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Dal vecchio Totocalcio al web: storia della tanto amata schedina
Una ‘vecchietta’ che ha abbondantemente passato i 75 anni di età e che negli ultimi tempi ha tentato di rifarsi il trucco, una sorta di lifting per apparire più giovane sfruttando le moderne tecnologie della rete.
Per tutti gli appassionati del calcio di una volta, quello che viene spesso identificato con l’accezione di ‘romantico’ la mitica schedina del Totocalcio è un concetto incancellabile, quasi un ideale difficile da lasciarsi alle spalle come quelle idee giovanili che non si vuole ammettere di aver perduto perché tale ammissione vorrebbe dire certificare anche di essere invecchiati.
La schedina del Totocalcio è un po’ così, difficile da descrivere a chi oggi si trova bombardato tutto il giorno da stimolanti giochi d’azzardo, sul web e persino sullo smartphone al quale si è collegati 24 ore su 24. Complesso spiegare cosa rappresentasse quel pezzetto di carta, che veniva reperito alla stregua di un prezioso documento presso uno dei tanti centri abilitati (bar o tabaccherie) magari anche ad inizio settimana, avendo davanti diversi giorni per studiarla (perché in quel calcio le partite si disputavano tutte insieme e solo di domenica).
La storia del ‘13’
Quanti sogni e quante amarezza ha portato per decenni ai tanti appassionati che tentavano la sorte sognando un 13 che potesse renderli miliardari e cambiar loro la vita. Come riporta Wikipedia, la prima schedina fu stampata in 5 maggio del 1946 e prevedeva quattro incontri del girone finale della Divisione Nazionale 1945/1946; due incontri del girone finale della Serie B-C Alta Italia; ed altri 6 incontri, i restanti, riferiti a match della Coppa Alta Italia.
Dodici partite in tutto più due di riserva: bisognerà aggiungere cinque anni, quindi il campionato 1950/51, per vedere l’aggiunta di un’ulteriore partita in schedina e raggiungere così quel numero magico, 13, che ancora oggi evoca sensazioni di un certo tipo ogni volta che lo si sente pronunciare ed è entrato finanche nel linguaggio ordinario alla stregua di un modo di dire.
Fare 13, locuzione che si usa anche per indicare una botta di fortuna, un evento sul quale influisce sicuramente la bravura del diretto interessato ma anche la congiuntura degli astri, che hanno poggiato il loro sguardo benevolo.
Fatto sta che il mitico gioco del Totocalcio è diventato da allora, per tanti decenni, una fonte di entrate sicure per lo Stato italiano, più per la precisione per i Monopoli di Stato, responsabili del concorso che in quegli anni spopolava letteralmente tra gli appassionati di calcio (e non solo) del nostro paese.
Le schedine di oggi
Un ricordo quasi sbiadito oggi quel pezzo di carta che a molti ha cambiato la vita e che ha contribuito a generare una sorta di euforia in un contesto sociale quale quello italiano di quegli anni. La prima pietra tombale sul concorso è datata 2003, quando ad inizio della stagione calcistica si decide di portare il numero delle partite da 13 a 14, andando in questo modo ad eliminare quel numero magico che tanto aveva fatto sognare.
Introdotto poi un meccanismo nuovo che prevedeva premi a sorteggio tra le schedine giocate e risultate “non vincenti” oltre che la possibilità di vincere andando ad azzeccare ‘soltanto’ i primi 9 risultati della colonna. Una sorta di canto del cigno, di tentativo di lasciare in vita uno strumento ormai agonizzante e soppiantato in tutto e per tutto dal web.
Gli ultimi anni effettivamente hanno segnato il passo evidenziando il passaggio dalle vecchie schedine del Totocalcio alle schedine giornaliere che si possono fare online tramite bookmaker certificati: si va dalla schedina del giorno di Scommessesulweb ad altri strumenti che nascono per consentire agli utenti di poter giocare ogni giorno, a qualsiasi ora ed in qualunque logo ci si trovi grazie alla connessione internet.
Una svolta epocale che nasce anche dal cambiamento dell’essenza stessa del gioco del calcio; non più sport della domenica ma un vero e proprio show da servire tutti i giorni, indistintamente, per non restare mai a bocca asciutta. L’equivalente del Totocalcio di allora sono i bookmakers di scommesse, presi d’assalto (soprattutto quelli regolamentati Adm, se si vuole giocare con un minimo di sicurezza) ed i portali che come moderni auruspici offrono consigli e previsioni sull’andamento dei match della giornata.
Un approccio certamente più adatto ai tempi che corrono ed alle innovazioni tecnologiche: certo, forse meno romantico rispetto alla schedina ormai talmente desueta e fuori tempo che diventerebbe finanche difficoltoso spiegare, a chi non l’ha mai vissuta, di cosa si trattasse esattamente e quante emozioni quel pezzetto di carta riusciva a trasmettere.