di Elisa Mariella
È un vero e proprio terremoto quello scoppiato nel mondo del body building foggiano dopo la morte di Giovanni Racano, culturista foggiano deceduto dopo l’assunzione di anabolizzanti lo scorso 17 aprile, e che ha portato all’arresto di Claudio Imperio, preparatore atletico e proprietario di una palestra nel capoluogo dauno. Le manette per l’ex campione mondiale di body building over 40 sono scattate giovedì sera: il 49enne è accusato di commercio illegale di prodotti anabolizzanti. Nell’abitazione e in un magazzino appartenente all’ex campione gli investigatori hanno trovato numerose fiale e siringhe con residui liquidi di farmaci, fazzoletti intrisi di sostanze ematiche e diverse scatole contenenti farmaci dopanti di dubbia provenienza. Trecento le fiale sequestrate dalla polizia, che ha ritrovato nella palestra anche un registro delle sostanze comprate e poi rivendute ad altri atleti. Quindici i bodybuilders di Foggia e provincia coinvolti. Le scatole delle sostanze dopanti riportavano indicazioni in lingua straniera ed erano prive del contrassegno del Ministero della Salute.
«Questo è soltanto il primo tassello, il giro può essere molto più grande. È’ un’attività molto complessa: questo è un sottobosco pericolosissimo tra i giovani ed è importante che la gente sappia i rischi che corre, sia a livello di salute che a livello legale», queste le parole del questore di Foggia Piernicola Silvis, intervenuto venerdì durante la conferenza stampa. Secondo quanto accertato dalle forze dell’ordine, la palestra gestita da Imperio risulta estranea a quella che sembrerebbe essere un’ attività parallela del 49enne, figura di riferimento per molti sportivi in città. Gli investigatori parlano di un’organizzazione con basi anche all’estero: i farmaci arrivati da fuori venivano riconfezionati, e poi rivenduti ai frequentatori di palestre dagli spacciatori, che “arricchivano” i prodotti di ulteriori sostanze pericolose per la salute. Un’indagine importante quella di Foggia, portata avanti solo grazie alla determinazione della Procura, in un clima di poca collaborazione tra gli stessi frequentatori dell’ambiente culturista.
Nel capoluogo dauno sono molti i body builders che si stanno allenando in vista di gare sportive di settore, che si terranno in città a partire da giugno. Ed è proprio la voglia di vincere, di essere i più forti e arrivare prima degli altri ad alimentare un mondo, quello del doping, che ha già fatto tante vittime e continua a farle. Ma c’è anche la paura: di non farcela con le proprie forze, di non essere “abbastanza”. Così si cerca la via più breve, meno faticosa. Ma lo sport è fatica, è costanza, dedizione. Lo sport è salute, un inno alla vita. Non uno alla morte.
Elisa Mariella