Donnarumma, diciottenne portiere del Milan, ha annunciato in accordo col suo procuratore Mino Raiola di non voler prolungare il contratto con il Milan in scadenza a giugno 2018.
Donnarumma – Milan sembrava una storia d’amore a lieto fine, un matrimonio idilliaco, invece si è trasformata nella storia di un uomo, forse ancora bambino, che ha lasciato l’amata sposa all’altare.
Questo non è un articolo di calciomercato perchè non rientra nella nostra mission e soprattutto perchè lo lasciamo fare volentieri a chi ha molta più esperienza e competenza nel settore. Questa è solo un’analisi di un osservatore esterno, un appassionato di sport e di calcio, un porsi domande a cui al momento non abbiamo risposte ma che dobbiamo ricordarci, perchè colui che detiene tutte le risposte, il tempo, piano piano ci fornirà.
Donnarumma è una rising star, qualcosa più di un semplice prospetto di campione, un talento cristallino, secondo alcuni un vero e proprio predestinato erede diretto di Gianluigi Buffon. Donnarumma però è prima di tutto un ragazzo di diciotto anni. Nato a Castellammare di Stabia nel non lontanissimo 1999, fu scoperto e portato al Milan all’età di 13 dallo scout rossonero Mauro Bianchessi. Quest’ultimo in una recente intervista ha dichiarato che sia l’Inter che il Milan si stavano contendendo il ragazzone campano ma che la sua fortissima fede per i rossoneri, tanto da avere la camera completamente tappezzata di poster dei campioni milanisti, fece propendere il buon Gigio direzione Milanello.
Accostato più volte alla Juventus nella scorsa stagione dopo il suo exploit ed una coppa tolta proprio ai bianconeri a dicembre in quel di Doha con un volo da cineteca su Dybala durante i calci di rigore, al termine della sfida tra Juventus e Milan di campionato allo Juventus Stadium, terminata come tutti ricordano con un rigore concesso dall’arbitro Massa al novantacinquesimo, arrivò il primo vero gesto d’amore del giovane portiere verso i suoi tifosi: il bacio della maglia sotto il settore ospite. Un gesto molto forte perchè da un lato testimoniava amore alla sua squadra e dall’altra diminuiva le speranze di una contendente molto interessata al giocatore. Era il dieci marzo scorso.
Tre mesi dopo quel bacia maglia che un tempo aveva un significato, come tante cose della vita quotidiana quel significato o l’ha perso o comunque si è trasformato. Tre mesi dopo le stesse labbra colme d’amore che si poggiavano sullo stemma del Milan hanno pronunciato la parola “NO” ad un rinnovo contrattuale da 5 milioni di euro a stagione.
Cosa è cambiato in tre mesi? Ha deciso da solo o è stato indirizzato? I cinesi stanno spendendo tanto per rilanciare il Milan ma sono garanzia di investimenti anche in futuro? E se Raiola sapesse che i cinesi investiranno solo in questa stagione e non avesse voluto legare il suo assistito ad una squadra che non sarà competitiva in Europa ad altissimi livelli nei prossimi anni?
Queste sono alcune delle tante domande che ci possiamo porre in merito a questa vicenda ma a cui, come detto prima, non abbiamo risposta. Gli unici fatti di cui siamo a conoscenza sono che negli ultimi tre mesi la proprietà del Milan è cambiata, la famiglia Berlusconi ha lasciato il passo ad una cordata cinese e che il procuratore di Donnarumma è Mino Raiola, vero e proprio squalo del mercato capace di convincere i propri assistiti di tutto e del contrario di tutto. Per le dinamiche approfondite, i retroscena ed i dettagli bisognerà aspettare colui che le detiene tutte le risposte. Il tempo appunto.
Dal nostro punto di vista ci dispiace solo che un ragazzo di diciotto anni che gioca nella sua squadra del cuore rifiuti un contratto con la stessa da cinque milioni l’anno. Forse si è perso un po’ il senso della misura. D’altronde è evidente che oggi i valori morali non esistono più o quantomeno si nascondono davvero bene, con l’umano medio che sta diventando sempre di più un individualista logorato dal successo economico.