Dopo i tentativi di stesura di un trattato di pace tra Corea del Nord e Corea del Sud, e dopo aver provato a far comunicare Barack Obama col leader della Corea del Sud, Kim Jong-un, Dennis Rodman torna sulla scena diplomatica internazionale grazie a delle dichiarazioni sui generis, proprio come il personaggio dell’ex giocatore dei Chicago Bulls: “Non molti capiranno ciò che sto facendo e ciò che sto per dire, ma la mia decisione è presa: partirò per la Siria perché penso che se potessi scambiare due parole con i leader dell’Isis, capirebbero gli errori che stanno commettendo e la smetterebbero con queste tremende atrocità. Sto seguendo le vicende da molti mesi e i loro metodi sono sbagliati, sono sicuro che riuscirei a farglieli cambiare. Le mie abilità nel basket possono sicuramente aiutarmi in questa impresa, come spostare le persone dall’area quando conta, come quando lo facevo nell’ultimo quarto delle mie partite. Sto anche pensando di fare un tatuaggio dell’Isis in modo che mi prendano sul serio”.
Le parole di Rodman, che sembrano di un invasato in preda a deliri di onnipotenza, sono state confermate dal suo agente, Paul Horner: “Buona fortuna a lui. Dennis è un oratore eccezionale ed un’ottima persona. Secondo me l’Isis vorrà ascoltare ciò che ha da dire perché Rodman può farli cambiare in meglio“.
Ad onor del vero The Worm è uno dei pochi americani graditi a Pyongyang quindi sulle sue abilità da oratore, nulla da recriminare. Resterà da vedere cosa succederà e quando (non se) Rodman metterà in pratica il suo piano di viaggio per la Siria anche perché questa decisione è stata annunciata con le valigie in mano al Los Angeles International Airport.
Negli Stati Uniti, ancora una volta queste sue alzate di ingegno fanno discutere, tant’è che Rodman ha specificato che non andrà lì a combattere né contro né per l’Isis. Il noto giornale satirico, The Epoch Times ha però definito questa decisione scellerata, prendendola molto sul serio, e definendo Rodman “Una caricatura di se stesso“.