Daniele Massaro, la “Provvidenza” rossonera
Roberto Baggio e quel rigore di Pasadena. Proprio lui, che ci aveva portato in finale. In precedenza aveva sbagliato dagli undici metri anche Daniele Massaro: senza il gol al Messico del monzese nell’ultima partita del girone gli azzurri sarebbero tornati a casa già a giugno.
Se l’Italia avesse vinto quei Mondiali, per i calciatori rossoneri della Nazionale sarebbe stato un anno indimenticabile: scudetto, Champions League e… Nel campionato 1993-’94 segnò 11 reti e 4 nella coppa ‘dalle grandi orecchie’: fu lui ad aprire il match nella finale di Atene contro un Barcellona favoritissimo e troppo sicuro di vincere. La sera del 18 maggio realizzava una doppietta.
Per la capacità di essere spesso decisivo i tifosi del Diavolo iniziarono a chiamarlo ‘Provvidenza’. Arrivato a Milanello nel 1986 dopo cinque campionati in Serie A con la Fiorentina, realizzava il primo gol con i rossoneri il 28 settembre di quello stesso anno. All’inizio dell’epopea sacchiana non era tra i titolarissimi e disputò la stagione 1988-’89 in prestito alla Roma, ma poi il tecnico di Fusignano lo rivolle indietro.
Da Arrigo a Capello, con il Milan ha conquistato 14 trofei. Chiuse la carriera in Giappone e nel 1982 Bearzot lo inserì nella rosa per il Mondiale, ma in Spagna non scese mai in campo. A inizio carriera Daniele Massaro, che con la Viola sfiorò lo scudetto, era un centrocampista.