Djokovic e l’umanità di un grande campione

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Un campione può permettersi di sbagliare? A quanto pare no. Mi riferisco alla ormai nota pallata che Djokovic ha tirato a fondo campo, durante la partita con Carreno Busta agli ottavi degli Us Open, colpendo la giudice di linea alla gola.

La notizia non ha nemmeno fatto in tempo a raggiungere i media che subito sono piovuti addosso al tennista serbo una valanga di giudizi, di ogni tipo. Paragoni con i due rivali storici Federer e Nadal, commenti sul suo momento che per molti sembra pieno di scelte sbagliate…insomma il giocatore è stato messo in croce per un gesto che ha dimostrato come, nonostante sia il numero uno al mondo, sia terribilmente umano.

Come? Questo momento di stizza, certamente evitabile, mi porta a sentirlo vicino, vulnerabile, capace di farsi prendere dal nervosismo, dalla paura, dalla rabbia e capace di lasciare andare questa maschera di campione, vivendo come un umile tennista le difficoltà del match, della vita.

Forse è proprio questo che spaventa chi giudica: specchiandosi in questo gesto vedono come la fragilità, anche per un campione all’apparenza perfetto come un robot, può prendere il sopravvento, facendo scaturire qualcosa di inaspettato. Perdonargli questa caduta credo sia la scelta migliore. Da campione qual è, saprà rialzarsi.

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