da sempre, ma quello sudamericano mi sembra l’unico a mantenere ancora, per una serie di ragioni, lo status di calcio romantico, quello che nel resto del mondo è stato semplicemente ammazzato da USA 94. Laggiù il futbol è ancora prima di tutto un gioco, anche se gli interessi economici non mancano. Ho sempre avuto un debole per l’Argentina, in occasione della finale del Mondiale ho sofferto più che a Euro2020…
Il calcio argentino, e sudamericano in generale, conserva nei vicoli cittadini l’anima autentica di questo sport. Secondo te, come mai in Europa la sua essenza è andata progressivamente a svanire?
Rispondere è difficile e penso davvero di non essere nessuno per poterlo fare. Non vorrei sembrare retorico dicendo che forse in Sudamerica bambini e ragazzi hanno talmente poco che per sognare devono “accontentarsi” del pallone. Così passano le giornate in strada o nei potreros giocando ore e ore senza essere distratti da videogiochi o dalla corsa allo scarpino più nuovo. Del resto il calcio è bello per questo: per giocare tutti i giorni la finale del Mondiale bastano quattro amici, un pallone e due serrande per fare le porte!