Don Mario De Ciantis: un prete al calciomercato
Una preghiera e una trattativa. Don Mario De Ciantis: dall’altare alle stanze del calciomercato. Signore e signori, non stiamo delirando. Per oltre un trentennio Sora, città baciata dal verde fiume Liri, ha viaggiato lungo il cammino della passione calcistica.Un amore viscerale che oggi, purtroppo, vive di ricordi chiusi in un cassetto. Da quelle parti le lancette del professionismo si sono fermate nel 2005.
Nella notte dei tempi il calcio regalava storie romantiche. Quella di Don Mario De Ciantis è senz’altro emblematica e tutta da raccontare. Classe 1928, alterna la longeva carriera pastorale ad una intensa attività di dirigente nel mondo del gioco più amato dello stivale. Il sacerdote fa il suo ingresso nei quadri societari del Sora nel 1962 divenendo, di fatto, il braccio destro dell’allora Presidente Sirio La Pietra.

Pronti via e Don Mario cala subito l’asso a sorpresa con l’approdo di Alcide Ghiggia, eroe dell’Uruguay ai Mondiali del 1950 nella finale contro il Brasile, sulla panchina bianconera. I laziali, nella stagione 1962-1963, partecipano al torneo di Promozione. Il campione sudamericano in quel periodo, dopo aver terminato la carriera agonistica anche in Italia con Roma e Milan, lavora presso le Officine Alfa Romeo della capitale. Al timone di una squadra più che discreta, Ghiggia completa il campionato in quinta posizione. Si lascia apprezzare nella rosa un promettente Claudio Di Pucchio, centrocampista dai piedi fatati che vestirà la maglia della Lazio e scriverà successivamente da tecnico la storia più gloriosa della compagine volsca.
A cavallo tra gli anni ’70 e ’80 il sodalizio bianconero, nonostante soventi difficoltà di natura finanziaria, riesce a ben figurare con continuità nelle categorie dilettantistiche regionali. Don Mario De Ciantis è sempre lì, nel cuore dell’organigramma, prima figura pronta ad attivarsi per reperire fondi attraverso sponsorizzazioni coinvolgendo le imprese del territorio e non solo. Una prima svolta tecnica si materializza alla vigilia della stagione 1975-1976 quando, con una mossa decisamente innovativa per l’epoca, il club propone a Di Pucchio il doppio ruolo di allenatore-giocatore.
La seconda svolta, più in là nel tempo, sarà invece quella societaria. Nel 1985 infatti Antonio Fiorini rileva le azioni da Tiberio Marini, al culmine di una gestione travagliata, sborsando 30 milioni delle vecchie lire e mutando il nome da U.S. Sora in A.S. Sora. Don Mario, neanche a dirlo, è tra quelli che più caldeggiano l’operazione. Partirà in quel preciso istante il ciclo che porterà poi, nel decennio seguente, ai trionfi ed al professionismo.

Lo scheletro della società assume connotati sempre più organizzati. Ben presto Marco Bevilacqua assume la veste di segretario, un rampante Antonio Frasca si fa spazio come Direttore Sportivo e nel mezzo si coordinano i vari consiglieri: da Lello La Posta allo stesso sacerdote passando per Flaviano Bastardi, Bruno Quadrini, Carlo Bartolomucci, Antonio Grossi e Nevio Conte. Senza dimenticare il cassiere Aldo La Posta. Mattone dopo mattone il sogno diventa realtà.

Annata 1991-1992: il grande salto. Vinto il proprio girone di Interregionale, il Sora gioca e prevale nello spareggio decisivo contro il Sulmona. Esplode la stella di Pasquale Luiso autore, in quel campionato, di 14 gol. Con l’approdo in C2 la società diventa S.r.l. e trasferisce la sede in via Roma. Antonio Fiorini rimane come Presidente e Lillo Annunziata funge da Presidente onorario.

Vengono ultimati i lavori per l’ampliamento dello Sferracavallo, oggi stadio ‘Claudio Tomei’, fino a 6200 posti con tribuna coperta. Nel 1993-1994 un’altra impresa. I bianconeri strappano il pass per la Serie C1. Nella cornice del ‘Curi’ di Perugia, con 4000 tifosi al seguito, il Sora supera la Turris ai calci di rigore. Il popolo volsco intona “Proteggi o Rocco”, inno dedicato al Santo amatissimo in città, sperando nel miracolo sportivo. Luiso trasforma il penalty del giubilo collettivo. Don Mario De Ciantis e Padre Luca Brandolini, Vescovo di allora, festeggiano scatenati il successo.

Di lì a poco il prete tifoso-dirigente sale agli onori della ribalta nel corso della trattativa per il trasferimento di Giuliano Giannichedda all’Udinese. Il centrocampista nativo di Pontecorvo, nell’estate del 1995, è corteggiato da svariate compagini di A e B. Nelle stanze dell’Hotel Fort Crest di Milano telecamere e taccuini di giornalisti osservano quasi increduli il sacerdote sorano mentre discute nei dettagli, insieme al DS Frasca, il passaggio del mediano alla corte dei Pozzo. I mass media nazionali creano l’appellativo di “Don Calcio Mercato” per descrivere quella singolare figura, protagonista assoluto della trattativa che porta nelle casse bianconere 450 milioni di lire più i prestiti di Marcuz e Godeas.
Don Mario De Ciantis ha salutato la vita terrena il 17 luglio 2012 ma, siamo certi, non ha mai abbandonato i pensieri più dolci e passionali dei sorani che hanno avuto la fortuna di vivere quel magico periodo calcistico.
Foto tratte dal libro “Un secolo di storia – I cento anni bianconeri”.