Problemi in vista per i calciatori che colpiscono il pallone con la testa. E’ quanto emerso da i dati pubblicati dall’Università britannica di Stirling. Secondo quanto dimostrato dall’Ateneo, viene confermata la presenza di disturbi cerebrali in coloro che hanno colpito la palla con la testa. Specificatamente per quel che concerne la memoria, nel campione analizzato si evince una perdita della stessa per una percentuale che va dal 41% al 67% nell’arco temporale di 24 ore dal momento dell’impatto. Il test è stato effettuato attraverso una macchina che riproduce la potenza del cross da calcio d’angolo. In tutti i 20 casi studiati, è stata sottolineata una riduzione di memoria con tempi di recupero dal trauma rappresentabili in una giornata intera. Il professore di Neuropatologia Willie Stewart che ha disposto il test ha confermato che “il trauma da colpo di testa condiziona la memoria nel breve e lungo periodo”.
Sempre in Inghilterra, in tempi non sospetti, era stata la stessa Federazione calcistica nazionale ad interrogarsi sui rischi collegati al gesto tecnico coinvolgendo anche la FIFA. Il pericolo non risiederebbe soltanto nell’impatto con il pallone, ma anche il rischio di scontrarsi con gli avversari. Situazione che potrebbe verificarsi con maggiore frequenza nei campionati giovanili o minori dove i campi sono più piccoli e quindi il pallone tende a stare più in aria. Una soluzione introdotta negli Stati Uniti è stata quella di vietare il colpo di testa per i calciatori più giovani, dopo uno studio che faceva emergere anche Oltreoceano i pericoli ad esso collegati. Il rischio è, secondo alcuni, che si possano scoraggiare i ragazzi ad intraprendere lo sport, anche se al riguardo esistono pareri discordanti.